Autore Topic: Spari all'Olimpico  (Letto 6986 volte)

Offline ivan

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #15 il: 05 Maggio 2014, 11:02:11 pm »


LUIS, la magistratura, a parte qualche eccezione come coloro che si sono (o sono stati) immolati, o qualcun'altro, nel suo complesso è ridicola, perchè le leggi possono essere interpretate anche in modo più severo anzichè buonista, dando sempre il massimo della pena prevista per quel reato, e facendola scontare sempre tutta, anzichè fare sempre il contrario, sopratutto in presenza di crimini efferati, e dimostrando efficienza e rapidità di giudizio sempre, non solo a convenienza e solo per alcuni personaggi (chiunque essi siano), anzichè rilasciare l'indomani, coloro che le forze dell'ordine assicurano alla giustizia (si fa per dire), forze dell'ordine che ormai sono rassegnate ad essere derise da tutti quelli che vengono arrestati e rilasciati il giorno dopo (sempre che non si chiamino Cellino o Corona).

Se poi anche tu sei di quelli che pensano che i delinquenti sono solo delle vittime della società e dell'ambiente, e non dei colpevoli da punire, allura ci levu manu.


 


Offline ivan

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #16 il: 05 Maggio 2014, 11:13:15 pm »
LUI, Caro Gaspare, per quanto mi riguarda è solo un vecchio rimbambito che dovrebbe ricoverarsi in un ospizio per anziani (e non per servizio sociale), e ritirarsi da qualunque attività, ma è talmente rimbambito che non lo capisce.
E per mia fortuna non è in cima ai miei pensieri, anzi!, come invece sembra che sia per alcuni di voi, appena vi svegliate la mattina e spesso durante il giorno, credo proprio che quando non ci sarà più, vi sentirete persi, non avendo più il vostro principale argomento di discussione.
E poi stai attento, non lo sai che l'odio è l'anticamera dell'amore ::)


 

Offline LUIS

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #17 il: 05 Maggio 2014, 11:38:53 pm »


LUIS, la magistratura, a parte qualche eccezione come coloro che si sono (o sono stati) immolati, o qualcun'altro, nel suo complesso è ridicola, perchè le leggi possono essere interpretate anche in modo più severo anzichè buonista, dando sempre il massimo della pena prevista per quel reato, e facendola scontare sempre tutta, anzichè fare sempre il contrario, sopratutto in presenza di crimini efferati, e dimostrando efficienza e rapidità di giudizio sempre, non solo a convenienza e solo per alcuni personaggi (chiunque essi siano), anzichè rilasciare l'indomani, coloro che le forze dell'ordine assicurano alla giustizia (si fa per dire), forze dell'ordine che ormai sono rassegnate ad essere derise da tutti quelli che vengono arrestati e rilasciati il giorno dopo (sempre che non si chiamino Cellino o Corona).

Se poi anche tu sei di quelli che pensano che i delinquenti sono solo delle vittime della società e dell'ambiente, e non dei colpevoli da punire, allura ci levu manu.





rispetto le tue idee ma non le condivido assolutamente ed anzi ti invito a documentarti in modo approfondito sull'argomento.
premesso che chi delinque va punito seriamente con delle pene afflittive certe, ti esorto a
riflettere su alcuni provvedimenti normativi che sono stati emanati dai nostri politici (alcuni dei quali condannati in via definitiva) in materia come la legge Cirielli ed il recente decreto svuota carceri.
In generale, è l'intero settore della giustizia che versa in condizioni disastrose a causa di una legislazione
eccessiva, contraddittoria ed incoerente, legislazione che spesso si è trovata in conflitto di interessi (e non mi riferisco solo al solito nome noto) e che ha avuto tutto l'interesse a rallentare l'efficacia e l'efficienza
della stessa magistratura.
adieu.
 


 
« Ultima modifica: 05 Maggio 2014, 11:43:53 pm da LUIS »

Offline GASPARE

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #18 il: 06 Maggio 2014, 10:08:41 am »
LUI, Caro Gaspare, per quanto mi riguarda è solo un vecchio rimbambito che dovrebbe ricoverarsi in un ospizio per anziani (e non per servizio sociale), e ritirarsi da qualunque attività, ma è talmente rimbambito che non lo capisce.
E per mia fortuna non è in cima ai miei pensieri, anzi!, come invece sembra che sia per alcuni di voi, appena vi svegliate la mattina e spesso durante il giorno, credo proprio che quando non ci sarà più, vi sentirete persi, non avendo più il vostro principale argomento di discussione.
E poi stai attento, non lo sai che l'odio è l'anticamera dell'amore ::)

...no, altro che rimbambito...è lucidissimo...e per me dovrebbe stare in galera, altro che ospizio...come un qualunque normale cittadino che commette un reato, altro che 4 ridicole ore alla settimana ai servi sociali  8D ...perchè il vero problema della giustizia italiana, Ivan carissimo, è che fa la forte coi deboli...ed è debole coi forti...

