Casorezzo (MI), 14 Settembre 2015
Caro Sergio,
l'esempio del prete non mi tocca, perché per me "soli Christo gloria", ma per il Catania è diverso, perché è una fede immanente e la sozzura che si è riversata sul nostro capo non la possiamo scrollare via proiettando la giustizia su un piano ultraterreno. Tuttavia cristianamente non posso rifiutare questa croce da cui non mi è concesso ripromettermi al momento nient'altro che scherni e sputi in faccia sul solco di nostro Signore, che sempre sia benedetto, nell'attesa della risurrezione. Caro Sergio, grazie per i tuoi spunti di riflessione, dai quali ho ricavato adesso non poco conforto. Forse, sempre per carità cristiana, presto riuscirò a perdonare Pulvirenti per il male che ha provocato ai dipendenti delle sue varie imprese, al Calcio Catania e ai suoi sostenitori, alla sua stessa famiglia con la sua condotta moralmente disordinata. Può darsi che i bagordi taorminesi lo distolgano da un serio esame di coscienza, ma quando tra non molto si ritroverà solo con le sue cattive azioni, non potrà che trovare rincrescimento per il male che ha fatto alle tante persone che hanno creduto in lui. Affettuosamente,
Marco Tullio
Caro Marco Tullio:
Pensa che tutte le mattine mi alzo sempre alle 5.30, ed a volte anche prima. Già alle 6 meno 10 sono per strada, quindi, per il lavoro che svolgo, non posso andare a letto tardi la sera prima, pena il ritrovarmi un rammollito il giorno dopo. Ma malgrado ciò non mi posso esimere dal rispondere al tuo post.
Rossazzurro e rosanero, credente e non credente, non possiamo certo dire di non avere delle differenze. Credimi, siamo molto meno distanti sulla prima che non sulla seconda. Del resto la storia di questo forum parla da sola. Poco ci frega delle fortune della squadra rivale ma il rispetto per le persone, per le loro idee e per le loro manifestazioni, pur con tutte le difficoltà, gli impedimenti e gli elementi contingenti del caso, almeno per quello che mi compete, non l’ho fatto mai mancare. Ed a Catania sono stato più volte per incontrare altri utenti di questo spazio virtuale, curandomi ben poco del colore della sciarpa ma badando principalmente alla qualità delle persone. Ma per quanto riguarda il lato religioso purtroppo ci troviamo in posizioni diametralmente opposte ed assolutamente inconciliabili. Nella mia quotidianità sono circondato da credenti (almeno tali si ritengono). Ma per quello che dicono, che fanno, che pensano in proposito, per il modo di giudicare, ed a volte anche classificare, chi come me ha idee incompatibili con il loro credo e la loro religione, per la loro visione del mondo, della vita, delle cose, delle loro aspettative sull’aldilà (e, purtroppo, anche sull’aldiquà), mi accorgo ogni giorno sempre più di essere in presenza non di credenti ma di creduloni. E la differenza è enorme. E poi, per mia forma-mentis, l’idea di una persona che ritenga l’essere umano l’oggetto (IL soggetto) principale del divino atto creativo, che ritenga l’essere umano (quindi se stesso) creato a immagine e somiglianza di Dio (blasfemia allo stato puro), di quel Dio che ha creato il mondo a suo (dell’essere umano) uso e consumo, ma anche a suo personale piacimento e godimento, e che si arroga il diritto di vita e di morte sulle altre creature del mondo in pieno spregio ad ogni ipotesi di fratellanza biologica che potesse esistere tra noi umani e le altre individualità del creato, rende agli occhi miei il credente (il credulone), l’essere socialmente più abominevole di questo pianeta. Faccio solo un esempio: il leone mangia la gazzella perché ha fame. Ma l’essere umano mangia il patè di foie gras per i suoi discutibili peccati di gola. Ciò non vuol dire che io abbia in astio l’itera umanità. A volte determinate situazioni sono anche capaci di farti nascere sentimenti contrastanti. Quante volte capita, nel corso di nostra vita, ritrovarsi dinanzi a un credente (un credulone) prostrato in religiosa preghiera, dinanzi un immagine sacra, oppure una statua o una reliquia. Ecco: pervaso da uno sconfinato senso di tenerezza, lì io penso: povero credulone, chissà quali richieste sta inoltrando all’oggetto delle sue preghiere. Egli crede che lassù ci sia qualcuno che le raccolga, che le faccia proprie, che se ne faccia carico e che le porti a termine con felice esito. Egli crede di avere un protettore, un entità avente potere di manovrare i destini del mondo e di modificarne l’indirizzo. Saranno lodevoli le sue richieste? Saranno moralmente corrette? O, come a volte capita, le gioie dell’uno corrispondano alle disgrazie di qualche altro? Chi lo sa…
Ritornando al tema del topic, anche laddove un Dio esistesse, le sorti sportive della squadra rossazzurra dubito siano valutate come esigenze primarie (anche se qualche dubbio su un non lontanissimo 0-4 al Barbera, lo ebbi anch’io
) I valori dello sport portati a modello di lealtà e correttezza per la formazione e la crescita delle giovani leve è un iniziativa di lodevole rispetto. Ma siamo sicuri che il calcio sia lo sport giusto? Se di sicuro è lo sport più popolare, è altrettanto certo che sia pure quello più falso, più sporco, più ingannevole, più corrotto. E l'operato recente di Pulvirenti è soltanto l’ennesimo esempio di quanto sopra.
Ciao!