Dunque, caro Sergio...sulla cultura delle regole non sei certo tu quello che mi può fare nè scuola e nè morale...visto che per te basta che uno abbia indosso una divisa perchè abbia licenza di poter fare quello che vuole...Spaccarotella docet!
Gaspare, non ho la pretesa di fare la morale a nessuno, anche perché credo che ormai, a 46 anni suonati, sei irrecuperabile
. Spaccarotella è stato condannato, ci ha rimesso la carriera, è finito in carcere, pagherà il suo debito con la giustizia. 9 anni di galera, ci sarà un motivo per cui non gli hanno dato l'ergastolo. Datti da solo una spiegazione
. Sempre per rimanere in tema Sandri, le curve d'Italia trovano sempre tempo per esporre una scritta su Sandri (elevato all'alto rango di martire delle ingiustizie e della sopraffazione) ma non se ne vedono mai sui Mario Fonghessi, Giuseppe Tomasetti, Antonio De Falchi, Vincenzo Spagnulo, Tonino Currò e tanti altri, uccisi dal Sandri di turno. I morti allo stadio ci sono: o per eccesso di zelo, da parte delle forze dell'ordine, o per eccesso di cretinaggine da parte dei tifosi. Chissà perché tu trovi sempre biasimo per i primi quando questi sono strettamente conseguenziali all'esistenza dei secondi su cui raramente ti si vede stendere due righe impiegando lo stesso fervore
.
Infatti se non ci fossero i secondi, i primi non avrebbero ragione di esistere.
Due parole sul vocabolo ultras, identificativo di una certa frangia di tifosi di cui tu, a quanto vedo, ti fregi ancora di appartenere (o per chissà quale motivo ancora ne legittimi le gesta): ciò che un tempo era un ideale, un simbolo, uno stile di vita, tutto un crogiuolo di abitudini e di comportamenti i cui fini erano lodevoli e non affatto nocivi per il prossimo, oggi ultras è sinonimo di violenza, di delinquenza, di sopraffazione, di non rispetto delle regole (e finiamola di tirare in ballo le abominevoli condotte del berlusca che con la vita quotidiana dei comuni mortali non c'entra nulla). Quando la propria squadra gioca in casa tu sei in tribuna B, lontano dalle turpe orde della nord, dove si concentra tutto l'ammasso. Ma quando la squadra gioca in trasferta, i turpi si muovono in massa e lungo il loro tragitto devastano autogrill, assaltano tifosi avversari, terrorizzano la gente comune (come accaduto alle 7 di mattina in un bar di Viale Regione Siciliana, meno di un mese fa
) e tu vorresti che le forze dell'ordine che prendono in consegna queste persone, li accolgono con dei mazzi di fiori?
Ci sono trasferte in cui ti ci puoi recare tranquillamente con gli amici, altre addirittura con la famiglia. Altre, purtroppo, in cui i tifosi avversari vengono "prelevati" all'arrivo dalle forze dell'ordine e con modalità coatte che ricordano triste vicende del periodo 38-45 vengono caricati sugli autobus e privati anche di quei basilari diritti presenti in ogni paese democratico (ad esempio quello di scendere una o due fermate prima per rintracciare un bar e farsi uno spuntino); perché questo trattamento? Perché in quello stesso autobus dove sei tu e dove ci sono anche i padri di famiglia e i tanti tifosi corretti che vogliono solo assistere serenamente alla gara, c'è anche quello che devasta gli autogrill, che ruba, sopraffà, provoca, disturba, cerca la sciarra a tutti costi, celerini compresi, che si fa di tutto per farsi nuocere a tutti, perchè deve dimostrare che sono i più forti, i più bravi, i più furbi, i più
spetti e poiché non ce l'hanno scritto in faccia chi è sano di mente e chi invece è guasto, l'uno e l'altro ricevono il medesimo trattamento, le medesime restrizioni. Non ci vedo nulla che mi sorprenda. Purtroppo è tempo di scelta (e non da ora). O segui la tua passione e certe inconvenienze le metti in preventivo e quando ti capitano te li accolli, oppure evita le trasferte diciamo "a rischio".
Anch'io sono stato caricato coattamente dentro l'autobus a Messina e a Reggio Calabria e, sebbene non abbia preso colpi alle spalle, è una condizione che il mio io non riesce più ad accettare per cui da diversi anni ho lasciato il sostenimento dei miei colori nelle gare in trasferta a persone più capaci e più tolleranti, sicuramente più forgiate per situazioni come queste. Ma, a differenza tua, non riesco a individuare nelle forze dell'ordine (nè a livello politico), la responsabilità di tutte le iniziative coatte prese e tutte le misure restrittive a cui si viene sottoposti. Semmai il responsabile è l'ultras imbecille, quello presente in tutte le tifoserie e che della passione per i colori impressi nella sua sciarpa ne fa strumento per sfogare tutto il disagio sociale in cui versa.
Quanto sopra sono solo mie opinioni, non voglio fare la morale a nessuno è nessuno è obbligato a rispecchiarsi in ciò che ho scritto. Liberissimi di sostenere la propria squadra in qualsiasi parte del mondo giochi e di aggaddarsi con chiunque.
PS. Se ti sei preso una manganellata alle spalle potevi farti refertare al più vicino pronto soccorso, dopodichè, con una decina di testimoni presenti all'accaduto potevi anche fare un esposto in questura, magari di lunedì, il giorno in cui sia gli ultras che i celerini tornano a comportarsi da persone normali.
Ps2 Fermato, identificato, annotato, fotografato (di faccia e di profilo), esortato, comandato, magari anche spinto in alcune occasioni, ma non ho mai ricevuto menate alle spalle. Ma forse è colpa della mia faccia da bravo ragazzo!
PS3 Guarda come fila liscio il racconto di Aldo: si presenta ai tornelli, identificato, documenti in regola, titoli per assistere alla gara in regolare possesso, "lei può entrare", e l’accompagna al di là della transenna, auguradogli buona partita (a picca ci mannava puru una "coperta"
). Sicuramente anche lui ha la faccia da bravo cristiano.