Caro Trunz, l'Acireale è arrivato al redde rationem.
Mantengo massima fiducia nella dirigenza, nell'allenatore e in gran parte dei giocatori, ma è chiaro a tutti che l'Acireale, per semplice rispetto della sua storia e del suo blasone,
non può condurre un campionato di bassa e anche di media classifica in un campionato come la serie D che, anche nei tempi meno fulgidi del passato, ossia quando lo abbiamo frequentato (e tranne negli anni ottanta non si trattava della quinta ma della quarta serie nazionale, non dimentichiamolo), ci ha sempre visti protagonisti.
L'Acireale, quindi, in serie D,
deve programmare la promozione, almeno in prospettiva. A ben vedere è quello che ha dichiarato l'attuale dirigenza (la seconda Divisione in due anni), ma era chiaro a tutti che se già quest'anno si fosse verificata un'opportunità (e sembravano essercene le premesse) l'Acireale avrebbe colto l'occasione.
In campionato così non è stato, complici la sfortuna, una certa disunità creatasi nell'ambiente, ma anche (diciamolo) qualche errore, qualche sopravvalutazione (di alcuni giocatori), qualche sottovalutazione (delle squadre calabresi o campane, rivelatesi molto forti).
Non mancano attenuanti, certo. Gli infortuni in serie degli elementi chiave (ma c'entra qualche errore di preparazione?); un calendario che non ci ha certo favorito; i soliti torti arbitrali (ma dovremmo esserci abituati, lo sappiamo di essere fastidiosi e poco protetti); i clamorosi ostacoli subiti in fase di mercato per il doppio ostracismo (all'Acireale e a Marino) del moggino di provincia.
Non bisogna poi dimenticare la ristrettezza del budget. E qui non dimentichiamo che il Ct in serie A, lo abbiamo detto più volte, toglie ossigeno alle altre squadre della Sicilia orientale, se non altro perché finisce per attirare sponsor, anche acesi o dei dintorni (siamo pur sempre la zona più ricca e sana dell'area) più attratti dalle ragioni del portafoglio che da quelle del cuore (da un punto di vista di marketing, purtroppo, come dare loro torto
). Anche una parte del pubblico, d'altronde, sembra preferire - tranne in specifici incontri - gufare su Sky contro i cuginastri stando comodamente in poltrona a vederli piuttosto che soffrire al Tupparello. Bisogna trovare il modo di farli tornare. Prima o poi l'anomalia del Ct in A sarà sanata, ma intanto...
Comunque,
non tutto è perduto. In campionato, è chiaro, si è perso terreno, e si tratta solo di recuperare una posizione in classifica più consona al nostro blasone e, eventualmente, vedere se c'è ancora spazio per accedere in extremis ai play-off.
Invece, l'ho già detto più volte, potremmo ancora sfruttare la posizione conquistata in Coppa Italia. Sono rimaste solo sedici squadre; obiettivamente non sono tante e non sono tutte imbattibili, senza contare che il nostro girone è più duro degli altri.
Per entrambi gli obiettivi, comunque, serve qualche ritocco della squadra. La dirigenza lo ha preannunciato. Non servono stravolgimenti, ma acquisti mirati, volti a consolidare l'organico in vista di precisi obiettivi, anche per quest'anno e, se tutto va male, per il prossimo. Ho fiducia che si opererà per il meglio
.
Nonostante tutto, forza Acireale.