Stanco, ma non rassegnato, per amore, solo per amore dei nostri meravigliosi colori, ho buttato giù su un file xls. un possibile andamento delle squadre "pericolanti" (Catania, Brescia, Cesena, Lecce, Parma, Sampdoria, Chievo) dove emergerebbe, come squadra retrocessa dopo il Bari, con ogni probabilità il Brescia, per gli impegni proibitivi delle prossime due partite che, aggiunti alla fragilità mentale della squadra, la farebbero ristagnare al penultimo posto sino alla fine della stagione.
La grande lotta si ridurrebbe tra le superstiti per evitare un terzultimo posto, per sfuggire al quale occorrerebbero quest'anno, secondo i miei calcoli, non meno di 42 punti.
Perchè questa quota salvezza risulterebbe così maledettamente cresciuta??
Per due motivi: il risveglio del Cesena, innanzitutto, che con la vittoria in casa della Samp ha messo in subbuglio cinque squadre sino a quel momento relativamente tranquille. E' una piazza che in questo momento vive una condizione ideale in termini di entusiasmo che la porteranno sino all'ultima giornata ad essere ad un passo dalla salvezza.
E poi, non da meno, il generoso spargimento di punti che le squadre "demotivate" faranno (Bari, Genoa, Cagliari, Bologna, Fiorentina), in buona fede (ci si augura...), per mancanza di stimoli, alle compagini più bisognose.
Andando ad esaminare le cose di casa nostra occorrerebbero dunque almeno 13-14 punti nelle ultime dieci partite. Considerando gli impegni contro Roma ed Inter nelle ultime due giornate, tredici punti andrebbero dunque conseguiti, per stare relativamente tranquilli, in otto partite. Cosa tutt'altro che agevole, ma non proibitiva. Cruciale sarà il trittico di incontri con Palermo, Bari e Lazio, dove un Catania ancora recentissimo (leggasi: targato Mihajlovic) avrebbe senz'altro conseguito bottino pieno, ipotecando una salvezza anticipata. Ma quello attuale, seppur molto simile, negli uomini, a quello del serbo, lo è molto distante in termini di risultati e di atteggiamento in campo. Non discuto sull'aspetto tecnico del quale tutti dovremmo essere lungi da preoccupazioni, ma di quello fisico, e soprattutto, psicologico che è quello che nel rush finale di un campionato conta più di ogni cosa per distinguere i salvi dai dannati.Quel trittico di vittorie menzionato sopra per il quale con tutto il cuore e con tutte le mie forze mi batterò, da sostenitore dei colori rossazzurri, potrà a mio parere verificarsi solo se domenica prossima batteremo la Samp. In caso contrario (sto facendo i dovuti scongiuri) potrebbe scatenarsi un ulteriore deleterio meccanismo involutivo nella psiche del gruppo etneo che potrebbe rendere ancor più difficoltoso dell'attuale il cammino del Catania. Arriveremmo, forse, a battere il Bari e il demotivato Cagliari.Per il resto vedremmo degli stentati pareggi con Lazio e con i rosa, per poi giocarci il tutto a Brescia, arrivando poi a corto di ossigeno (mentale) con Roma e Inter. Ma forse toccheremmo a stento i 40-41 punti, insufficienti per evitare il terzultimo posto. Un incubo sportivo per sfuggire al quale occorrerebbe un Catania che riacquisisca da questa domenica due giocatori fondamentali: uno si chiama INTENSITA', l'altro CONTINUITA'. Questione mentale, dunque, quell'elemento che in ogni campo dell'attività umana può segnare il solco che separa vincenti da perdenti, uomini di successo da falliti.
Il Catania di quest'anno attraversa un ciclo che per certi versi somiglierebbe a quello vissuto un quarto di secolo fa con la società di Angelo Massimino, anche se militante nella cadetteria, nel triennio 1984-87.
Un momento per così dire di stagnazione, che unita all'assuefazione del pubblico alla categoria (un fatto del tutto umano!!!) e alla mancanza di un obiettivo che non sia diverso dalla mera permanenza nello stesso campionato, crea una naturale flessione dell'entusiasmo che contagia sostenitori ed ahimè anche i singoli protagonisti in campo. Elemento che abbinato alla presunzione della serie "tanto siamo ormai consolidati da diversi anni e riusciremo a cavarcela agevolmente anche quest'anno" fiacca quella cattiveria e quella determinazione che fino allo scorso anno non avevamo mai dubitato nei giocatori. Meccanismo molto pericoloso che ti porta a dire "tanto tra sette giorni ci rifaremo" piuttosto che affrontare di petto la realtà vera. Quella di un gruppo che conosce sempre meno stimoli, almeno fin quando resta all'ombra dell'Etna. Una situazione simile a quanto accaduta nella vicina Reggio Calabria, piazza che, con tanto di centro sportivo, sembrava poter restare in A per i prossimi quindici anni. E che invece, camminando sempre sul bordo del cornicione, per una politica molto parsimoniosa e poco ambiziosa (come un giornalista locale scriveva a maggio del 2009) ha finito poi per cadere dal decimo piano...Il tutto proprio nel momento in cui ci si credeva eternamente consolidati in serie A.
Questo è il pericolo strisciante da cui siamo minacciati quest'anno. Ai giocatori per dare loro INTENSITA' e CONTINUITA', occorre trasmettere nuovi stimoli. Che siano premio salvezza o ambiziosi programmi per il prossimo anno, non so. MA OCCORRONO NUOVI STIMOLI. Altrimenti la barca va ad arenarsi. Sulla carta siamo senz'altro più forti di Lecce, Brescia, Cesena, Chievo e anche del tranquillo Bologna. Ma l'attuale condizione mentale ci porta a ritrovarci in difficoltà persino col Portogruaro...Ecco perchè domenica dobbiamo riempire e lo stadio e tifare ininterrottamente per novantacinque minuti, ancor più di quanto avvenuto col Lecce e Genoa. Sarebbe di grandissimo e fondamentale aiuto per la causa rossazzurra. Ricordiamoci sempre come il Catania sia un'istituzione della nostra meravigliosa città, parte integrante del nostro DNA di catanesi, elemento che può donare gratuitamente un sorriso a tante, troppe persone in difficoltà nella nostra stupenda terra.
Un abbraccio a tutti