Ma...non è tanto questo quello che volevo dire...nè che u Zu Sivviu Baciamulimanu è in cima ai tuoi pensieri...mi stupisco clamorosamente del fatto che non capisci che il pesce puzza dalla testa...come giustamente ribadisce LUIS...

Ti chiedo...seriamente....ma questa generazione che esempi ha avuto in questi anni!?...che società si è costruito, quali valori, quale cultura, quale senso del dovere, della responsabilità, di bene comune, si è trasmesso!?...quale idea di giustizia hanno i ragazzi di oggi!?...e chi ha massacrato, stravolto, reso scientificamente interpretabile il Codice Penale, i magistrati!?  8|

Ancora domenica, caro Ivan, potevi vedere un noto politico catanese...guarda caso di Forza Italia (ma fosse anche del PD, del M5S, della Lista Tsipras!!)...che raccoglieva voti fra i tifosi dando la propria solidarietà alle curve in sciopero contro la società...ma davvero, una persona adulta ed intelligente come te, non le nota le falsità e le storture retoriche ed ipocrite di questo Paese, facendone una questione ideologica tipo anni '50!?

Ciao
Noli offendere patriam Agathae, quia ultrix iniuriarum est

Offline GASPARE

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #19 il: 06 Maggio 2014, 01:45:11 pm »
Da 48 giorni, alla Camera, c'è un deputato che dovrebbe stare in galera. Si chiama Francantonio Genovese e, una volta tanto, non sta a destra. È un alto dirigente del Pd, ras di Messina, padrone del partito in Sicilia, ex Dc, ex Margherita, ex veltroniano, ex franceschiniano, ex bersaniano, ultimamente renziano, emblema del conflitto d'interessi (per i rapporti azionari con la "Caronte", la società dei traghetti sullo Stretto) e del clientelismo con mezza famiglia (lui compreso) nella mangiatoia della formazione professionale, dunque portatore insano di almeno 20 mila voti, dunque candidato alle Politiche e subito dopo indagato.

Il 18 marzo il gip di Messina ha spiccato nei confronti suoi e di quattro presunti complici (la moglie era già in cella da tempo) un ordine di custodia per associazione per delinquere finalizzata al peculato, alla truffa e al riciclaggio, sequestrando 6 milioni di euro di refurtiva intascata - secondo l'accusa - da Genovese & C. a suon di fatture false.

Mentre però gli altri quattro finivano ipso facto in gattabuia, il cosiddetto onorevole restava a piede libero e seguitava a circolare indisturbato a Montecitorio grazie alle guarentigie costituzionali trasformate dalla casta in privilegio medievale



...e Renzie fa lo scandalizzato per una maglietta...

 8-)
Noli offendere patriam Agathae, quia ultrix iniuriarum est

Offline vasco

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #20 il: 06 Maggio 2014, 02:12:16 pm »
Torno sull'argomento iniziale per mettere a fuoco alcuni punti. Premetto che è difficile scrivere su un argomento diverso da quello di questo forum, senza cadere nella banalità degli argomenti che in questi giorni il circo mediatico ci ha propinato a piene mani. L'informazione-spettacolo o, se volete, lo spettacolo dell'informazione, condotta da pseudo giornalisti della domenica, si è messa in moto travolgendo con confuse e gridate chiacchiere l'essenza di ciò che è successo. E i campioni della politica-spettacolo, di cui in questo tempo abbiamo esimi rappresentanti, non hanno mancato di fiondarsi negli studi televisivi o nelle redazioni, cavalcando l'onda della consueta "indignazione" per ciò che è successo.

Dicevo nell'altro post, che non occorre nessuno "sforzo" straordinario, ma solo utilizzare un solo peso ed una sola misura sempre. Peso e misura che si chiama: legge. Al fine di tutto infatti c'è il rapporto fra libertà dei cittadini ed autorità di cui la legge è suprema garanzia.
Infatti esistono già le leggi per prevenire e reprimere ciò che è accaduto sabato ma occorre la ferrea volontà di attuarle, senza se, senza ma e senza sconti. Ma andiamo per ordine.

