Breve replica, giusto per confutare l'evidente sofismo insito nel ragionamento di Peppenappa.
Ai miracoli, caro interlocutore, non può essere chiamato nessuno. Io sono da sempre partigiano del fai-da-te e proprio per questo in tempi non sospetti ero contrario all'ingresso di pulvirenti nell'Acireale proprio perché sospettavo (a ragione come si è visto) che un individuo non acese non potesse essere animato da sana passione nei confronti dei colori granata. Allo stesso modo sono oggi contrario all'ingresso di lo monaco, pur essendo ben consapevole della sua indiscussa competenza, delle sue capacità (bisogna dare vino al vino) e dei suoi contatti più o meno virtuosi, tutti alla radice del miracolo Catania (che lui ha creato e la sua assenza distruggerà).
Tutto coerente, mi pare.
Altra cosa, del tutto diversa, è sapere quali sono i limiti di azione e di possibilità dell'Acireale. Con il Catania in A, anche con una buona gestione e disponiblità economiche maggiori di quelle attuali non si può realisticamente sperare di andare al di là della D (tanto più visto il boicottaggio imposto ai granata). Ne sono la prova gli attuali problemi dell'Acireale, pur con una società seria ed efficiente, nonché il tracollo delle altre importanti società dei dintorni, a cominciare dal Giarre, che una volta dominava al Cibali. Quando il Catania scenderà di categoria, per gli altri si aprirà qualche spazio in più, e l'Acireale potrà realisticamente aspirare a tornare i posti che le competono (direi una tranquilla serie C, con di tanto in tanto qualche puntata in alta classifica; per puntare alla B, come nel passsato, occorrerebbe un altro ritorno del ct in Eccellenza: non si sa mai, non si devono porre ostacoli alla provvidenza, ma per il momento, purtroppo, all'Eccellenza siamo più vicini noi
).
In definitivo, caro Peppenappa, non si tratta ovviamente di patetico vittimismo, ma di sano realismo e di serena valutazione dei fatti e degli attuali rapporti di forza, al momento a noi assolutamente sfavorevoli. Ci sbracceremo al massimo per raggiungere i migliori risultati, e l'attuale dirigenza dell'Acireale lo ha già fatto in modo eccellente: se i risultati sono mancati lo si deve alla penuria economica (chi investe nell'Acireale se tutta la ribalta tocca al ct?) e all'assenza delle condizioni di base per poter progredire. Certo, qualche errore c'è stato, ma senza di essi saremmo al massimo, come negli anni 60, nelle prime posizioni della serie D: con Catania in A come ho già detto questo è l'ineluttabile cap. Non c'è spazio per altri. Bisogna però sperare che la situazione di contesto cambi al più presto, e ora ce ne sono le premesse, e darsi da fare per essere pronti a raccolgliere i frutti del duro lavoro svolto nei momenti più difficili. Certo, nell'immediato, sarebbe meglio riuscire a conservare la serie D, ma anche se ciò non dovesse accadere, pazienza. Siamo pur sempre l'aristocratico Acireale: per noi conta l'essere, non il divenire.
Forza Acireale