Caro Tex Willer, quello che tu dici mostra una scarsa conoscenza dei rapporti storici tra Acireale e Catania e, se mi consenti, tratti la cosa con una buona dose di superficialità.
Di queste cose ho già parlato ripetutamente in questo forum (se scorri i miei interventi ne troverai a iosa) per cui non voglio ripetermi.
Il fatto che Ac e Ct siano vicine è comunque la nostra disgrazia (come noto, anche sportiva), perché è proprio il motivo per cui - malgrado la netta specificità acese, che la distingue visibilmente dai paesi della provincia catanese, anche molto più lontani da ct - Acireale viene spesso assimilata a Catania. Le motivazioni di queste differenze - ti assicuro molto profonde - sono varie, sono storiche, ambientali, di "genius loci" e potrei intrattenerti sul punto per mesi. Ci consideriamo diversi e lo siamo, e non importa se siamo migliori o peggiori, anche se io ho una precisa opinione in merito, e per questo tutti gli acesi gradirebbero la costituzione di una nuova provincia (e in suboridne l'abolizione di tutte le provincie). Non si tratta, si noti, di gretto campanilismo, perché il danno (di immagine, di visibilità, ecc., ecc., ecc.) che subisce Acireale per questa obbligata assimilazione è enorme, in termini di turismo, di sviluppo economico, di cannibalizzazione culturale e commerciale, e "last but not least" di negazione di un'identità orgogliosissima e minacciata.
Nell'Italia dei comuni, d'altronde (e Acireale era una delle poche città siciliane con un'esperienza simile a quelle tipiche del centro-nord Italia per la sua storia di città demaniale) la rivalità tra città vicine è la regola (trovi ridicola la rivalità tra Pisa e Livorno?) ed è forse sotto sotto una delle motivazioni del maggiore sviluppo civico, economico e culturale di quelle zone. Da noi, invece, qualcuno propugna ancora la cultura dei feudi e dei vassalli.
N.B. Ad Augusta c'è qualche tifoso dell'Acireale che sa bene quello di cui parlo.