Riassumendo: Zamparini si è dimesso da presidente, ufficialmente, dopo averlo promesso o minacciato almeno una ventina di volte. Ha annunciato che in quindici giorni ci sarà un nuovo consiglio di amministrazione e un nuovo presidente espressione della nuova proprietà, americana.
Non sappiamo chi siano questi americani, potrebbero essere come James Pallotta o come Randy Lerner, quest'ultimo disastroso proprietario dell'Aston Villa (che ho visto vincere sabato scorso nel meraviglioso Villa Park nella sfida contro il Derby), sceso dai fasti di coppa campioni, scudetti ed FA cup conquistate ad una Championship in cui la quota play off dista il doppio della quota retrocessione in League one. Del resto non si capisce ancora se la data per certa cessione del Palermo faccia parte di un pacchetto più generoso in cui siano presenti più società, se non l'intero gruppo Zamparini o se si tratterà di una cessione in solitario, con la promessa da parte di questo fondo di finanziare le altre imprese mal ridotte del nostro ex presidente.
Il futuro chiarirà comunque le idee di ognuno. Io dico che oggi bisogna brindare per due motivi ed il più importante non è il passaggio di proprietà del Palermo, ma i 110 anni di storia della maglia rosanero. Era infatti il 27 febbraio 1907 quando il Palermo disputò il primo match senza le originali casacche rossoblù, presentandosi in campo con i nuovi ed inusuali colori. In quel rosa e in quel nero c'è una storia, fatta al 90% di sofferenza, che nessuno potrà mai cancellare, neanche Zamparini con la sua gestione distaccata e negli ultimi tempi diventata addirittura sprezzante a tratti. Forse non è un caso che Zamparini vada via il 27 febbraio, io voglio credere che sia così.
L'abbandono di Zamparini mi porta inevitabilmente a parlare nuovamente di calcio giocato, fermo restando che la priorità da qui a giugno prossimo non sarà salvare la categoria, ma impostare un organigramma serio, credibile e forte per affrontare, presumibilmente, la serie B il prossimo anno.
Si scelga un direttore sportivo degno di questo nome (Salerno mi andrebbe benissimo, Foschi potrebbe essere un soggetto ben spendibile mediaticamente perché amato dai tifosi, non mi stupirebbe vedere nuovamente Perinetti, specialmente se dietro l'operazione ci fosse Tacopina.
Il nuovo DS scelga un allenatore di calcio, non una scommessa e con lui e in funzione del suo modulo preferito stili un programma di massima fra giocatori che dovrebbero restare e nuovi giocatori da prendere. Non dimentichiamo che scendendo in B a meno di exploit di Pescara e Crotone, il Palermo beneficierà di un paracadute di 25 milioni di euro, ovvero poco meno di metà delle entrate di quest'ultimo anno. Se spesi bene si può fare un campionato da promozione.
E a proposito di giocatori, indico quelli che io terrei: Posavec, Rispoli, Aleesami, Andelkovic, Pezzella, Bruno Enrique, Chocev, Gazzi, Embalo, Balogh, Nestorovski, più giovani come Lo Faso e Bentivegna. Aggiungi a questa base un paio di difensori centrali, un regista, due centrocampisti abili nell'inserimento, un paio di ali ed un centravanti di riserva a Nestorovski e la B la vedi solo per un anno. Do per scontato che una nuova proprietà con intenzioni di risalita serie si tenga Nestorovski, del resto Zamparini portò a Palermo Maniero e l'anno dopo lo sostituì con Toni. Un'eventuale cessione potrebbe essere una prima cartina al tornasole, ma in negativo, sui futuri intendimenti della nuova proprietà.
Per finire, sempre rimanendo cauto, sogno di non sentire più abbanniare i giocatori al mercato perenne un'intervista sì ed un'altra pure, sogno di non sentire dire che non ci sono soldi e che bisogna vendere o svendere ogni anno i Belotti di turno per appianare il bilancio. Non mi interessa rifare l'Europa League, mi interessa ritornare ad interessarmi ad una squadra di calcio piuttosto che a quello che era diventato soltanto il salvadenaio personale del suo presidente.
p.s. di Curkovic e degli altri zingari di m.e.r.d.a non deve rimanere nemmeno il numero di telefono su una rubrica in viale del fante.