Di Angelo Scuderi
Un euro donato in beneficenza per ogni gol subito dal Frosinone. Un applauso che non finisce mai a chi s’è inventata questa protesta. “Apriamo le porte, del Frosinone” è un colpo di genio senza limiti che risarcisce chi non può accontentarsi soltanto di essere indignato. Lasciare la società laziale in serie A è stata una porcata, non può definirsi diversamente una decisione che conferma che le due parole giustizia e sportiva nella stessa riga non si possono più leggere.
Inefficace la sanzione nei confronti del Frosinone, una sentenza che non ha penalizzato, se non in maniera davvero irrisoria, chi s’è macchiato d’una colpa che più grave non può concepirsi. Pensiamoci bene, comportamento antisportivo in una manifestazione sportiva, è come negare la stessa essenza di ciò che si fa. E badiamo bene, siamo i primi a sostenere che il Palermo, dal punto di vista sportivo e societario, la promozione non l’avrebbe meritata.
Donare un euro alla organizzazione non governativa Proactiva Open Arms significa dissociarsi dal marcio contenuto in una sentenza ingiusta, ma anche offrire l’opportunità di finalizzare la protesta in senso costruttivo. Una protesta che, si spera, valichi i confini della città di Palermo perché l’offesa non è stata arrecata soltanto al capoluogo siciliano ma a tutti quelli che amano il calcio è ragionano in termini lontani dall’appartenenza ad una bandiera.
Non si tratta di una protesta contro il Frosinone, piuttosto di una battaglia per il rispetto delle regole alla quale sarebbe meraviglioso aderissero anche gli stessi calciatori, indipendentemente dalla serie di appartenenza e dalla latitudine. In gioco, prima di ogni cosa, c’è la credibilità del loro lavoro, che è stata messa fortemente a repentaglio.
Un noto legale che si occupa di giurisprudenza sportiva e che per ragioni d’opportunità preferisce l’anonimato, ha provato a dare una spiegazione alla doppia sentenza – sui casi Frosinone e Parma – che ha mortificato il calcio questa estate. “Venti anni fa sarebbero state retrocesse entrambe, oggi non se la sono sentita. E se anche avessero penalizzato Frosinone e Parma, rispettando le regole, già si sarebbero conosciuti due nomi su tre delle squadre retrocesse”. Eccessivo per un campionato su cui girano i soldi di troppi sponsor e che di fatto ha un padrone esclusivo: le televisioni.
Come dire, non disturbate il vero guidatore del bus che, nella fattispecie, ha l’esigenza di una manifestazione che sappia attirare interesse sino alla fine. Specie nella stagione in cui debutta – e abbiamo visto tutti in che maniera – un nuovo soggetto televisivo e una nuova formula, quella dello streaming da molti auspicata, ahinoi, come quella del futuro.
Dare un euro per ogni gol subito dal Frosinone appare una formula di ribellione etica, significa trasformare un handicap in risorsa, come direbbe il sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando, stranamente sobrio, per non dire distratto su tutta la vicenda che ha accompagnato il Palermo.
Carissimi, la nostra adesione – la mia personale e quella del gazzettinodisicilia.it – la potete già considerare operativa. E la pubblicità all’iniziativa la offriamo noi, da oggi sino alla fine del campionato.
E' un peccato che non si sia commentato a dovere quanto accaduto a Frosinone lo scorso giugno durante la finale playoff, un episodio che mi ha indignato tantissimo non tanto come tifoso del Palermo ma principalmente come amante di questo sport. Probabilmente nel mondo ci sarà anche qualche ciociaro che prova vergogna per i modi ignominosi adoperati dalla sua squadra per raggiungere un obiettivo che sportivamente avrebbe anche meritato, tranne dimostrarsene indegna nei 5 minuti finali del match.