Si ritorna in campo, che gioia.
Cava dei Tirreni rappresenta una delle mie prime delusioni calcistiche, una delusione durata una ventina d’anni e poi trasformatasi in un “talè...”. Correva l’anno 1984, era Primavera e il Palermo si giocava la permanenza in B dopo un girone d’andata in cui era stato pure in zona promozione. A Cava servivano punti, due in particolare e stavano pure arrivando grazie al solito gol di De Stefanis, difeso con in denti nel secondo tempo. Campo infuocato, giocatori avversari pronti a tutto, arbitro inadeguato al contesto, al 91’ Volpecina (mi pare) chiude lo spazio ad un attaccante campano che gli frana addosso da dietro, ma per l’arbitro è rigore. 1-1, un punto rubato che poi a fine anno si rivelerà decisivo e che non fu nemmeno un caso isolato in quella triste stagione.
Il Palermo era passato dalla conduzione tecnica di Giagnoni a quella del suo secondo, Graziano Landoni ed aveva fatto pure un paio di miracoli, come interrompere l’incredibile striscia dell’Atalanta di Sonetti con un eroico 2-0. Ora, si dà il caso che Graziano Landoni, dopo una vita dedicata al calcio, avesse mollato tutto per gestire un’attività commerciale nei pressi di quello che è stato il mio ultimo, ventennale, domicilio italiano.
Un giorno venne a casa mia per questioni di affari ed iniziammo a parlare di calcio. Quando ricordai quanto sfortunata fosse stata quella stagione, con tanti punti persi all’ultimo secondo, lui mi gelò dicendomi: “Ma se avevo giocatori che si vendevano le partite!”, e chiuse la discussione campionato 1983/84. Seguì quindi il mio sopracitato “Talè...”
Introduzione lunga. Me ne rendo conto e mi scuso di ciò. Tornando al presente mi dicono che Boscaglia si sia convertito definitivamente al 4-3-3, bene. Ma mi dicono pure che lo abbia già fatto da un paio di partite. Male. Perché onestamente io non me ne sono accorto o meglio, ho visto Odjer fare l’attaccante e Rauti giocare più sulla fascia, ma mi è sembrato qualcosa di molto diverso dal modulo utilizzato costantemente lo scorso anno dal vituperato Pergolizzi.
Sarà un mio limite.
Il mio 4-3-3 per sabato: Pelagotti; Accardi, Lancini, Somma, Crivello; Odjer, Martin, Luperini; Valente, Saraniti, Rauti.
Metterei sempre dentro Silipo e Lucca, ma, per motivi differenti, credo vadano ormai utilizzati in funzione anno prossimo, stando attenti a non deprimere troppo il primo e a non caricare di eccessive responsabilità il secondo.
Chiaramente Martin resterà un miraggio, me ne rendo conto, diciamo che al suo posto un Palazzi in forma potrebbe essere comprensibile, Broh assolutamente no. Ma mi aspetto di tutto, in negativo, ma anche in positivo, perché comunque Boscaglia in questa categoria rimane un assoluto fuoriclasse. Tocca a lui dimostrare di avere ragione se non su tutto almeno su gran parte delle cose che pensa e che chiede alla squadra di attuare.