In questa "uscita" c' è tutto quello che uno che ha fatto quello che ha fatto lui, può dire. Non c'è quello che dovrebbe dire:la verità. E poichè non credo al rincoglionimento improvviso, la vicenda Cosentino al Catania per me continua a rimanere un punto oscuro. Quello che lui chiama "errore più grande" è perdurato anni e con danni tali, visibili a tutti, su cui avrebbe dovuto intervenire subito come fatto com Bonanno, Pitino e Milazzo giudicati, giustamente, non adeguati al compito e mandati via. Le qualità imprenditoriali che aveva sempre dimostrato "prima" di Cosentino, tornano in evidenza in questa "uscita", e questo contrasta ancora di più con quanto dichiarato sulla presenza al Catania dell'Argentino che non può essere liquidata come un errore.
Precisato questo, ritengo che le scuse siano un passaggio importante, prima di tutto con se stesso. E poi con coloro ai quali ha causato un dolore incancellabile, come la macchia su una maglia che è stata capace di suscitare passioni "uniche" nel mondo del calcio. Si dice che il tempo "sana" le ferite. Questa ferita anche se sanata lascerà sempre una "menomazione" morale, che nessuna promozione e nessun risultato sportivo potranno mai sanare.
Prendiamo atto del suo impegno che ha evitato il fallimento del Catania e dei suoi buoni propositi. Ma sosteniamo ciò che conta veramente in questo momento: l'opera del Direttore, il quale fa anche lui i suoi sbagli, ma sono errori comprensibili in una realtà, quella sportiva, che non è una scienza esatta quanto ai risultati, ma lo è quanto alla passione per i colori del Catania.