Su Pellegrino non mi sono sbilanciato, nutrivo qualche remora sin dall'inizio e in cuor mio mi auguravo di sbagliare, mi basto' pero' la prima mezz'ora col Lanciano per capire che non era cosa per la quale e che cercava di abbarbicarsi sungli specchi nel tentativo di gestire una formazione non sua, considerazione , tra l'altro,pienamente condivisa con Catanisazzu e di chi vicino a noi ....ne masticava un po' di calcio...io, cinni rissi di tutti i culuri, Catanisazzu piu' contenuto ma altrettanto convinto inveiva contro, mentre io mi sdurrubbai cco sceccu ccu tutti i carrubbi
Non che avessimo scoperto chissa' che , ma appariva tanto lapalissiano che anche un guercio si sarebbe accorto della mancanza di equilibrio tra i reparti ,del l'improvvisazione della manovra ,della mancanza di acume tattico e della occupazione e aggressione degli spazi che erano completamente deficitari e in alcuni casi mancanti: un bailamme
tecnico che si trascinava appresso, annullandolo, il buon lavoro dei tre davanti.
Io invece mi sono sbagliato e non ho problemi ad ammetterlo. Ma non è stato un errore di valutazione, perché non mi illudevo che fosse un navigato stratega, ma speravo che potesse gestire il gruppo, valorizzare alcuni calciatori in cerca di riscatto e integrare alcuni giovani in una categoria piena di giovani. Non è andata così.
Per quanto riguarda le formazioni mandate in campo, nessuno stupore, sapevamo già che il suo lavoro era parallelo alle strategie societarie, altrimenti non gli avrebbero affidato la squadra e non lo avrebbero recuperato come guida tecnica. Era già da un pezzo che aveva lasciato le panchine per lavorare nelle giovanili.
Lo scorso anno ci fu una partita che poteva essere determinante, era la cosiddetta “ultima spiaggia”, mi riferisco alla partita in casa dell'Hellas Verona. Tutti noi speravamo che non facesse il 4-2-3-1 con Lodi mediano, tutti noi speravamo che non mettesse Monzon sulla fascia in cui agiva Iturbe. Invece, le cose andarono proprio come temevamo e prendemmo una sonora lezione.
Ormai è acqua passata, guardiamo avanti e speriamo che Sannino riesca a
strogghiri stu ruppu. Per quanto riguarda Pellegrino, la mia stima per il professionista è ancora intatta.
Su Leto, caro Nelson, pensavo avessi per lui maggiore considerazione non fosse altro per i suoi trascorsi, per l'infortunio, per l'integrazione in un calcio a lui nuovo e poi , ma questo per molti non conta ma ,piaccia o no ,durante la sessione di calciomercato e' stato il calciatore che ha avuto maggiori richieste giunte sia di societa' italiane che estere.
Ha fatto danni? Quali sarebbero, se non quelli e quanti ne hanno fatto tutti gli uomini ,nessuno escluso , della rosa nello scorso anno!!?
Su Sannino che dire, non posso che ripetermi su quanto la stampa e voi avete detto. Aspetto in rigoroso silenzio fino alla prima partita per capire quali sono le intenzioni sue e anche quelle della societa'.
Ti rispondo volentieri.
Io avevo una buona considerazione di Leto, ma il tempo passa e i fatti mi inducono ad avere un parere obiettivo su quanto di buono non ha fatto.
Lo scorso anno, carico di entusiasmo come tutti, mi esaltai nello scoprire alcune potenzialità di questo calciatore. Parliamo di capacità innate, cose che non puoi comprare al supermercato e che non puoi imparare con il lavoro e l'applicazione. Mi riferisco alla sua capacità di calciare il pallone in corsa. Poche volte ho visto giocatori con questa predisposizione, tant'è che azzardai un lontano paragone con gente come Recoba e Chevanton (ribadisco, capacità di calciare).
Molti calciatori possono allenarsi per ore, alla ricerca del giusto movimento e della giusta coordinazione, al fine di porre il piede d'appoggio vicino al pallone e colpire di collo piede. Ma a partita in corso, tutto ritorna difficile. Ecco, Leto, nonostante la scarsa forma fisica, nonostante tutte le sue pecche, non ha bisogno di pensare a nulla, esegue con estrema facilità. Ma tu sai bene che un calciatore non può essere stimato solo per questo.