I tifosi, di qualunque età, devono avere la libertà di recarsi allo stadio, con striscioni, bandiere e con tutto ciò è serve per partecipare al tifo per la propria squadra in un clima di festa e di divertimento. Questa libertà deve essere garantita dall'autorità delle istituzioni e non da altri, meno che mai da semplici cittadini elevatisi a capi-popolo.
Tutti stanno dando addosso a Genny "a carogna" creando come al solito il "capro espiatorio" che lava la coscienza di non aver saputo fare il proprio mestiere né nell'organizzazione della sicurezza dell'evento, né nel racconto a caldo attraverso i mass-media di ciò che stava accadendo. Quell'uomo non è uno stinco di santo, ma quella sera non doveva stare sulla balaustra dello stadio né doveva essere esposto al mondo per un quarto d'ora come un'autorità. Esistono gli spaker per dare le comunicazioni nello stadio. La sua scandalosa maglietta poi, gira addosso a tantissimi frequentatori degli stadi da anni, ma mai nessuno se ne é accorto né ha avuto niente da ridire, non faceva audience. Per lo spettacolo dell'informazione "Genny a carogna" è perfetto, ha il nome giusto e "le physique du role". Alza dli ascolti (l'audience), potrebbe essere l'esperto in materia da invitare nei talk show oppure prossimamente sul "Grande fratello". Peccato che la signora Raciti (alla quale va tutto il mio rispetto per essere stata privata della libertà di vivere la sua vita accanto all'uomo padre dei suoi figli), si presti a diventare parte di questi show dell'informazione spettacolo che aspettano che si verifichi l'evento, quando invece dovrebbe incarnare nell'azione educativa delle istituzioni, la continua memoria di ciò che non devrebbe più accadere.

Il fatto grave si è verificato fuori dallo stadio. Non c'è nulla di "sportivo" nell'organizzare un agguato a mano armata. Si tratta di delinquenza pura che approfitta del trambusto e delle falle dell'organizzazione dell'ordine pubblico, per compiere atti di violenza, verso chi e cosa capita a tiro: tifosi di un'altra squadra, polizia, vetrine ecc.. Sono quei soggetti che girano l'Italia alla ricerca di queste situazioni, per creare gli incidenti, accendendo la miccia dove si intravede la possibilità di farlo e al contempo di farla franca.
Ed è qui che l'autorità non ha saputo fare il proprio mestiere. Questi soggetti sono conosciuti dalle DIGOS di tutta Italia, così come i posti in cui si può accendere la miccia degli incidenti sono prevedibili (una colonna di pulmann o le strade che portano allo stadio), visto che tutto accade sempre in prossimità dello stadio e per questo le vie adiacenti sono piene di telecamere che permettono di seguire ogni piccolo movimento ed inquadrare ogni viso.

La grande panzana di questi giorni è quella del Presidente del Consiglio il quale evidentemente "mal consigliato" vuol fare pagare alle società il servizio d'ordine. Insomma le società di calcio dovrebbero pagare per combattere la "delinquenza". Saremmo di fronte alla "privatizzazione" della funzione pubblica per eccelleza: l'ordine e la sicurezza dei cittadini. E la sicurezza degli scioperi e delle manifestazioni pacifiche, sistematicamente agitate dalle incursioni degli incappucciati (gli stessi) chi la dovrebbe pagare?
E' la politica che come, invece, al solito non sa assumersi le proprie responsabilità. Si ricadrebbe nell'errore della "responsabilità oggettiva" attribuita in capo alle società sportive, messe in questo modo sotto scacco da delinquenti che con lo sport non c'entrano nulla. Le società "devono" collaborare per la sicurezza negli stadi, favorendo il tifo buono, quello vero, quello della festa; e l'unica responsabilità da attribuire loro dovrebbe essere quella omissiva.
Del resto esiste una misura drastica come la chiusura delle curve che si deve configurare (e dalle società così dev'essere intesa, senza ricorsi e senza richieste di abbuoni) non come una punizione alla società ma come l'esercizio dell'autorità verso un gruppo ampio di persone che frequenta quel luogo non per il fine per cui esiste (il divertimento della domenica), ma per commettere reati gravi.

La sicurezza dei cittadini è un "bene pubblico" di cui l'autorità deve assumersi la responsabilità, senza fare distinzioni di città, di tifoserie, di società sportive. Per anni si sono fatti passare gli atti di delinquenza commessi fuori dagli stadi, come un'effetto collaterale dello sport quando invece è un effetto diretto dell'incapacità da parte dell'autorità di applicare la legge. Andare avanti per slogan tipo la "soluzione inglese della signora Tatcher" o "il DASPO a vita" non serve a niente, visto che chi commette quegli atti non ha nessun interesse per lo sport e per il divertimento la domenica allo stadio.

Già lo stadio. Da anni si aspetta la legge sugli stadi, che permetterebbe di creare luoghi "strutturalmente" sicuri ubicati in aree meglio controllabili, ma la politica deve trovare "gli equilibri" e contemperare gli interessi. Anche questo fa parte di quella incapacità della politica e dell'informazione spettacolo che campeggia negli show di questi giorni. A che serve parlare dei problemi quando abbiamo in primo piano Genny "a carogna"?

Offline GASPARE

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #21 il: 06 Maggio 2014, 02:40:21 pm »
Torno sull'argomento iniziale per mettere a fuoco alcuni punti. Premetto che è difficile scrivere su un argomento diverso da quello di questo forum, senza cadere nella banalità degli argomenti che in questi giorni il circo mediatico ci ha propinato a piene mani. L'informazione-spettacolo o, se volete, lo spettacolo dell'informazione, condotta da pseudo giornalisti della domenica, si è messa in moto travolgendo con confuse e gridate chiacchiere l'essenza di ciò che è successo. E i campioni della politica-spettacolo, di cui in questo tempo abbiamo esimi rappresentanti, non hanno mancato di fiondarsi negli studi televisivi o nelle redazioni, cavalcando l'onda della consueta "indignazione" per ciò che è successo.

