"Frecciatine" a distanza verso il suo ex club?...
Nell'intervista alla GdS Zenga: "Con me il Palermo
pensa solo in grande"....e poi "Odio la mediocrità: dobbiamo provare ad arrivare al vertice"...
Mi sembra una graduale ammissione pubblica e un segnale a distanza verso i tifosi sulle reali motivazioni che lo hanno spinto ad abbandonare la Società rossazzurra, rescindendo il contratto che lo legava per un altro anno col Catania... Malgrado abbia sempre ammesso i buoni rapporti con cui ha lasciato la dirigenza, in realtà queste affermazioni sembrerebbero confermare inequivocabilmente la divergenza di opinioni sugli obiettivi a breve termine inseguiti dal tecnico milanese, non in linea col progetto di lungo corso pianificato invece dagli etnei... E infatti, sempre oggi su questo sito, il Presidente Pulvirenti smonta (come al solito) gli entusiasmi di chi vedrebbe e/o vorrebbe il Catania già in corsa per le Coppe Europee... Insomma, pianificare un altro anno con l'obiettivo salvezza, inseguendo solo la "mediocrità", senza tentare qualcosa di più prestigioso per la sua carriera, ha definitivamente convinto Zenga a cambiare aria...
Cioè, quello che tutti noi sospettavamo (ufficiosamente) da tempo...
Mi pare sia pacifico che Zenga, come Marino, voleva progredire più velocemente di quanto non farà il Catania a breve scadenza in fatto di risultati nudi e crudi. Il problema è che sarebbe bello rispettare i contratti, dato che le prospettive erano chiare fin da quando ha firmato il rinnovo.
Ad ogni modo non c'è nulla di male in questo, e nemmeno ci vedo frecciatine in quelle parole. A parte che non si può parlare di mediocrità per il progetto Catania, anzi. I risultati non vanno visti solo in rapporto alla posizione fianle in classifica, ma come quella posizione è stata raggiunta. Intendo dire, è vero, siamo arrivati 15mi, ma dove eravampo 5 anni fa, con quanti esordienti abbiamo vinto la B e salvato la A, quanti giovani abbiamo lanciato, quanto è più solida la società rispetto all'inizio del cammino? E poi con che strutture siamo riusciti a rimanere a galla? Zenga è stato un ingranaggio di una macchina che (finalmente) funziona, e che si spera funzioni sempre meglio. Poi se dopo aver raggiunto i 40 punti ci siamo fermati è perché ancora non abbiamo fatto il salto di qualità in fatto di mentalità.
Di sicuro è molto più facile vincere gli scudetti con la forza bruta, cioè comprando chiunque a qualunque prezzo in stile Moratti, che programamre una crescita "sostenibile".
Ciao!
Ribadisco comunque che Zenga appartiene al passato, come De Zerbi, Corona, Caserta e tutti gli altri interpreti di passaggio che hanno fatto il loro dovere e che non dimenticheremo, ma non credo sia il caso di vivere nel loro ricordo vivisezioando ogni dichiarazione "postuma".