Gerlos (Austria), 14 Agosto 2018
Caro Arcaloro,
sono affranto da quanto è successo ieri, non tanto per la perdita quasi certa della B o per l’inutilità del festeggiamento anticipato, a cui ho preso parte io stesso, e non me ne pento affatto, ma per le conseguenze che un disprezzo così evidente di ogni regola comporta: la riflessione che si è imposta spontaneamente alla mia mente ingenua è se queste porcate da parte delle pubbliche autorità preposte avvengano solo nel mondo del calcio o anche in ambiti ben più importanti. Non mi era mai capitato di imbattermi così da vicino in un obbrobrio simile: aggirare una regola sgradita rimovendola a procedimento ancora in corso. È stato penoso assistere alla farsa di un presidente della FIGC che dieci giorni or sono ha detto che sarebbe stato necessario passare sul suo cadavere, se la Lega di serie B avesse persistito nel suo proposito di cambiare il format del campionato, e poi, dopo un silenzio lungo e indecoroso, si è prestato a questo colpo di mano, modificando la norma per permettere alla Lega di stilare il calendario, soprattutto secondo questa tempistica. Chissà come è avvenuta questa prodigiosa conversione di Fabbricini! E quel Balata che nel suo discorsetto davanti alle telecamere ha fatto un appello ipocrita al rispetto per le regole? Certo, il Catania non è stato promosso sul campo, argomento di facile presa retorica che viene strombazzato ossessivamente per zittire chi esprime un naturale dissenso di fronte a questo modo di agire, ma se tre posti si sono resi vacanti e secondo il regolamento sportivo il ripescaggio avviene sulla base di criteri che non si limitano al piazzamento nella stagione precedente, non si può negare che a tre squadre è stato inflitto un palese danno: il Catania rientrava nei parametri di ripescaggio e, secondo quanto stabilito, bisognava procedere all’integrazione delle tre squadre mancanti; non possono tapparci la bocca con questo richiamo demagogico al verdetto del campo o, peggio, alla vicenda dei Treni del Goal, tanto più che neppure su quella storia oscura la cosiddetta giustizia sportiva ha fatto piena luce. È questa l’Italia in cui ho sempre riposto la mia fede? Basta un Lotito qualunque, con le sue consuete manovre sotto banco, per annullare gli elementi fondamentali di uno stato di diritto? Ciao,
Marco Tullio