Autore Topic: Una città senza calcio  (Letto 2639 volte)

Offline Sergio

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Una città senza calcio
« il: 28 Novembre 2019, 08:45:38 am »
una nuova società con matricola diversa e denominazione simile può esistere se e solo se la precedente muore

Perché solo cessando di esistere quella vecchia, una nuova che subentra ne può raccogliere tutto il retaggio. Prendere un club già esistente da un'altra parte o appartenente ad altri tifosi, ribattezzarlo, cambiargli i suoi colori con i propri, non mi sembra sia la stessa cosa, anche se non ho esperienze in proposito ma posso dire che da noi l’ipotesi Palermo Olimpia è rimasta solo un idea in fase embrionale e non vide mai la luce.
Mentre sul fatto che una nuova società possa far presa sulla tifoseria mi va di spendere due parole, io che ho vissuto l’esperienza di un anno intero senza calcio (e credo che ad oggi sia evento unico per città di una certa rilevanza), un anno in cui arrivati alla domenica, tutte le domeniche, soffrivi perché ti mancava qualcosa di molto importante che ti era stata tolta, una ferita che ti sanguinava tutte le sere in cui Maria Teresa Ruta dai microfoni de la domenica sportiva leggeva i risultati del suo concorso “la squadra del cuore” ed il Palermo era sempre tra l’ottavo e il decimo posto e davanti aveva solo club pluriscudettati, un risultato che faceva sempre discutere perché Palermo era l’unica città senza calcio e continuava a mantenere migliaia di tifosi. Una città che visse con trepidante attesa la formazione di una nuova società che si riproponeva di riportare in vita il Palermo, una città che accorse in 60 mila alla vecchia Favorita per il varo ufficiale della nuova squadra contro l’Atletico Maniero.
In questi giorni ho letto cose, sicuramente scritte da ragazzi imberbi, che chiuderebbero con il calcio se dovesse accadere un evenienza spiacevole. E mi sono detto tra me e me. “ma che ne sapete voi di cosa si passa senza una squadra per cui tifare”? Tutti noi che prendiamo spazio in questo Forum, che spero la redazione ci preservi sempre perché dal punto di vista aggregativo, socializzante, non teme confronti né con muri né con pagine facebook, abbiamo tutti quanti una grossa malattia: abbiamo necessità di avere una squadra di calcio che ci identifichi, che identifichi la nostra città e che non possiamo fare a meno di sostenerla, di amarla, di seguirla ovunque vada, una squadra che tante volte, anche se la canizie avanza inarrestabilmente, ci fa piangere, siano esse lacrime di gioia o di disperazione. Ci sono eventi che spostano migliaia e migliaia di tifosi da una città all’altra anche a distanza di migliaia di chilometri, tutti allegri e sorridenti e poi scopri che anche chi ti sta antipatico improvvisamente in quel momento diventa simpatico proprio perché addosso ha la stessa tua sciarpa. A volte invece ci lascia traumi emotivi che poi ci vogliono anni per superarli, per far sì che le ferite si rimargino. Tutte queste turbolenze che riguardano il nostro spirito, sia nel bene e sia nel male, può procurarceli solo qualcosa che è viva dentro di noi, che morirà con noi, e va molto al di là di un numero di riferimento, perchè questi, esperienza ed eventi insegnano, per disgrazia può soccombere; ma i fremiti, le attese, le ansie, le passioni, sono quelle di sempre e non ci lasceranno mai.
« Ultima modifica: 28 Novembre 2019, 08:51:42 am da Sergio »
8 MARZO 415 d. C. IPAZIA DI ALESSANDRIA, MARTIRE LAICA DEL PENSIERO SCIENTIFICO

Offline bua

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Re:Una città senza calcio
« Risposta #1 il: 28 Novembre 2019, 12:36:34 pm »
Concordo, cè una evidente differenza fra saccheggiare un titolo sportivo e ripartire con una nuova società senza debiti perché è l'unica strada possibile.
Spero ancora comunque di non dover provare questa esperienza, mi è bastato quel mese e mezzo fra la radiazione e la riammissione del Catania storico.