Tra Varese e Avellino, i due nostri prossimi avversari, sarebbe quanto mai opportuno ricavarci 6 punti per giocarci poi serenamente il derby col Trapani che, sensazioni mie personali, prenderà molto pepe. Non siamo tanto ben visti nella città del vento. Una rivalità che nasce non si sa bene dove, non certo per precedenti incontri in quelle rare volte che il destino ci ha messo nel loro stesso campionato.
Diciamo subito una cosa: in A salgono in 3 e non mi dispiacerebbe che oltre noi salissero anche loro. Intanto è una squadra siciliana. E poi il fatto che siano gemellati col Catania, e giusto nell’anno in cui gli etnei molto probabilmente verranno a mancare
, al Trapani verrà lasciato il testimone e si prenderanno il gramo onere di rappresentarli, oltre che rimpiazzarli. Insomma, non sarà il vecchio e glorioso Derby di Sicilia, solo un volgare surrogato; ma l’idea che questi qui ci grideranno “Catania-Catania” come fecero appena un anno fa durante un amichevole, ci daranno agio di spennacchiarli, loro e chi vorrebbero rappresentare. Speriamo che portino seco qualche drappo rossazzurro, a me personalmente darebbe una carica (d'aria espettorabile) maggiore
. Insomma, in attesa dell’eventuale ritorno dei più titolati rivali (sa quannu, a B è difficili, ce lo dicevano ogni pizzuddu!
), contentiamoci di questi parvenu.
A proposito di parvenu: il Catania è la candidata più seria alla retrocessione. C’è una squadra a pezzi, senza validi ricambi, ruoli che rimangono scoperti, reparti sfilacciati, attacco deficitario in uomini e che per tanto segna pochissimo, difesa ballerina prende spesso gol evitabili, due portieri che unu bonu un’accucchianu, DS inesistente, un allenatore sfiduciato da tutto l’ambiente, licenziato, vilipeso e poi richiamato e una tifoseria che ha già cominciato a fischiare la propria squadra dal primo minuto e protesa ad un tutti contro tutti che non porta certo nulla di buono (un decorso ben peggiore di quello che abbiamo attraversato noi appena un anno fa). Insomma, a 200 km a est c’è una società a pezzi! Il modello Catania, più volte osannato in questo forum, al bar, nei giornali, in TV, come esempio di serietà competenza e programmazione, non ha dato una bella immagine di se proprio quest’anno. Diceva Lo Monaco (per sommi capi): “Pulvirenti non è in grado di gestire da solo una società di calcio. Senza di me a Catania si spegne la luce”. Pulvirenti ci rise sopra ma i fatti hanno dato ragione al campano. Insomma quello che tutti hanno creduto essere il manager, Dott. Pulvirenti, in realtà altro non si dimostra che.... u zu Ninu! Ben poca cosa, fare grezzo, dozzinale, impulsivo e poco razionalizzato, parvenu nello sport come nella vita. Stadio nuovo e centro sportivo possono andare anche bene, anzi benissimo. Ma non si può prescindere da un organigramma completo, funzionale, competente, probabilmente il primo tassello da collocare per far partire la rifondazione, A o B che sia (molto probabilmente quest’ultima).
Il Palermo? Di buono c’è che stiamo salendo. E guarda caso stiamo risalendo dopo aver ridato un certo ordine societario, dopo che anche Zampa lo scorso anno (e forse anche prima) si è lasciato andare. Sul futuro che ci attende, avremo le idee più chiare a giugno prossimo.