Vasco, i tempi non saranno brevi, ma ho idea che la soluzione si troverà. Certo il prossimo anno è facile prevedere una stagione di transizione.
Vedremo. La priorità è quella e anche la politica dovrà muoversi in qesta direzione.
Bua non voglio mettere sale sulla polemica dell'autoctonia, anche perché quando si fa polemica si perde di vista l'essenza delle cose, ma voglio soffermarmi sulla questione del cambio di proprietà che è semplice da inquadrare e difficile da affrontare.
Per inquadrare la questione. Esiste oggi una realtà economica a Catania in grado di sostenere/prendersi carico del Calcio? E qui, TOGLIAMO SUBITO OGNI DUBBIO, sto parlando solo dal punto di vista economico ed imprenditoriale (senza tutti gli orpelli della polemica sull'autoctonia, che considero del tutto insensati: l'autoctonia non garantisce nulla. Sono le persone, come la storia del calcio dimostra, a garantire qualcosa se ne sono capaci). Una realtà economica del territorio sarebbe il segnale anche di un'economia viva in grado di investire in attività che hanno una dimensione ultra-economica, sociale. E di ciò io ne andrei veramente fiero. Se non esiste, questa proposta va fatta ad operatori economici esterni e/o vanno riprese le trattative che tu ed altri dite ci siano state nella primavera scorsa.
Per affrontare la questione. Investire nel calcio non è da tutti, in quanto, oltre all'alea propria dell'attività sportiva (quella svolta con correttezza), occorre conoscere bene i meccanismi del circo pallonaro per non rimetterci. Negli anni è stato dimostrato che a Catania è possibile investire nel Calcio, con profitto per chi investe e con vantaggi per il territorio. Dobbiamo solo sperare che ci sia qualche imprenditore o un gruppo di imprenditori che abbia imparato la lezione e che abbia voglia di riprendere a percorrere quella strada che si interruppe due anni fa. In ciò si potrebbe anche pensare al modello che stanno sperimentando a Parma, dove ci sono due entità economiche che stanno contribuendo: gli imprenditori con una loro società e i tifosi con una loro società ad azionariato diffuso che detengono le quote della neonata società di calcio.
Intanto questo è il tempo di gestire l'emergenza. Oggi ho ascoltato il Sindaco (e ti dico subito che personalmente dalla classe politica non mi aspetto nulla) indicare una soluzione che ritengo la più saggia in questo momento: individuare insieme con l'attuale proprietà un ammnistratore delegato terzo rispetto alla società, che sia segno di discontinuità gestionale e al contempo assicuri la competenza necessaria a gestire una fase difficile e delicata come quella attuale, nell'interesse principale del Catania e di riflesso anche della proprietà, che non vedrebbe impoverito oltre misura il valore societario che la discesa di categoria comporterà. In attesa di cambiare definitivamente pagina con una nuova proprietà, che sarebbe anche maggiormente garantita da un percorso di questo tipo.
A questo punto la domanda è: che vuol fare Pulvirenti? E' stato rimesso in libertà (anche se con l'obbligo di firma e senza passaporto), quindi si può muovere e speriamo che con la libertà di movimento abbia riacquistato anche un po' di cervello.