Fino a poco prima della gara col Milan, tifosi in preda a inusitate paturnie mentali di cui mai ci saremmo immaginati l’esistenza, hanno scritto una indecorosa pagina della loro storia attaccando apertamente Zamparini (che, a mio avviso, andasse via domani, meriterebbe un mezzo busto bronzeo a piazza Politeama per il lustro sportivo che ha dato a questa città), quasi fosse sensato scindere pregi e difetti del suo operato e stigmatizzare soltanto i secondi non tenendo conto che, se gli errori ci sono apparsi grandi, di elevata portata, è perché grande è stato tutto ciò che in questi anni ha costruito. Facile star seduti nel carro della vittoria, com’è anche facile stare calmi e sereni quando le vittorie si susseguono una dietro l’altra. In parecchi si auguravano di godersi i
beddivisti. Qualcun altro paventava (e si aspettava) financo la B.
Che vogliamo farci, ci mancava solo questa nel personale palmares della nostra tifoseria: accogliere con freddezza e distacco una vittoria sul Milan primo in classifica. Io mi sono astenuto anche dal commentarla. Troppo semplice farsi vedere quando si vince. E’ quando si perde che bisogna saper stare in equilibrio.
Il nostro campionato è finito? 43 punti, salvezza messa in cassaforte e speriamo che l’anno prossimo ci vada meglio. Probabilmente se le sviste arbitrali pro e contro si fossero equivalse durante il campionato, avremmo avuto quei 5 o 6 punti in più che avrebbero permesso al Palermo di presenziare stabilmente nel quartetto di testa ed avrebbero indotto Zamparini a fare qualcosa di meglio nel mercato di gennaio del solo Plasmati. Invece gli episodi li abbiamo avuti sempre contro, la parte alta della classifica ci è sfuggita di mano, non si è saputa mantenere la calma e la squadra ne ha risentito. Questo penso e questo scrivo! Pazzie, depressione, manie represse d’autolesionismo, lascio che li pensino altri. Per conto mio volgo lo sguardo al derby, una gara che dopo un po’ di tempo torna in auge. Se i nostri cuginastri sono stati in ansia per averli temporaneamente
arrassati in virtù di interessi e obiettivi più prestigiosi di un semplice derby, seppur di grido, eccoci ritornati a loro. Io non credo proprio, come a Lo Monaco, che a Catania troveremo un Palermo rilassato. Siamo da poco usciti da sotto un treno in corsa, non abbiamo pressioni di classifica, non abbiamo squalificati, non abbiamo infortunati, non abbiamo paura, abbiamo una squadra tecnicamente più forte, tiriamo fuori le palle dunque, e giochiamocelo a viso aperto tenendo presente che noi non abbiamo nulla da perdere e saranno loro in caso di sconfitta a doversi tenere il cuul a due mani.
P.S. Zamparini: unico Presidente ad aver portato una squadra siciliana in Europa. Tutto il resto sono solo chiacchiere ed aria fritta.