Dicevo nell'altro post, che non occorre nessuno "sforzo" straordinario, ma solo utilizzare un solo peso ed una sola misura sempre. Peso e misura che si chiama: legge. Al fine di tutto infatti c'è il rapporto fra libertà dei cittadini ed autorità di cui la legge è suprema garanzia.
Infatti esistono già le leggi per prevenire e reprimere ciò che è accaduto sabato ma occorre la ferrea volontà di attuarle, senza se, senza ma e senza sconti. Ma andiamo per ordine.

I tifosi, di qualunque età, devono avere la libertà di recarsi allo stadio, con striscioni, bandiere e con tutto ciò è serve per partecipare al tifo per la propria squadra in un clima di festa e di divertimento. Questa libertà deve essere garantita dall'autorità delle istituzioni e non da altri, meno che mai da semplici cittadini elevatisi a capi-popolo.
Tutti stanno dando addosso a Genny "a carogna" creando come al solito il "capro espiatorio" che lava la coscienza di non aver saputo fare il proprio mestiere né nell'organizzazione della sicurezza dell'evento, né nel racconto a caldo attraverso i mass-media di ciò che stava accadendo. Quell'uomo non è uno stinco di santo, ma quella sera non doveva stare sulla balaustra dello stadio né doveva essere esposto al mondo per un quarto d'ora come un'autorità. Esistono gli spaker per dare le comunicazioni nello stadio. La sua scandalosa maglietta poi, gira addosso a tantissimi frequentatori degli stadi da anni, ma mai nessuno se ne é accorto né ha avuto niente da ridire, non faceva audience. Per lo spettacolo dell'informazione "Genny a carogna" è perfetto, ha il nome giusto e "le physique du role". Alza dli ascolti (l'audience), potrebbe essere l'esperto in materia da invitare nei talk show oppure prossimamente sul "Grande fratello". Peccato che la signora Raciti (alla quale va tutto il mio rispetto per essere stata privata della libertà di vivere la sua vita accanto all'uomo padre dei suoi figli), si presti a diventare parte di questi show dell'informazione spettacolo che aspettano che si verifichi l'evento, quando invece dovrebbe incarnare nell'azione educativa delle istituzioni, la continua memoria di ciò che non devrebbe più accadere.

Il fatto grave si è verificato fuori dallo stadio. Non c'è nulla di "sportivo" nell'organizzare un agguato a mano armata. Si tratta di delinquenza pura che approfitta del trambusto e delle falle dell'organizzazione dell'ordine pubblico, per compiere atti di violenza, verso chi e cosa capita a tiro: tifosi di un'altra squadra, polizia, vetrine ecc.. Sono quei soggetti che girano l'Italia alla ricerca di queste situazioni, per creare gli incidenti, accendendo la miccia dove si intravede la possibilità di farlo e al contempo di farla franca.
Ed è qui che l'autorità non ha saputo fare il proprio mestiere. Questi soggetti sono conosciuti dalle DIGOS di tutta Italia, così come i posti in cui si può accendere la miccia degli incidenti sono prevedibili (una colonna di pulmann o le strade che portano allo stadio), visto che tutto accade sempre in prossimità dello stadio e per questo le vie adiacenti sono piene di telecamere che permettono di seguire ogni piccolo movimento ed inquadrare ogni viso.

La grande panzana di questi giorni è quella del Presidente del Consiglio il quale evidentemente "mal consigliato" vuol fare pagare alle società il servizio d'ordine. Insomma le società di calcio dovrebbero pagare per combattere la "delinquenza". Saremmo di fronte alla "privatizzazione" della funzione pubblica per eccelleza: l'ordine e la sicurezza dei cittadini. E la sicurezza degli scioperi e delle manifestazioni pacifiche, sistematicamente agitate dalle incursioni degli incappucciati (gli stessi) chi la dovrebbe pagare?
E' la politica che come, invece, al solito non sa assumersi le proprie responsabilità. Si ricadrebbe nell'errore della "responsabilità oggettiva" attribuita in capo alle società sportive, messe in questo modo sotto scacco da delinquenti che con lo sport non c'entrano nulla. Le società "devono" collaborare per la sicurezza negli stadi, favorendo il tifo buono, quello vero, quello della festa; e l'unica responsabilità da attribuire loro dovrebbe essere quella omissiva.
Del resto esiste una misura drastica come la chiusura delle curve che si deve configurare (e dalle società così dev'essere intesa, senza ricorsi e senza richieste di abbuoni) non come una punizione alla società ma come l'esercizio dell'autorità verso un gruppo ampio di persone che frequenta quel luogo non per il fine per cui esiste (il divertimento della domenica), ma per commettere reati gravi.

