A me preoccupano le incertezze della difesa, e condivido che questa settimana sarà decisiva, ma non per il futuro del nostro campionato (che sarebbe bellissimo fosse anonimo), bensì per l'umore della piazza.
Capisco che la massa non può essere pensata come un individuo, ma cantare "vogliamo gente che lotta" e poi fischiare alla fine di una partita tutto cuore e discreto gioco come ieri è una contraddizione che fa trasparire malcontento nei confronti di Pulvirenti e Lo Monaco, a prescindere dal gioco. In molti non vedono l'ora di presentare il conto per i prezzi degli abbonamenti e gli insulti a mezzo stampa.
Ciao,
condivido al cento per cento le tue considerazioni sulla piazza e sugli umori collettivi. Pulvirenti e Lo Monaco hanno dato a questa città un qualcosa che è straordinario, considerate le condizioni in cui operano e la mentalità rassegnata, fatalista ed autolesionista di Catania. Mai mi sognerei di metterli in discussione e spero la pensi come me la stragrande maggioranza dei tifosi del Catania.
Cio che non riesco a spiegarmi, Bua, è la contraddittorietà delle scelte di quest'anno. Sono stati acquistati elementi di grande valore tecnico, giovani di sicura prospettiva, alzando complessivamente il tasso tecnico della squadra e perdendo un pò in esperienza e personalità. Ci si sarebbe aspettati a questo punto che la guida tecnica si affidasse ad un tecnico di esperienza, anche giovane, ma in grado di trasmettere sicurezza e personalità alla squadra. Tutti lodano Allegri e lo prendono ad esempio, ma nessuno parla del Chievo di Mimmo Di Carlo (forse ancora odiato per la "pedata" baldiniana) che, dopo un'incredibile salvezza, continua a fare risultati su risultati. Il problema di Atzori è che è ingiudicabile senza cadere nel pregiudizio: da dove viene questo tecnico? Come ha fatto giocare le squadre con cui ha ottenuto risultati importanti? Come ha affrontato e risolto le crisi in cui si è trovato?
In ogni mestiere l'esperienza è importante, ma nel calcio, in particolare per l'allenatore, è fondamentale: soprattutto se c'è da lottare
con personalità e determinazione, punto su punto, azione su azione, provando a sbagliare il meno possibile: se no va a finire che fra errori, naturali, normalissimi, dei giocatori in una partita, ed errori del tecnico, nell'altra, i punti li fanno gli altri.
Ecco perchè non capisco la scelta iniziale e l'incaponimento su questo tecnico.
Comunque, ho sempre pensato e scritto che
qualunque progetto serio va valutato in itinere, e 5 - 6 giornate di campionato sono un periodo sufficiente per fare
una prima oggettiva valutazione, da rapportare anche e soprattutto
alla situazione di classifica: fino a quando nello spazio di tre punti rimane mezza serie A, indipendentemente dai punti conquistati, in presenza di un'evidente progresso di personalità tattica e di gioco, c'è tempo per rimediare, altrimenti se si rimane sotto in tre o quattro squadre, è meglio riconoscere di aver tentato un azzardo non riuscito e porvi rimedio subito.