Casorezzo (MI), 17 Novembre 2006
Caro Templare,
tu dici: Dichiarando guerra a Francia ed Inghilterra Mussolini sperava di trovare il jolly, con una Germania strapotente che si sarebbe trascinata appresso l'Italia alla vittoria. Sbagliò, ma fu un errore per cercare di fare grande l'Italia, non le sue tasche. Fra salire sul carro dei vincitori per ricevere poi il posto dilavoro, indennizzi e pensioni di guerra e fare quello che ha fatto Mussolini mi sembra che ci sia poca attinenza. Anche a livello di rischio. Un paragone che non regge assolutamente. E perché mai non c'entra niente? Andare in soccorso del vincitore non è quello che rimproveri alla classe dirigente che preparò l'armistizio? E' noto che tutti, compreso Mussolini, più o meno segretamente speravano che la Francia desse filo da torcere alla Germania, ma quando la linea Maginot fu sfondata e ormai i Tedeschi erano alle porte di Parigi, ecco che il tuo idolo decide l'azzardo. Mi sembra opportunismo bello e buono, e non per fare grande l'Italia, perché la guerra non serviva certo a recuperare territori irredenti: Mussolini era certamente insensibile al fascino del denaro, ma semplicemente perché il suo oggetto del desiderio era il potere, non il bene o la grandezza dell'Italia. Basterebbe leggere qualche pagina del diario di Ciano per comprendere quanto disprezzasse gli Italiani, colpevoli di essere poco inclini alla guerra. Inoltre, in un suo memoriale, Pisanò ricorda il distaccato disprezzo con cui alcuni militi francesi di Vichy presenti in Italia negli ultimi giorni di vita della Repubblica Sociale trattassero lui e i suoi camerati, che per stizza affermavano di essere più in sintonia con De Gaulle, il quale aveva mantenuto lo stesso alleato, che con Pétain: il suddetto scrittore dimentica che i Francesi, collaborazionisti o gollisti che fossero, erano ancora memori della celebre "pugnalata alle spalle" inferta dall'Italia.
Quanto alle tue considerazioni sull'armistizio, la partita era ormai persa e non è possibile pretendere da un popolo che continui a combattere per tenere fede a un alleato che non ti considera in alcun modo, ben prima dell'8 Settembre: solo i repubblichini potevano tollerare che i Tedeschi si pappassero non già l'Istria o la Dalmazia, ma tutti i territori a est di Venezia, tant'è che quando Pavolini provò a fare una visita a Udine, gli fecero capire che era meglio tornarsene indietro.
Per non parlare dell'orrore delle leggi razziali, anche nella forma più blanda... A presto,
Marco Tullio
Una precisazione: Mussolini non é il mio idolo. Ne ho grande considerazione, apprezzo molti aspetti del fascismo originario e di quello finale, soprattuto a livello sociale, ne apprezzo molti di meno di quello centrale, imborghesitosi a dittatura, ma se proprio devo scegliere una figura di quel periodo la mia scelta cade su Junio Valerio Borghese e sugli uomini della X MAS, già a partire dalle operazioni di guerra contro l'Inghilterra nel Mediterraneo.
Continuo a non vedere attinenza fra il dichiarare una guerra mondiale e diventare partigiano il 25 aprile. Beato te che ci riesci con tanta semplicità. Certo, Mussolini aspettò il più possibile prima di entrare in guerra, la ritardò già nel '38 a livello globale con la conferenza di Monaco, fece fare grande strada alla Germania, che di resistenza in Francia ne trovò invero pochissima, fra il '39 ed il '40, ma questo mi sembra semmai un merito strategico e politico più che una questione opportunistica.
Tenere fede alla parola data é un privilegio che da sempre possono permettersi in pochi in Italia. Qualcuno fra il '43 ed il '45 lo fece fino all'ultimo, la maggioranza preferì uscire dalla guerra nel modo peggiore e meno onorevole. E in questo il comportamento dei Tedeschi c'entra poco, così come non farei passare per oro colato le pagine di diario di Galeazzo Ciano, che ostile a Hitler ed ai tedeschi lo era stato da sempre, a torto o ragione, non solo durante la guerra. Per me rispettare la parola data vale più di qualsiasi altra cosa al mondo. Forse é per questo, e ritorno per un attimo al calcio, che vedo in una certa maniera per la maggior parte di voi incomprensibile, la questione della clausola compromissoria e dei ricorsi al TAR.
La RSI dovette sicuramente subire l'egemonia tedesca, era inevitabile, ma in quei territori sul confine orientale che hai ricordato tu la X MAS, peraltro politicamente e materialmente più "italiana" che fascista, combattè fino all'ultimo contro i partigiani di Tito, come ultimo baluardo di italianità ed estendendo il discorso per vie generali é praticamente certo che senza la RSI non solo il nord-est, ma tutta l'Italia dalla linea Gustav in su sarebbe stata messa a ferro e fuoco dai Tedeschi in maniera ancora più tragica e cruenta di quanto accaduto. O pensi che in quei due anni gli Italiani sarebbero stati difesi da poche centinaia di gappisti? Il 1943 era ancora troppo presto perchè uscissero fuori le decine di migliaia di combattenti per la libertà...
Rimarremo ognuno del nostro parere, anche se giudico sempre importante lo scambio di idee, soprattutto con chi la pensa in maniera molto distante dalle mie. Se sei daccordo, per non annoiare gli altri che già ne hanno fatto richiesta, mi fermerei qui.
"Non nobis Domine, sed nomini Tuo da gloriam"