Oggi andrò allo stadio a tifare come ho sempre fatto per piu' di cinquant'anni ,sbattendomene della contestazione e dei tanti menagrami che non verranno a sostenere la squadra. Non ho contestato e forse non contesterò mai perchè credo che nella natura dell'uomo aziendalista prevalga su tutto l'interesse a lucrare sui suoi investimenti. Si tratta di una convinzione che nasce dalla constatazione che il sistema calcio,non solo, ma anche quello di qualunque attività produttiva, esprime un orientamento preciso che esalta soprattutto l'egoismo nella sua forma piu' esasperata, senza che esso venga regolato dal principio dell'aiuto scambievole.Non c'è mutualità, e nel calcio è finita l'era del mecenatismo che contraddistinse la storia dei suoi primi anni.
Chi pensa che Pulvirenti vada contro questo orientamento non ha capito niente: fa quello che lui crede possa portare giovamento alla società, e per questo mette in campo con convinzione tutte le sue risorse al fine di trarre utile e dare credibilità alla sua azione.
Certo ha commesso e commette errrori, anche gravi, ma è utopistico e nessuno può imporre diktat come quelli messi in atto da quella grossa fetta di tifosi che ancora oggi continuerà nella protesta, quantomeno singolare, di disertare lo stadio.
Io ci sono e ci sarò sempre...finchè morte non ci separi...