Credo che in queste prime partite dobbiamo dare atto a quest'allenatore del fatto che sta cercando di dare alla squadra una propria personale impronta, senza snaturarne l'impostazione di base (433), ma distaccandosi (a mio parere) dal modo di giocare dello scorso anno (in pratica dall'interpretazione delle partite). E dico questo senza nessuna nostalgia del passato ma solo per esprimere un'opinione su queste prime partite di campionato del Catania.
Non era facile superare la batosta di Bologna, specie dal punto di vista psicologico. Per questo per me il risultato di domenica ha una grande importanza indipendentemente da come è maturato in campo. La determinazione nella ricerca di un risultato (come riconosciuto dallo stesso Donadoni) è una qualità importante nella mentalità di una squadra. In ragione di ciò non credo che il Catania andrà a Milano o a Torino a fare le barricate. Se lo schema tattico classico difesa e ripartenze rapide in questi 15 giorni sarà perfezionato e se la condizione fisica migliorerà (è normale e giusto che in questo periodo la squadra non sia al top fisicamente), credo che, anche in quei campi considerati "proibitivi", ci giocheremo le nostre possibilità senza timori.
Vasco, quoto tutto ciò che dici.
Senza polemica alcuna, Maran sta facendo bene, senza dubbio, ci sono delle cose che sono poco comprensibili, come l' eccessiva tenuta in difesa della squadra in situazioni in cui potevamo permetterci un po' più di fluidità. Domenica, ribadisco, eravamo in vantaggio di una rete e in superiorità numerica, contro una compagine, che, domenica scorsa, beninteso, non era il massimo.
Ora, vincere per una rete a zero, non ti dà sicurezza dei tre punti, basta un banale errore per ritornare in pareggio e caricare gli avversari psicologicamente, quando accade, rischi anche di perderle le partite in casa; Ricordo, ad esempio, Catania-Lecce dello scorso anno, dove avevamo dominato, vincevamo e per due sciocchezze, abbiamo perso tre punti.
Quando vinciamo, e con un avversario in quella occasione, modesto (non che il Parma lo sia, ma domenica era una squadra che non girava), le partite bisogna chiuderle, non difendendosi, sperando nel contropiede, ma continuando a giocare come se si fosse in pareggio.
Spingere la squadra a chiudersi, infonde, a mio avviso, una tensione che ti porta a commettere errori. Sull' 1 a 0, giocavamo in 11 nella nostra,metà campo ed aspettavamo: e se avessero pareggiato? pensi che il Parma non avrebbe avuto la spinta cercando di vincerla?
Mi meraviglia che un organico come il nostro, con tanto talento, debba difendersi a tutti i costi, evitando di giocare con la tranquillità che può permettersi.
Il cambio di Barrientos con Biagianti, fa ben capire la mentalità.
Come diceva UMastru, comprensibile far uscire Barrientos per una punta, chessò Doukara o Morimoto, per rendere più offensiva la squadra e cercare di chiudere la partita, ma riassettare il centrocampo per renderlo più "chiuso"con Biagianti, è sembrata una mossa fuori luogo in quel frangente. Stai vincendo e sei in superiorità numerica, porta loro a coprirsi di più, costringendoli a mettere più uomini in difesa e far arretrare le punte, ottieni che sono loro ad aspettare le nostre offensive, e con i nostri talenti hanno da temere, e liberi la pressione davanti la nostra area.
In quel modo lì, li agevoli.
Continua come hai iniziato e loro dovranno necessariamente scoprirsi di più.
Fortunatamente c' è stata l' imbeccata di Izco che, per un errore del difensore avversario, è passata, arrivando ai piedi di Bergessio.
Dopo, in scioltezza, a poco dalla fine,con il risultato in mano, giustamente chiusi, a quel punto è giusto, è arrivato anche il terzo, in pieno contropiede con Castro e Bergessio (annullato ingiustamente).
La barricata del 9-1-0 a Milano, era una provocazione, ovviamente.
Come dice Giovanni, io preferisco, semmai, perdere a Milano, perchè ci può stare, ma vincere contro il Chievo e non pareggiare. Sia per il morale, sia per i punti.
Sempre convinto che, se giochiamo tranquilli e concentrati, l' Inter la vedrà nerà. Molto.