La sicurezza dei cittadini è un "bene pubblico" di cui l'autorità deve assumersi la responsabilità, senza fare distinzioni di città, di tifoserie, di società sportive. Per anni si sono fatti passare gli atti di delinquenza commessi fuori dagli stadi, come un'effetto collaterale dello sport quando invece è un effetto diretto dell'incapacità da parte dell'autorità di applicare la legge. Andare avanti per slogan tipo la "soluzione inglese della signora Tatcher" o "il DASPO a vita" non serve a niente, visto che chi commette quegli atti non ha nessun interesse per lo sport e per il divertimento la domenica allo stadio.

Già lo stadio. Da anni si aspetta la legge sugli stadi, che permetterebbe di creare luoghi "strutturalmente" sicuri ubicati in aree meglio controllabili, ma la politica deve trovare "gli equilibri" e contemperare gli interessi. Anche questo fa parte di quella incapacità della politica e dell'informazione spettacolo che campeggia negli show di questi giorni. A che serve parlare dei problemi quando abbiamo in primo piano Genny "a carogna"?

QUOTO  =D>
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Offline bua

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #22 il: 06 Maggio 2014, 04:25:21 pm »
http://www.huffingtonpost.it/luca-marcenaro/genny-a-carogna-speziale-libero-_b_5271465.html?utm_hp_ref=italy

"Speziale libero": la maglietta di Genny 'a carogna non è lo scandalo

Pubblicato: 06/05/2014 10:41

Il sindacato di polizia applaude gli agenti condannati per l'omicidio di Federico Aldrovandi: "Innocenti!". L'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale, grida al golpe. I suoi fedelissimi ne chiedono la libertà e parlano di complotto. Lo scorso anno hanno persino occupato l'ingresso del Palazzo di Giustizia di Milano. "Toghe rosse", gridavano.

Adriano Sofri, condannato in via definitiva per l'omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi, ha raccolto negli anni la solidarietà di un bel pezzo di classe dirigente, che ha contestato la regolarità dei processi prima, e ne ha chiesto a gran voce la scarcerazione poi. (Chi scrive, per la cronaca, metterebbe tutte e due le mani sul fuoco sulla sua innocenza).

Tutto lecito, tutto legittimo. In uno Stato di Diritto, è cosa nota, è possibile pensare ciò che si vuole, ed è possibile esprimere il proprio pensiero non essendo concepito il reato di opinione. La regola vale per tutti. O quasi.

Già, perché a leggere i giornali di questi giorni, questo diritto sembrerebbe valere per tutti, ma non per Genny, il tifoso del Napoli detto 'a carogna. Nel suo caso, indossare una maglietta con su scritto "Speziale libero", diventa "una folle provocazione", "un incitamento alla violenza".

Chi scrive, per la cronaca, non metterebbe nessuna delle sue mani sul fuoco sull'innocenza di Speziale, né lo farebbe sui comportamenti del tifoso napoletano Genny, che non sta a me giudicare se carogna, oltre che per nomignolo, lo sia anche di fatto.

Non è questo il punto, però. Il punto è che chiedere la libertà di un detenuto in democrazia non è un reato, e non dovrebbe essere nemmeno uno scandalo. Il punto è che scrivere "Speziale libero" non significa inneggiare alla morte di Raciti. Il punto è che lo Stato di diritto serve per tutelare anche i diritti e i pensieri di quelli che non ci piacciono, di quelli che nella loro vita si saranno pure macchiati di gesti ignobili, ma a cui per nessun motivo al mondo va negata la possibilità di esprimere quella che resta un'opinione. O una speranza.

Mettere sullo stesso piano la maglietta "Speziale libero" con la violenza che si è scatenata prima della partita di sabato non è solo un'ingiustizia, un errore, è anche il modo per non distinguere, e quindi paradossalmente avvicinare, dei cittadini tifosi che denunciano la presunta ingiustizia di una sentenza, con quelli che vanno in giro con la beretta in tasca, il casco in testa e le spranghe sotto i sedili delle macchine. È la differenza che passa tra il rispetto della legge, e le cicliche ondate di indignazione dei moralisti un tanto al chilo.


Ps. Speziale, che di nome fa Antonino, è stato condannato ad 8 anni di prigione per l'omicidio di Filippo Raciti, l'ispettore di Polizia ucciso nel 2007 durante gli scontri che scatenarono l'inferno poco prima del derby Catania-Palermo. Minorenne all'epoca dei fatti, Antonino Speziale è stato accusato di aver provocato la morte dell'ispettore di Polizia colpendolo con un lavandino metallico divelto dai bagni dello stadio. Lui, per quel che vale, continua a professare la sua innocenza. I suoi legali hanno chiesto la revisione del Processo. A febbraio la prima sezione penale della Cassazione ha annullato senza rinvio l'ordinanza con la quale la Corte d'appello di Messina aveva dichiarato inammissibile l'istanza presentata dai suoi avvocati.

