Sicuramente lo monaco è distante anni luce dal mio modo di pensare e di agire, i suoi metodi non mi sono mai piaciuti e non mi piaceranno neanche adesso che è a Palermo, come non mi piacevano quelli di zamparini, ma poco importa l'unica cosa importante sono i risultati che riuscirà ad ottenere ed in questi anni a catania penso che lo monaco li abbia ottenuti, o no?
Ha creato squadre più che dignitose con poco, anche il catania di quest'anno è figlio di lo monaco. E' riuscito a fare plusvalenze con giocatori sconosciuti (vargas,martinez,silvestre), ha puntato su giocatori creduti finiti e adesso nuovamente importanti (maxi lopez, le grottaglie, almiron) ha visto qualità in giocatori come lodi.
O mi sbaglio??? da oriente cosa dicono in merito? a parte discorsi caratteriali e di incompatibilità con zamparini, lo monaco sa fare il suo lavoro o no?
Sì, Marco, hai fatto i riferimenti giusti.
Come in tutti gli altri casi di ex (il recente è Montella, su cui mi sono soffermato in lunghi post), ho pensato nella mia testa: ecco un altro ex che va in un'altra Società, guarda caso, questa Società è il Palermo, ebbene, che me ne frega? Ma che me ne frega!
Detto questo, entriamo nel merito della tua riflessione, di cui, invece, mi frega, perché condividiamo le idee in questo forum.
Hai scritto cose giuste e, sì, mi permetto di rispondere alla tua domanda retorica: sì, Marco, Lo Monaco sa il fatto suo e lo ha dimostrato a Catania.
Non solo per ciò che tu hai scritto correttamente. Ma anche per altre operazioni che è corretto riassumere, sebbene alcuni potranno non essere d'accordo con me.
Orbene, partiamo dagli otto anni recenti della storia rossoazzurra: un costante potenziamento, che ci ha resi dallo scorso anno una realtà tecnica che equivale a squadra potenzialmente outsider per ottenere molto più di una preziosissima salvezza, nonché un gruppo di calciatori che fanno vedere buon football e validi gesti tecnici di cui parlare con piacere in questo raffinato Bar Sport virtuale.
Eravamo in serie B, serie cadetta conquistata dopo tanti anni di realtà calcistica inferiore alla quantità (ma anche, in buona parte) alla qualità dei tifosi che può garantire una città come Catania. Oggi abbiamo una realtà che è sotto gli occhi di tutti e non si può negare. Questo merito è in parte di Lo Monaco e in buona parte della Società con il suo presidente e al contesto in cui è possibile lavorare, soprattutto per un dirigente come Pietro Lo Monaco, con le sue capacità e con i suoi limiti. Non tralasciamo questo aspetto, perché credo sia importante.
Hai citato correttamente alcune operazioni di mercato del Catania Calcio, in cui il vostro attuale azionista e AD è stato valido talent scout. Ne aggiungo altre, a dimostrazione del fatto che sono oggettivamente valide:
- fare esordire in serie A Giorgio Corona a 33 anni, che con i suoi gol ha contribuito pesantemente alla salvezza (penso al superlativo gol che ci fece espugnare Cagliari, oppure al gol con cui espugnammo il campo della Reggina di Mazzarri...), per poi rivenderlo al Mantova maturando plusvalenza su un attaccante 34enne;
- plusvalenza sulle cessioni di De Zerbi e Caserta. Per questi, l'esperienza di Catania è stata il momento più alto della loro carriera. Merito di Lo Monaco averli ingaggiati (soprattutto Caserta), merito del suddetto AD se li ha ceduti maturando valore. Ma se hanno fatto bene solo (o quasi) a Catania, sarà solo merito del dirigente? Ecco, qui avrei qualche dubbio.
- inoltre, il Catania qualche anno fa fece esordire in serie A due centrocampisti che oggi stanno in massima serie come il cacio sta sul maccherone: Izco, pescato nella B argentina e oggi un validissimo mediano di spinta; e Biagianti, scovato in C2 e che fino a due anni fa aveva molto mercato (chiedere alla dirigenza palermitana).
