Partita, sula carta ostica, che si è trasformata in una passerella della squadra prima in classifica.
Grande prestazione del Catania che ha fatto sembrare piccola, piccola una squadra che, nelle ultime 16 partite, cioè la distanza che ha separato la sfida d'andata da quella del ritorno, ha fatto 37 punti, contro i 39 del Catania, subito lo stesso numero di sconfitte, una, e pareggiato solo una partita, in più 4, contro le 3 dei rossazzurri. Ebbene questo sostanziale equilibrio sul campo non si è visto la squadra calabra è stata schiantata da quella catanese. Certo avere centrato il primo gol dopo poco più di 6' ed il secondo appena passata la mezz'ora di gioco ha contribuito a smontare qualsiasi velleità avversaria, anche perché dall'altra parte c'era in campo un Catania veramente sontuoso, che riusciva a creare azioni da gol una dopo l'altra e concedeva poco o nulla all'avversario. Ricordo un solo tiro pericoloso, tra i primi due gol rossazzurri, finito di poco fuori. Poi null'altro.
Dopo la sosta è sostanzialmente sceso in campo un altro Catania, molto più sicuro dei suoi mezzi, che a tratti gioca un calcio pregevole, ovviamente rapportato al palcoscenico che sta calcando, che pressa l'avversario, che recupera molte seconde palle, che corre fino alla fine. Se queste cose vengono aggiunte ad una chiara superiorità, prima economica e poi tecnica, è ovvio che non ce ne più per nessuno.
Il merito di questo cambiamento va dato sicuramente al lavoro di Ferraro e del suo staff tecnico, per la parte relativa alle trame di gioco ed alla serenità che regna in un gruppo dove le prime donne non scarseggiano, vendo in alcuni casi anche poco utilizzate. Per la parte relativa alla smagliante forma fisica, ho l'impressione che la presenza da gennaio del prof. Giovanni Petralia, credo alla terza esperienza in rossazzurro, una certa rilevanza l'abbia avuta.
Si adesso il countdown può proprio cominciare, manca poco, solo 14 punti.
FOZZA CATANIA!