Offline GASPARE

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #23 il: 06 Maggio 2014, 04:53:41 pm »
...non ci arrivano (o forse non ci vogliono arrivare per non doversi prendere le proprie responsabilità) che i maggiori nemici delle cause giuste...e ci metto la Shoa, la Resistenza, la lotta alle mafie...sono la retorica e l'ipocrisia...

...e sui provvedimenti concreti....dopo i clamorosi, ma normali, fallimenti delle squalifiche di campo...ancora aspetto di sapere quali sarebbero stati questi mirabolanti vantaggi del bancomat di Maroni e del DASPO...
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Offline GPalermo1954

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #24 il: 06 Maggio 2014, 04:59:24 pm »
Torno sull'argomento iniziale per mettere a fuoco alcuni punti. Premetto che è difficile scrivere su un argomento diverso da quello di questo forum, senza cadere nella banalità degli argomenti che in questi giorni il circo mediatico ci ha propinato a piene mani. L'informazione-spettacolo o, se volete, lo spettacolo dell'informazione, condotta da pseudo giornalisti della domenica, si è messa in moto travolgendo con confuse e gridate chiacchiere l'essenza di ciò che è successo. E i campioni della politica-spettacolo, di cui in questo tempo abbiamo esimi rappresentanti, non hanno mancato di fiondarsi negli studi televisivi o nelle redazioni, cavalcando l'onda della consueta "indignazione" per ciò che è successo.

Dicevo nell'altro post, che non occorre nessuno "sforzo" straordinario, ma solo utilizzare un solo peso ed una sola misura sempre. Peso e misura che si chiama: legge. Al fine di tutto infatti c'è il rapporto fra libertà dei cittadini ed autorità di cui la legge è suprema garanzia.
Infatti esistono già le leggi per prevenire e reprimere ciò che è accaduto sabato ma occorre la ferrea volontà di attuarle, senza se, senza ma e senza sconti. Ma andiamo per ordine.

I tifosi, di qualunque età, devono avere la libertà di recarsi allo stadio, con striscioni, bandiere e con tutto ciò è serve per partecipare al tifo per la propria squadra in un clima di festa e di divertimento. Questa libertà deve essere garantita dall'autorità delle istituzioni e non da altri, meno che mai da semplici cittadini elevatisi a capi-popolo.
Tutti stanno dando addosso a Genny "a carogna" creando come al solito il "capro espiatorio" che lava la coscienza di non aver saputo fare il proprio mestiere né nell'organizzazione della sicurezza dell'evento, né nel racconto a caldo attraverso i mass-media di ciò che stava accadendo. Quell'uomo non è uno stinco di santo, ma quella sera non doveva stare sulla balaustra dello stadio né doveva essere esposto al mondo per un quarto d'ora come un'autorità. Esistono gli spaker per dare le comunicazioni nello stadio. La sua scandalosa maglietta poi, gira addosso a tantissimi frequentatori degli stadi da anni, ma mai nessuno se ne é accorto né ha avuto niente da ridire, non faceva audience. Per lo spettacolo dell'informazione "Genny a carogna" è perfetto, ha il nome giusto e "le physique du role". Alza dli ascolti (l'audience), potrebbe essere l'esperto in materia da invitare nei talk show oppure prossimamente sul "Grande fratello". Peccato che la signora Raciti (alla quale va tutto il mio rispetto per essere stata privata della libertà di vivere la sua vita accanto all'uomo padre dei suoi figli), si presti a diventare parte di questi show dell'informazione spettacolo che aspettano che si verifichi l'evento, quando invece dovrebbe incarnare nell'azione educativa delle istituzioni, la continua memoria di ciò che non devrebbe più accadere.

Il fatto grave si è verificato fuori dallo stadio. Non c'è nulla di "sportivo" nell'organizzare un agguato a mano armata. Si tratta di delinquenza pura che approfitta del trambusto e delle falle dell'organizzazione dell'ordine pubblico, per compiere atti di violenza, verso chi e cosa capita a tiro: tifosi di un'altra squadra, polizia, vetrine ecc.. Sono quei soggetti che girano l'Italia alla ricerca di queste situazioni, per creare gli incidenti, accendendo la miccia dove si intravede la possibilità di farlo e al contempo di farla franca.
Ed è qui che l'autorità non ha saputo fare il proprio mestiere. Questi soggetti sono conosciuti dalle DIGOS di tutta Italia, così come i posti in cui si può accendere la miccia degli incidenti sono prevedibili (una colonna di pulmann o le strade che portano allo stadio), visto che tutto accade sempre in prossimità dello stadio e per questo le vie adiacenti sono piene di telecamere che permettono di seguire ogni piccolo movimento ed inquadrare ogni viso.

