Bua ti correggo,Di Bella era Catanese ca scoccia :D
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Carmelo Di BellaCarmelo Di Bella (Catania, 30 gennaio 1921 - Palermo, 9 settembre 1992) è stato un calciatore e poi un allenatore italiano. La sua carriera è legata principalmente a due società, il Catania e il Palermo.
[modifica] Carriera da calciatore
Cresciuto nelle giovanili dell'Associazione Calcio Fascista Catania, esordì in prima squadra nel 1938-39, mettendosi subito in luce come buona mezzala sinistra. L'anno successivo, in Serie B, si adattò anche a centravanti: il suo esordio nella serie cadetta è datato 4 febbraio 1940, durante Catania-Siena 1-1. Tornato in Serie C, Di Bella giocò titolare una stagione e poi passò alla Juventina Palermo. Subito promossa in Serie B, la squadra non riesce a concludere il campionato per lo sbarco in Sicilia degli americani.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Di Bella continua a giocare con il Palermo, che ha ripreso la sua denominazione originale. I rosanero vincono il Campionato Siciliano e poi partecipano al girone misto Serie A/B del 1945-46. L'anno successivo sono ancora in Serie B e il catanese si conferma un leader. Nel 1947-48 arriva la promozione in Serie A, che Di Bella non si gode appieno, giocando appena 9 partite.
Decide così di ripartire dalle serie minori e dopo appena un anno decide di passare a fare l'allenatore-giocatore. Gioca un biennio all'Igea Virtus, un altro al Marsala e infine conclude la carriera con l'Akragas nel 1953-54.
[modifica] Carriera da allenatore
«È stato l'allenatore siciliano più bravo di tutti i tempi. Un sergente di ferro sì, ma un uomo che credeva moltissimo nel suo lavoro e in quello degli altri.»
(Ignazio Marcoccio, "La Sicilia" 10 settembre 1992)
«Era un galantuomo tutto d'un pezzo, non si sarebbe mai contraddetto»
(Renzo Barbera, "La Sicilia" 10 settembre 1992)
Le brevi esperienze a Barcellona Pozzo di Gotto, Marsala e Agrigento sono i primi passi di quella che sarà una brillante carriera. Dopo un biennio alla Termitana, nel 1957-58 il presidente del Catania Agatino Pesce lo ingaggia per le giovanili.
L'anno successivo, la prima squadra rischia la retrocessione, così si sostituisce l'allenatore jugoslavo Blagoje Marianovic con il tecnico ormai trentasettenne. Sembra un'azzardo troppo grande, così dopo gare partite (non male) viene ingaggiato come direttore tecnico Felice Placido Borel: un fallimento. Le ultime dodici gare vengono condotte da Di Bella, che porta in salvo il Catania con lo stupore di tutti.
Durante l'estate il nuovo presidente Ignazio Marcoccio lo conferma. Se ne andrà, dimissionario e non esonerato, solo il 16 gennaio 1966, più di 260 partite più tardi. Già nel 1959-60 ottiene la promozione in Serie A, partecipa alla Coppa delle Alpi, vincendola, poi riesce a mantenere la categoria per ben 5 stagioni: 1960-61 (8° posto), 1961-62 (11°), 1962-63 (14°), 1963-64 (8°, finalista in Coppa delle Alpi) e 1964-65 (8°). All’ultima stagione, arriva la retrocessione dopo le dimissioni presentate alla fine del girone d’andata.
La carriera di Di Bella prosegue quindi a Catanzaro: in Serie B arriva al terzo posto, sfiorando solo la Serie A. Nel 1967-68 passa al Palermo, con cui rimarra per 4 stagioni: vincitore della Serie B ed elezione come Seminatore d'Oro, 11° in Serie A nel 1968-69, 15° e retrocesso la stagione successiva, 13° in Serie B nel 1970-71. Il ritorno a Catania avviene nell’ottobre 1971, dopo l’esonero del duo Salvador Calvanese-Luigi Valsecchi. In rossazzurro non ripete le gesta del passato: ottiene solo un 8° e un 5° posto in Serie B.
Nell’estate 1973 dirige il precampionato rossazzurro, ma si dimette per divergenze con la nuova dirigenza. Nel 1974-75 e 1975-76 è alla Reggiana: la prima stagione conquista un’insperata salvezza, poi però retrocede in Serie C. Ancora una retrocessione arriva nel 1976-77, questa volta con il “suo” Catania: da quel momento non ritornerà più ad allenare i rossazzurri.
L’ultima apparizione in panchina risale alla stagione 1980-81: subentrato alla 28° giornata, conduce il Palermo alla salvezza in Serie B.
[modifica] Palmares
1 premio per il Seminatore d'Oro (1968)
1 Coppa delle Alpi (1960)
3 promozioni dalla Serie B alla Serie A (1948, 1960, 1968)
2 promozioni dalla Serie C alla Serie B (1939, 1942
Altre piccole citazioni per segnale il passaggio da Catania di grandi giocatori.
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Amedeo Biavati (Bologna, 4 aprile 1915 – 22 aprile 1979) fu un giocatore di calcio italiano nel ruolo di ala destra.
Fu una delle migliori ali destre del calcio d’anteguerra, celeberrimo il suo doppio passo, era veloce ed elegante, un gran dribblatore nonostante i suoi “piedi piatti”. Le sue incursioni sulla fascia lo portarono anche a segnare parecchi gol, 70 in Serie A in 258 partite.
Esordì da mezz’ala nel Bologna il 21 maggio 1933, a 18 anni da poco compiuti, realizzando una doppietta in due minuti contro il Casale in una partita finita 7-0 per i rossoblu, replicando poi con un’altra doppietta al Milan due domeniche dopo. Nonostante le ottime prestazioni di quella prima stagione dovette tornare a svolgere un ruolo da comprimario al ritorno dei titolari come Sansone e Maini.
Dopo una stagione in Serie B al Catania nel 1934-35 tornò al Bologna dove ancora fatica a trovare posto fra i titolari, ma riuscendo lentamente a sfondare. In rossoblu conquistò lo scudetto del 1936-37 e, dopo un’altra ottima stagione, esordì in nazionale il 12 giugno 1938 nei quarti dei mondiali francesi, soffiando il posto al triestino Piero Pasinati fino alla finale vittoriosa.