Siamo i più seri candidati alla B? Grazie per l'ottimismo, perché, dicendo così, dai l'idea di concedere al Catania ancora qualche chance, mentre per me questo campionato ormai è solo una pena dolorosa che si protrarrà per più di un mese e mezzo:
5 cadaveri, uno più morto dell'altro. Se il Catania ha meno chances delle altre è proprio perchè è ultima in classifica e le gare rimaste sono poche. Eppure, oggi se con un inusitato alito di vita compisse il miracolo a Udine, diventerebbela favorita ad uscire dal gruppo, per cui il tuo pessimismo non ha motivo di esistere. Buona fortuna!
Pulvirenti? Se e quando la matematica lo condannerà, non mancherò di srivere qualcosa sulla suo penoso modo d'esprimersi e nello scegliersi i termini di paragone.
Pulvirenti? Quest'anno ha chiaramente sbagliato mostrando i suoi limiti, ma è Siciliano, è Catanese: rappresenta il nostro territorio nel bene e nel male.
Sei un malato inguaribile!
E' vero, quando nei giornali o nelle TV parlano del Palermo, non dicono "i siciliani" oppure "la squadra siciliana", dicono "i fiulani", oppure "i veneti"
, come scrisse qualcuno (rossazzurro, tanto per NON cambiare
) in onore al fu Venezia di Zamparini.
Da quello che ho letto nei post di voi tifosi rossazurri del nord, non vi frega nulla dello stadio nuovo a Catania, ma vi frega che la proprietà sia siciliana. L'"onta" Gaucci l'avete già dimenticata.
Ancora non mi spiego una cosa: se Pulvirenti rappresenta il vostro territorio mentre Gaucci evidentemente no, perchè andavate allo stadio? Perchè gli avete concesso di fregiarsi del "marchio" Catania?
Comunque caro Marco Tullio, una considerazione che evinceva dal mio post d'apertura in questo topic è che l'autoctonia, il vincolo di sangue esistente tra la massima carica dirigenziale e la città in cui opera, non è garanzia assoluta di risultati, men che meno garantisce immunità da fallimenti quale potrebbe essere un campionato che si chiude con una retrocessione e un progetto (l'Europa in 5 anni) che fallisce proprio nell'anno decisivo.
Per cui, catanese o palermitano, le vittorie sono vittorie e ti esaltano mentre le sconfitte, ahimè, sono sconfitte e sono parimenti dolorose. La sostanza non cambia.