- potremmo andare oltre e parlare di Ricchiuti che fino a due anni fa era il calciatore di qualità della squadra e che oggi, data le potenzialità della rosa, siede inevitabilmente in panchina; calciatore sottovalutato per troppi anni e che ha giocato in serie A col Catania. Anche questa, un'operazione di mercato sostanzialmente positiva;
- potremmo parlare di Marchese, che era considerato un giovane molto promettente, preso in prestito per sostituire Zavagno nell'anno ormai relativamente lontano della promozione in serie A. Fece molto bene, ma costava troppo. Quando gli si presenta l'occasione, dopo qualche anno, porta Marchese a Catania, a costi decisamente ridimensionati;
- oppure, Schelotto, che portò a Catania, giacché a Cesena non giocava, ma che non riuscì a strappare alla Società che ne deteneva il cartellino, l'Atalanta. Sarebbe stato un gran colpo, perché Schelotto è forte;
- Bergessio, che costava troppo, lo lasciò andare al Saint'Etienne, che si spennò per averlo. Al Catania costò molto meno, ma vale molto di più, perché a volte il valore di un attaccante non è equivalente allo score;
- per non parlare dell'operazione Barrientos, che si è rivelata azzeccata, nonostante la paziente lungimiranza;
- ma potrei dire anche di Spolli, che non era un ragazzino e in Argentina aveva discreto credito. L'ex capitano dei NOB, oggi, è uno dei più validi difensori centrali del campionato.
Il vostro attuale massimo dirigente, per far quadrare i conti, non ha guardato in faccia nessuno; dopo la promozione in serie A, Orazio Russo andò a giocare in Lega Pro, così come Umberto Del Core, l'autore del gol promozione. In seguito, stesso discorso per Mascara, che considerò utile cedere al Napoli. Concretezza e bilanci, nessuna eccezione per questi obiettivi. Certo, a Palermo sarà tutto diverso, se davvero avrà potenzialità economiche superiori, il lavoro sarà più difficile, perché sapete come me che alzare il segmento delle aspettative e degli investimenti, rende la sfida completamente diversa e, in parte, più rischiosa. Non vi faccio né auguri, né “in bocca al lupo”, perché francamente mi interessa poco o nulla. Però mi auguro che in serie A ci stiano almeno due squadre siciliane e per più tempo possibile, inoltre, mi diverto di più – molto di più – se il Catania vince il Derby (ma qui siamo già off topic).
Tornando al discorso, di certo, l'Ad a noi noto è un ottimo dirigente, che ha fatto molto bene a Catania. Ma sono convinto che abbia fatto bene per merito del contesto in cui ha lavorato, in primis la dirigenza che gli ha dato ampii poteri di gestione e di scelta. Del resto, se Zenga, Mihajlovic, Paolucci, ecc.. hanno fatto benissimo solo a Catania, un motivo ci sarà, o è solo merito di una persona?
Anche perché, se la nuova dirigenza rossoazzurra si è presentata a Catania senza vendere e svendere, facendo un lavoro analogo a quello dell'ex AD, pescando Rolin (di cui si dice gran bene, ma è ancora da vedere all'opera in Italia) e Castro, che sembra essere un calciatore di buonissima qualità, mi vien da pensare che Lo Monaco è bravo, ma quanto lui possano essere bravi anche altri; e la base dei meriti, quindi va anche alla dirigenza. Poi, opinione fuori contesto: sentire le interviste dell'attuale AD che rappresenta il Catania, fa davvero piacere. Ma questo, appunto, è un altro discorso.
Con questa sintesi, rispondo alla tua retorica domanda: sì, Lo Monaco è bravo e deve questa credibilità ai risultati ottenuti a Catania, così come il calcio a Catania deve a Lo Monaco i risultati di questi anni. In parte il mertito è suo, in altra parte il merito è della Società e del contesto.
Ovviamente, pardon per l'ampiezza di questo post.