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Mi pare che nella risposta tu ometta qualcosa....ndr.-Ma non necessariamente con quelli del Catania.....
Ho imparato, semprecchè la menmoria non mi inganna, che l'imprenditore è una figura che si colloca tra l'economia, il diritto e l'etica professionale, e anche se a te non garba un ciccinino di filosofia e....romanticismo
E' prassi normale che in qualunque attività a scopo di lucro, come può essere la spa Calcio Catania, si devono produrre o creare utili e ricavi al fine di accrescere il patrimonio economico della società.Se gli interessi personali o individuali prevalgono sull'interesse della società è un profitto ingiustificato e in questo comportamento si configurano responsabilità socio-etiche che ne possono compromettere tutti gli elementi di crescita della società.
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GP consentimi di riesumare un "tantino" di visione "romantica" del Calcio. Nel corso degli ultimi 35 anni abbiamo assistito ad una rivoluzione copernicana delle società calcistiche: dalla legge 91/81 che escludeva la finalità di lucro al decreto 485/96 che, sulla spinta di quanto già accadeva in Inghilterra da qualche anno, equiparava in sostanza le società sportive a qualunque S.p.A., non solo per la parte normativa, ma anche per la finalità di lucro.
Quindi è del tutto normale che un proprietario, o meglio, l'azionista di maggioranza, di una Società calcistica persegui una finalità di lucro: non è profitto ingiustificato e non c'è alcuna responsabilità, nè sociale né etica.
Con l'espressione "interessi NON NECESSARIAMENTE, coincidenti con quelli del Catania", mi riferivo evidentemente agli
"interessi sportivi" del Catania. Infatti
l'interesse societario può essere perseguito in tantissimi modi. Per 8 anni ne abbiamo visto uno, chiaro, centrato sul progetto sportivo. Ogni scelta confluiva su quegli obiettivi. Piccoli passi, consolidamento, giocatori idonei "alla portata" e ferreo governo di tutto.
Quest'anno, fra le altre cose, è stato chiaro che il progetto sportivo non é stato centrale nelle scelte che si sono succedute.
Evidentemente è cambiata la strategia di fondo. Spero che il nuovo approccio inizi a portare presto i suoi frutti, perché il "non necessariamente" non vuol dire "escludere" che il Catania possa beneficiare di questo approccio. Lo abbiamo visto funzionare da altre parti, con presidenti che si sono imbottiti di denaro grazie alla compravendita di giocatori più o meno importanti a squadre più o meno importanti. E questo denaro, in parte, è servito per alimentare il sistema di cui
la "squadra" è solo uno strumento.
...quindi, riassumendo, Vasco e Bua, se la vostra teoria è corretta, gli interessi
dei due, non coincidendo necessariamente con quelli del Catania, potrebbero spremere come un limone la società, per poi buttarla nella spazzatura o venderla al migliore offerente?
E perché mai buttare via uno strumento che produce denaro?
La "spremitura" è cosa da avventurieri. E nessuno dei protagonisti di questa vicenda lo é. Qui stiamo parlando d'altro, di investimenti, di denaro. Stiamo parlando di un cambiamento di strategia rispetto a quella che ci ha accompagnato in questi 8 anni.
Ripeto mi piacerebbe che qualcuno domani (come ha fatto Lo Monaco per 8 anni e Gasparin nella sua breve parentesi) presentasse il nuovo progetto sportivo e spiegasse i criteri che sono stati adottati e che orienteranno le scelte in futuro. Che riaffermasse la centralità del progetto. In quel caso sarei ben felice di "cospargermi il capo di cenere".
In tutto questo da tifoso, oggi non mi sento di dare fiducia ad occhi chiusi, perché ora c'è una possibilità in più, diversa, che non si chiama Catania.