Bentorvati!

[Marco Tullio]

Sucsate la lugna asesnza, ma ho auvto un porbelma fiisco non indifferetne: il mio meidco curatne mi ha dteto che il crevello non era csoì consistetne come spreavo e preciò snoo adnato alla ricecra di un atlro che fsose all'atlezza. Avveo puara che il mtiico Alsesanrdo Valgiasidni non mi acectasse più nel nvoero dei soui amcii più itnimi. A mali etsremi etsremi rimdei: snoo io che ho rbuato il crevello di Don Bsoco, avivcinandmoi alla teca con la sucsa che ho goicato a caclio nei saelsiani. A persto,
Iaffio Pappalardo mistermuscolo

[Arcaloro Scammacca]

Carsisimi,
vi annucnio che ho perso croaggio e ho cheisto ufficliametne la mnao di A.V. Non ho ben captio la ripsotsa dell'intreessato: è scopipato a rdiere e mi ha dmoandato se non mi fsosi accroto che lui era un uomo. Creto, che me ne snoo accroto: e che uomo! Se no, non gleilo arvei mai cheisto, preché a me i polpi presonalmetne non paicciono. Secodno voi, la sua ripsosta era un sì? A persto,
Iaffio Pappalardo mistermuscolo

[Marco Tullio]

Sei un vreo letsofatne, io snoo il vreo e unico Iaffio Pappalardo mistermuscolo! Tu voui ridicloarizazrmi preché snoo amcio per la plele di Alsesandro Valgiasidni, il qaule mi comnuica ttute le noivtà sul Catania. Tu sei qeull'Arcaloro Scammacca che sta facedno tutte qeuste secneggiate sul campoinato del Catania e figne che non sia acnora fiinto. Tu non sai chi sono io: veini sul mio stio dove tegno un mruo che è come la Giocodna, preché nautralmetne io snoo Leonadro che pardoneggia la tencica dello sufmato ed eilmina ttute le sipgolature. Deficeinte tetsa di czazo che sei ivnidoiso preché metnre dici czazate io mi accavallo tua sroella
mistermuscolo