La grande panzana di questi giorni è quella del Presidente del Consiglio il quale evidentemente "mal consigliato" vuol fare pagare alle società il servizio d'ordine. Insomma le società di calcio dovrebbero pagare per combattere la "delinquenza". Saremmo di fronte alla "privatizzazione" della funzione pubblica per eccelleza: l'ordine e la sicurezza dei cittadini. E la sicurezza degli scioperi e delle manifestazioni pacifiche, sistematicamente agitate dalle incursioni degli incappucciati (gli stessi) chi la dovrebbe pagare?
E' la politica che come, invece, al solito non sa assumersi le proprie responsabilità. Si ricadrebbe nell'errore della "responsabilità oggettiva" attribuita in capo alle società sportive, messe in questo modo sotto scacco da delinquenti che con lo sport non c'entrano nulla. Le società "devono" collaborare per la sicurezza negli stadi, favorendo il tifo buono, quello vero, quello della festa; e l'unica responsabilità da attribuire loro dovrebbe essere quella omissiva.
Del resto esiste una misura drastica come la chiusura delle curve che si deve configurare (e dalle società così dev'essere intesa, senza ricorsi e senza richieste di abbuoni) non come una punizione alla società ma come l'esercizio dell'autorità verso un gruppo ampio di persone che frequenta quel luogo non per il fine per cui esiste (il divertimento della domenica), ma per commettere reati gravi.

La sicurezza dei cittadini è un "bene pubblico" di cui l'autorità deve assumersi la responsabilità, senza fare distinzioni di città, di tifoserie, di società sportive. Per anni si sono fatti passare gli atti di delinquenza commessi fuori dagli stadi, come un'effetto collaterale dello sport quando invece è un effetto diretto dell'incapacità da parte dell'autorità di applicare la legge. Andare avanti per slogan tipo la "soluzione inglese della signora Tatcher" o "il DASPO a vita" non serve a niente, visto che chi commette quegli atti non ha nessun interesse per lo sport e per il divertimento la domenica allo stadio.

Già lo stadio. Da anni si aspetta la legge sugli stadi, che permetterebbe di creare luoghi "strutturalmente" sicuri ubicati in aree meglio controllabili, ma la politica deve trovare "gli equilibri" e contemperare gli interessi. Anche questo fa parte di quella incapacità della politica e dell'informazione spettacolo che campeggia negli show di questi giorni. A che serve parlare dei problemi quando abbiamo in primo piano Genny "a carogna"?

QUOTO  =D>
=D>  =D> ..quoto e aggiungo che le società calcistiche per la sicurezza negli stadi versano allo stato qualcosa come 20 milioni di euri e in piu' provvedono ad assumemere in proprio gli stewards
CATANIA USQUE AD FINEM

Offline katane64

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #25 il: 06 Maggio 2014, 05:24:44 pm »
http://www.huffingtonpost.it/luca-marcenaro/genny-a-carogna-speziale-libero-_b_5271465.html?utm_hp_ref=italy

"Speziale libero": la maglietta di Genny 'a carogna non è lo scandalo

Pubblicato: 06/05/2014 10:41

Il sindacato di polizia applaude gli agenti condannati per l'omicidio di Federico Aldrovandi: "Innocenti!". L'ex Presidente del Consiglio Silvio berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale, grida al golpe. I suoi fedelissimi ne chiedono la libertà e parlano di complotto. Lo scorso anno hanno persino occupato l'ingresso del Palazzo di Giustizia di Milano. "Toghe rosse", gridavano.

Adriano Sofri, condannato in via definitiva per l'omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi, ha raccolto negli anni la solidarietà di un bel pezzo di classe dirigente, che ha contestato la regolarità dei processi prima, e ne ha chiesto a gran voce la scarcerazione poi. (Chi scrive, per la cronaca, metterebbe tutte e due le mani sul fuoco sulla sua innocenza).

Tutto lecito, tutto legittimo. In uno Stato di Diritto, è cosa nota, è possibile pensare ciò che si vuole, ed è possibile esprimere il proprio pensiero non essendo concepito il reato di opinione. La regola vale per tutti. O quasi.

Già, perché a leggere i giornali di questi giorni, questo diritto sembrerebbe valere per tutti, ma non per Genny, il tifoso del Napoli detto 'a carogna. Nel suo caso, indossare una maglietta con su scritto "Speziale libero", diventa "una folle provocazione", "un incitamento alla violenza".

Chi scrive, per la cronaca, non metterebbe nessuna delle sue mani sul fuoco sull'innocenza di Speziale, né lo farebbe sui comportamenti del tifoso napoletano Genny, che non sta a me giudicare se carogna, oltre che per nomignolo, lo sia anche di fatto.

Non è questo il punto, però. Il punto è che chiedere la libertà di un detenuto in democrazia non è un reato, e non dovrebbe essere nemmeno uno scandalo. Il punto è che scrivere "Speziale libero" non significa inneggiare alla morte di Raciti. Il punto è che lo Stato di diritto serve per tutelare anche i diritti e i pensieri di quelli che non ci piacciono, di quelli che nella loro vita si saranno pure macchiati di gesti ignobili, ma a cui per nessun motivo al mondo va negata la possibilità di esprimere quella che resta un'opinione. O una speranza.