Quando arrivò a Catania e fu presentato ufficialmente, aveva un'aria un
anticchia arrogante, parlava come se fosse stato convinto di venire a Catania. A tal proposito ho due cose da dire: 1) un calciatore che è reduce da un devastante infortunio, che ha rescisso (rescisso) a gennaio il contratto con la sua precedente squadra, che avrà bisogno di tempo per recuperare, dovrebbe apprezzare una squadra emergente che ha la fama di recuperare calciatori reduci da infortunio; 2) Oltretutto, il Catania non era una squadra di pellegrini, avevamo raggiunto l'ottavo posto ed eravamo noti per essere una Società virtuosa, senza grossi picchi ma senza pesanti tonfi. E stiamo parlando del campionato italiano.
Eviterò di approfondire ulteriormente.
Dico solo che abbiamo aspettato sfregandoci le mani, ma di fatto (di fatto), Leto a Catania ha solo fatto due bei gol, niente altro. Nulla di personale, solo insoddisfazione per le sue prestazioni, alla stessa stregua delle tue insoddisfazioni riguardo a Barrientos e Castro, che, di fatto, hanno fatto molto meglio di Sebastiàn Eduardo.
Il tempo passa, Leto non ha fatto nulla (ed è passato un anno, che è un arco di tempo immenso nella carriera di un calciatore), è arrivato insieme a un altro bidone sullo stesso carretto di Cosentino e il risultato è che dall'ottavo posto e dalla Società modello, ci ritroviamo in serie B e abbiamo sulle spalle il primo esonero.
GP, mi piace leggerti, molto, ma non riesco a credere che tu dia credito a teorie secondo cui Leto fosse il calciatore del Catania più richiesto nel calciomercato. No, non posso credere che tu ci creda. Innanzitutto ci sarebbe da capire come sono strutturati i contratti (annuali e con opzioni e cavilli di rinnovo) che sta facendo Cosentino. Ma non mi soffermo su questo argomento perché non mi piace parlare di cose che non conosco. Ma di fatto, se qualcuno si è interessato, è stato principalmente per il più classico dei motivi: il saldo. O dobbiamo davvero credere che si era in procinto di fare un'asta per Frison, la fila per Monzon e la corsa a Leto? Io so solo che Lodi e Bellusci sono stati ceduti per delle cifre inferiori al valore dell'anno precedente e forse anche inferiori al reale valore dei giocatori stessi.
Ma lasciamo perdere questo argomento e passiamo alle tue domande: quali danni ha fatto Leto? Nessuno, proprio perché non ha fatto niente:
1) Dopo una stagione fallimentare e sotto certi aspetti ridicola (mi dispiace, ma è così, avevamo quasi la stessa squadra che l'anno prima aveva ottenuto un ottavo posto, che appariva persino striminzito, se pensiamo a quanti punti abbiamo perso all'ultimo minuto), ci siamo rivolti con tanto ottimismo alla nuova stagione; e devo dire che il numero di abbonati e la quantità di persone fiduciose è stata una dimostrazione di lungimiranza del pubblico rossoazzurro, ormai educato a un'idea di programmazione che ha imparato da otto anni di serie A e dalla definizione di “Società virtuosa”. Leto ha avuto tutti gli alibi, le scusanti e le giustificazioni dovute al recupero da un brutto infortunio e tutti si sono dimenticati delle modeste prestazioni dello scorso anno;
2) Ma inizia il campionato e scopriamo un Leto non ancora recuperato, decisamente appesantito e completamente fuori forma, al punto da non essere tra i titolari, nonostante le buoni intenzioni di Società e tecnico;
3) Il giocatore ha fondamentali tecnici non indifferenti, ma sembra essere non collocabile tatticamente. Dove lo mettiamo? Ma davvero dobbiamo credere alla barzelletta secondo cui fa l'esterno d'attacco coprendo il terzino di competenza? Io lo vedo solo come seconda punta, ma non mi sognerei di metterlo al posto di Rosina e in copertura dà meno garanzie di Castro. Infine, non è un calciatore che emerge per agonismo, detta in soldoni: Leto è uno di quelli che non corre. E non credo che sia necessario essere "l'uomo invisibile" e spiare a Torre del Grifo per capire che non è un trascinatore e nemmeno uno che fa gruppo.
Per concludere, stiamo tutti aspettando che faccia cose buone, recuperi definitivamente dall'infortunio e recuperi uno stato di forma evidentemente ancora carente. Siamo tutti tifosi di Leto, stiamo aspettando lui e saremo compiaciuti quando farà la differenza. Ma di fatto, usando una metafora che ci hai ricordato (giustamente), sono i maccheroni che saziano; e il piatto che fin ora ci ha servito Leto, è un piatto con pochi maccheroni schitti.