Sì, ok, discorso che quadra.
Ma rimane il fatto che il Catania, senza 10-12 giocatori (e qui il problema è un altro), diventa una squadra da salvezza e la media punti rispecchia questo potenziale. Il discorso diventa diverso se un allenatore non è obbligato a schierare solo i giocatori a disposizione, ma può scegliere in base all'idea di gioco e alla struttura che considera più adatta al campionato. Oltretutto, potendo contare sui giocatori che scegli, puoi lavorare sui limiti e sui punti di forza della squadra che conosci. Nella situazione attuale, invece, è un continuo arrangiarsi, giocando le partite in continuo equilibrio con i problemi e affidando il gioco offensivo all'improvvisata inventiva di Rosina, con uno sterile possesso palla che non porta a nulla. Il risultato è che abbiamo fatto solo due gol su azione, quelli di Calaiò, uno dei quali su palla inattiva.
Prendere a modello le squadre modeste tecnicamente ma determinate agonisticamente è inutile. Il Catania non ha queste caratteristiche, perché la maggior parte dei giocatori hanno un'altra indole e sono, oggettivamente, superiori tecnicamente (anche se non sono granché, a parte qualcuno). Per poter fare una squadra di ragazzi che si sfiancano 90' e si sottopongono a sacrifici tattici, avrebbero dovuto vendere quasi tutti i calciatori della rosa. Il Catania si porta dietro tutta una struttura tecnica che era cominciata con Montella, una squadra costruita diversamente dal vecchio Catania di Lo Monaco, che aveva come registi gente come Edusei, Biagianti e Carboni (tecnicamente non eccelsi, ma bravi a recuperare palla e a darla al compagno più vicino). Da quell'anno in poi (sono passati solo tre anni), la qualità del centrocampo (a partire da Lodi e Almiron) è cambiata e la squadra è stata sempre fatta con l'idea del possesso palla e del palleggio. A parte Rinaudo, non abbiamo gente che ringhia e riparte. Quindi, è inutile adeguarli a fare un calcio diverso, il Catania - ammesso che non abbia 10 indisponibili - dovrà giocarsi le partite sempre, mantenendo compattezza, certamente, senza sbilanciarsi, certamente, ma deve fare la partita. L'Entella, il Cittadella, il Varese, il Crotone, il Carpi, la Pro Vercelli e tutte le altre facciano il loro gioco basato sulla modestia tecnica dei loro (onesti) giocatori.
A febbraio, tutta questa grande corsa e questo ardore agonistico finiranno. Si ritroveranno con la lingua a penzoloni. E da febbraio ci saranno ancora 18 partite da giocare. In serie B da febbraio in poi la classifica cambia, le posizioni si ribaltano e, a parte alcune eccezioni, nulla è deciso. Ovviamente, parlo di febbraio solo per riferirmi al fatto che possono correre come forsennati solo per un po' di mesi e non per tutto il campionato e il Catania deve fare punti subito e il più possibile, in qualsiasi condizione e situazione.
Ecco perché considero assurdo sentire parlare di salvezza proprio adesso. Il discorso non sta né in cielo né in terra ed è inutile prendere ad esempio lo scorso anno, quanto meno sull'aspetto tecnico. Se poi la dirigenza commetterà i medesimi errori dello scorso anno, questo è un altro discorso, che prescinde dall'aspetto tecnico.
Infine, sarà pure una serie B modesta, ma alcune squadre giocano un calcio ottimo, non bello, anzi brutto, ma efficace ed eseguito a memoria e con una soluzione ad ogni esigenza (ad esempio, il Frosinone di Stellone o il Perugia). E non è solo questione di corsa, ma di progetti costruiti con umiltà e con la consapevolezza dei propri mezzi (modesti ma con alcune eccezioni). Inoltre, in mezzo a tanta pochezza tecnica, ci sono alcuni under 21 che sono in serie B solo di passaggio, ma saranno presto in serie A, perché sono forti, e altri under 21 che pur non essendo particolarmente interessanti, non sono di certo inferiori a gente che offre le performance dei nostri Peruzzi, Monzon, Sauro, Leto, Chrapek, Calello e i giovani della Primavera.