Caro Franco F.
Innnanzitutto scusa per il piccolo tranello che ti avevo volontariamente proposto parlando di Battiato e della Consoli. Entrambi, infatti, sono più giarresi (o di jonia) che acesi o catanesi. Ti volevo proprio portare qui: ct si è appropriata di alcune glorie del tuo circondario, per cui la tua città non ha alcuna visibilità e non viene associata nell'immaginario collettivo nazionale nemmeno alle sue persone di spicco. Se addirittura alcuni di essi si considerano catanesi, la cosa poi è ancora più grave, e quindi ben più radicale deve essere la cura.
Quanto alle autonomie provinciali, ho già ribadito che il vero motivo dell'autonomia provinciale è la visibilità, non le strutture pubbliche (che nelle nuove province sono state costituite solo in minima parte, riducendo al massimo i costi). D'altronde, se non sei capoluogo di provincia non esisti. Acireale è più grande, storicamente più importante, più bella di Isernia, ma non lo sa nessuno in Italia, perché a scuola si studiano le province, nelle guide turistiche e nelle cartine si dà maggiore risalto ai capoluoghi di provincia, le manifestazionie gli eventi sono concentrati nei capoluoghi, le aziende aprono le filiali nei capoluoghi, le nuove facoltà universitarie pure (ora anche Enna!), nei giornali tu ed io verremmo definiti catanesi e associati per di più a un luogo che ha una pessima immagine. Giarre fa più fatica a fare questi ragionamenti rispetto ad Acireale, non tanto perché più piccola (in fondo con Riposto raggiungerebbe quasi le dimensioni di Aci) ma perché non ha ancora maturato un'identità forte, un orgoglio cittadino, una coscienza di sè sufficienti a svincolarsi dalla forzosa identità catanese. In ogni caso i sembra evidente che in una nuova provincia il peso di Giarre nelle decisioni sarebbe enormemente superiore a quello, assolutamente pari a zero, che ha attualmente in seno a quella di ct.
Quanto allo sport, tu dici che Acireale e Giarre non hanno sofferto per l'ascesa del ct: io ti dico il contrario. La torta è la medesima e loro non lasciano nemmeno le briciole. Leggevo ieri che la provincia ha sponsorizzato, guarda caso, il Catania calcio: nessuna iniziativa del genere è stata certo proposta quando l'Acireale è stato promosso in B, nè lo sarebbe stato se quell'anno, invece dei granata, fosse stato promosso il Giarre. Per non parlare degli sponsor: le industrie acesi o giarresi hanno più convenienza a sponsorizzare il ct che le nostre squadre, è evidente, tanto che Energia Siciliana,ad esempio, ha concentrato gli investimenti sul ct. Anche i bacini di utenza ne soffrono: quello dell'Acireale resiste, ma sembra quasi per miracolo. Inoltre, ct pratica il vecchio detto: "divide et impera": hai visto quale sproporzionato risalto è stato dato sulla stampa catanese alle deprecabili scaramucce tra tifosi acesi e giarresi a Torre Archirafi? Sta di fatto, e non a caso, che Acireale e Giarre erano più forti e avevano modo di prosperare quando il ct era più debole. Nella provincia di ct siamo figli di un Dio minore, mio caro, siamo c.... di serie C, che non contano nulla e devono stare zitti, e te lo dicono anche, tanto che se ci ribelliamo veniamo chiamati traditori, insultati, mandati a giocare in promozione (guarda come si comportano i catanesi nei nostri confronti, anche in questo forum, mentre chiunque altro viene rispettato), esclusi dai siti dell'UNESCO: vengono finanziati carnevali ridicoli, tanto per togliere risorse a quello vero. Quanto al lodo Petrucci l'Acireale non lo ha sottoscritto perché non lo ha potuto fare, pur avendo anni e anni di professionismo e una storia gloriosa. Per lo sciagurato (e sospetto) finale di stagione, che dalla salvezza quasi certa ci ha trascinato nei play-out e poi a retrocedere all'ultimo minuto, l'Acireale è stato escluso, dopo le note vicende, dal campionato di C2 (se avesse potuto iscriversi sarebbe stato ripescato in C1). Non ha avuto pertanto alcuna rete di protezione ed è caduto nelle mani della Lega sicula, per cui si può dire che un gol ci è costato quattro serie.