Mettere sullo stesso piano la maglietta "Speziale libero" con la violenza che si è scatenata prima della partita di sabato non è solo un'ingiustizia, un errore, è anche il modo per non distinguere, e quindi paradossalmente avvicinare, dei cittadini tifosi che denunciano la presunta ingiustizia di una sentenza, con quelli che vanno in giro con la beretta in tasca, il casco in testa e le spranghe sotto i sedili delle macchine. È la differenza che passa tra il rispetto della legge, e le cicliche ondate di indignazione dei moralisti un tanto al chilo.


Ps. Speziale, che di nome fa Antonino, è stato condannato ad 8 anni di prigione per l'omicidio di Filippo Raciti, l'ispettore di Polizia ucciso nel 2007 durante gli scontri che scatenarono l'inferno poco prima del derby Catania-Palermo. Minorenne all'epoca dei fatti, Antonino Speziale è stato accusato di aver provocato la morte dell'ispettore di Polizia colpendolo con un lavandino metallico divelto dai bagni dello stadio. Lui, per quel che vale, continua a professare la sua innocenza. I suoi legali hanno chiesto la revisione del Processo. A febbraio la prima sezione penale della Cassazione ha annullato senza rinvio l'ordinanza con la quale la Corte d'appello di Messina aveva dichiarato inammissibile l'istanza presentata dai suoi avvocati.


Concordo su molte cose che avete scritto, ma questa frase del giornalista mi ha colpito:

“cittadini tifosi che denunciano la presunta ingiustizia di una sentenza”

Noi che abbiamo frequentato lo stadio possiamo credere che questo sia il caso della maglietta in questione?
Non sarà che, invece, tutti i capitifosi del movimento ultras la indossano a prescindere?
L’altro giorno sentivo la madre dell’ultrà magliettato dire che il figlio difendeva un “amico” ingiustamente detenuto

Ma allora sono tutti amici stì ultras? Come mai, visto che poi si menano?

Si può consentire in uno stato di diritto che una manifestazione pubblica possa essere condizionata da finti capipopolo? Evidentemente sì, visti gli esempi che ci offre la politica

Offline bua

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #26 il: 06 Maggio 2014, 05:56:51 pm »
Non ho mai capito cosa significhi la solidarietà fra ultrà ne' in cosa consista lamentalita' ultra.
Resta il fatto che esprimere una opinione, anche via tshirt, anche senza  sapere cosa si sta facendo,  non può essere vietato, se non in uno stato di polizia.
Per me cmq le sentenze definitive sono da considerarsi verità,  anche quando non capisco fino in fondo cone si sia arrivati a fugare ogni ragionevole dubbio.
Se così non fosse non si potrebbe condannare nessuno.

Offline katane64

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #27 il: 06 Maggio 2014, 06:11:02 pm »
Concordo con te.
Il punto non è la maglietta, ma il fatto che lo Stato (cioè noi) negozi con un tipo abbarbicato su una balaustra.
E’ in gioco il concetto stesso di democrazia, quella per la quale si sono battuti i nostri avi.
Poi c’è il tentato omicidio, per quello c’è il codice penale.

umastru

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #28 il: 06 Maggio 2014, 11:04:30 pm »
Concordo con te.
Il punto non è la maglietta, ma il fatto che lo Stato (cioè noi) negozi con un tipo abbarbicato su una balaustra.
E’ in gioco il concetto stesso di democrazia, quella per la quale si sono battuti i nostri avi.
Poi c’è il tentato omicidio, per quello c’è il codice penale.

Guarda che il codice penale c'è anche per  quello arrampicato sulla balaustra. Quale codice poi? Quello distrutto prima dalla destra, a cui la cosiddetta sinistra a dato pochi giorni fa ha dato il colpo di grazie con le modifiche alla legge sul favoreggiamento. Per tacere da come vengono trattati i giudici onesti, che per me sono la maggioranza, lasciati soli, sbeffeggiati sui media, mandati dal CSM sotto inchiesta. Mentre la minoranza imbelle o peggio collusa, continua a vendersi le sentenze, a non presentare le motivazioni in tempo permettendo la scarcerazione non del povero immigrato s.f.i.g.ato, ma di pericolosi mafiosi. Li il CSM chiude tutti e due gli occhi-
Ma la colpa non e loro, ma di noi Italioti, pronti ad indignarci per circa minuti tre per poi tornare a fare gli affaracci nostri a fregarcene del bene comune, ma soprattutto continuando a votare sempre gli stessi.
Quindi ci meritiamo gli Speziale, il romanista pistolero, il napoletano arrogante, si ce li meritiamo proprio.
Antonino Rapisarda.   

Offline katane64

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Re:Spari all'Olimpico
« Risposta #29 il: 06 Maggio 2014, 11:37:19 pm »
Non commento sul codice penale per l'appeso, che consideravo scontato, salvi tecnicismi su cui non vi tedio. Per il resto sfogo condivisibile.  ;-)