Temply: leggendo l’articolo riportato da Gaspare, devo raddrizzare il tiro.
Lo Monaco ha presentato il suo operato in sede di mercato; lo ha fatto mettendo in evidenza tutte le difficoltà incontrate, non perdendo di vista alcune coordinate necessarie, tra cui il bilancio aziendale e la stabilità societaria, costata parecchi sacrifici che non gli consentiranno (adesso) di essere una potenza del calcio italiano ma almeno una società sana, senza debiti e con un futuro davanti. Ha dato fiducia al precedente blocco che ha vinto lo scorso campionato ed ha inserito alcuni tasselli superando diverse difficoltà tra le quali:
A) individuare chi ti serve;
B) disponibilità della società d’appartenenza alla cessione
C) avere il denaro necessario, per acquistarlo
D) volontà del giocatore a trasferirsi
E) presentargli un contratto adeguato (e non tutti hanno la munificenza di Zamparini)
Ha ampiamente illustrato quali sono i programmi che si stanno portando avanti e quali sono gli obbiettivi che ci si è prefissati. Ha detto chiaramente che il gruppo su cui è stata forgiata la nuova formazione è quello brillante e vincente dello scorso anno. Ha detto che non ci sono in programma scudetti o coppe europee ma soltanto l’ambizione e la voglia di crescere. Magari alle coppe ci si penserà domani. Questo è quanto presentato da Lo Monaco che, per le difficoltà oggettive sussistenti, è quanto di meglio questa società ha potuto fare. Magari, con l’aiuto di tutti (meno chiacchiere e più concretezza (“correte ad abbonarvi”) potremmo anche fare meglio in futuro.
Evidentemente c’è qualcuno che non è rimasto soddisfatto (ci sono a Palermo, figuriamoci se non ci dovevano essere a Catania). Bisogna vedere (il problema non riguarda solo Catania ma anche da noi) se basta indossare la sciarpa, rossazzurra o rosanero che sia, o il cappellino con il logo originale della propria squadra per ritenersi di avere i titoli di battere i pugni sul tavolo. Magari, a campionato iniziato ed in presenza di risultati disastrosi, si! Le critiche aspre, pungenti, distruttive, potrebbero avere un senso o una ragione. Ma venir bocciati ancor prima di cominciare, Lo Monaco non poteva dire altro che restituisce i soldi dell’abbonamento a chi non è contento. Una frase, un gesto che vuol dire solamente questo: “noi vogliamo crescere, ma dovete crescere anche voi; e se tu sei tifoso e credi in questa società e credi in noi, il tuo ruolo è quello di darci il tuo sostegno ed il tuo contributo, non la tua disapprovazione o il tuo malcontento perché aspirante a programmi che adesso non si possono mantenere (ma in futuro, vedremo)”.
In fondo, non crediate che chi si presenta allo stadio con l’abbonamento gli ritornino i soldi indietro, la frase così in se, è soltanto una metafora o una provocazione. Insomma, non ha detto "di voi me ne fotto, non siete nessuno". Semmai un "questo potevamo fare, questo per adesso è il nostro passo disponibile, spiacente se in qualcuno abbiamo creato illusioni che non possiamo mantenere.
Domanda per Templare:
Dissi, e lo ripeto oggi senza ripensamenti, che certi comportamenti andavano bene nelle cittadine di serie C dai campi in terra battuta, non a Palermo. Per coerenza non posso pensarla diversamente su Lo Monaco
Dice Lo Monaco, “noi dobbiamo crescere ma dovete crescere anche voi”
Faccio mia questa frase e dico: siamo capaci di indignarci per una, se così si può chiamare, caduta di stile di PPDPL. Visto che siamo in clima di derby, che te ne pare delle litrate di "liquidi organici" che la nostra tifoseria si diletta lanciare di sotto? Se questi comportamenti indegni anche di fiere paesane fanno ancora parte del nostro costume e delle nostre pessime abitudini, come si fa a lagnarsi per le interviste allusive di Papadopulo che sono a confronto una ca22ata colossale.