Egalitè! Fraternité! Libertè vigilé!
Cari catanesi e care, troppo care, catanesine, questa sera, staseralmente, voglio fare un discorso alla città: il discorso della mia uscita di scena. Da più parti mi è stato spessatamente chiesto: “come mai vuoi fare un discorso alla città?”. Ho risposto appuntamente: “fatti i caz.zi toi!”. Io comincerei subitamente a fuggire verso Acapulco ma purtroppamente però non manca la polemica dell'ultimo giorno dalla quale non mi sottraggo...caz.zu caz.zu iu iu!!.
La bestia Giovanni Salvi, che gli ricordo al comma 24, della legge 37, del decreto ingiuntivo Luglio 1987: “io non ti sputo se no ti profumo”. Questo burattino senza pilu ha avvelenato l'aria del nostro temperato e sereno clima calcistico dicendo in giro che io avrei confessato di aver comprato almeno 5 partite della serie B... e cicik e cicik...ciao ... si ciao...Salvigiovanni.
Ascoltami bene Salvigiovanni, 100 mila euro per una scommessa su una partita non sono niente...perché non pensiamo ai vantaggi di queste cifre?! Con 500 mila euro io garantisco lavoro ad un calciatore dai 18 ai 65 anni, l'avete visto, infattamente Impellizzeri com'è diventato...caz.zu caz.zu iu iu.... Dalla prima comunione alla pensione, va. Vi pare poco? Ci sono calciatori o direttori sportivi che in trent'anni si sono fatti una carriera e una reputazione, perfino in Nazionale sono arrivati. E poi ci si conosce, si fanno amicizie. Sono nati amori e anche delle comunità. C'è chi si è sposato e fatta una villetta schiera a fianco allo stadio. Salvigiovanni, questa è politica dell'occupazione. Questo è calcio moderno. Salvigiovanni, con rispetto e stima: fatti i caz.zi toi!
Ma il nostro pensiero, in questa serata di addio, non può non andare ai giovani. Giovani che ricordo sempremente sono un problema e non una risorsa. E qui a Torre del Grifo ne abbiamo tanti.
Cari catanesi e postdatatamente care catanesine, Io mi vanto di aver educato mio figlio Santi con sani principi e con le più moderne tecniche pedagogiche ed educative. Però io ho sempre pensato che un buon rapporto tra padre e figlio non può basarsi esclusivamente su schiaffi o sputi, ma servono puramente legnate e caciazze 'nto cu.lu. E poi basta con questa ricchionata del principio di lealtà e sportività. ... Nto cu.lu lealtà e sportività! Nto cu.lu!
Infattamente mi ricordo da piccolo che ogni volta che giocando Santi perdeva una partita io lo riempivo di mazzate, un po’ per consolarlo, un po’ per fargli capire che perdere senza nemmeno tentare di corrompere gli avversari o l'arbitro è da stronzi. Qualunquemente glielo ho spiegato a Santi: se ti do uno schiaffo è perché non hai capito a quale bambino regalare il Kinder Sorpresa. Se non capisci il motivo la colpa è tua che sei scemo.
A Santi ho dato frequentemente, volenterosamente e spregiudicatamente lezioni di gestione societaria, ma solo quando ha compiuto gli undici anni. A dodici gli ho fatto falsificare il suo primo bilancio. A tredici anni a pagare con assegni a vuoto le put.tane. Insomma una educazione attenta e accurata, ma ogni cosa a suo tempo. Poi ho continuato con i soliti rudimenti di gestione calcistica. Il codice sportivo. “Santi, va bene, ma potrebbero pensare che sei timido. Ti devi fare rispettare”.
Si comincia dando la mano ad un avversario e finisce che ti prendono pe' ricch.iuni! Non dare mai del contante per comprare la partita al tuo DS se hai bevuto. Santi impara che l’unico sport è la caccia. Il calcio e altri sono sport per omosessuali!”
Peromente, cari catanesi e posteriormente care catanesine, siamo a alla mia uscita di scena ed è tempo di dialogo! Sono convinto che mai come in questo momento serva un dibattito franco e onesto, dai toni mai accesi e nel quale si riconosca a voi tifosi anche i meriti e le capacità. Un confronto che abbia come punto di riferimento, come orizzonte morale direi, il bene primario: quello del Calcio Catania 1946.
La storia mi chiama e io rispondo: presente. Innanzituttamente: basta con lo scontro. Basta con la lotta tra tifosi. La città ha bisogno di una fase nuova, di pacificazione tra gli opposti. Intalsensamente ho già pronti i nuovi slogan. Basta con la lotta tra disfattisti e filosocietari. Basta con la lotta tra giornalisti e giornalai. Quando dico basta è basta! Siamo in una fase nuova.
Tu tifoso se riusciamo finalmente a vincere una partita dopo 25 sconfitte consecutive, e solo perché è combinata, non mi applaudi? ...nto culu a tia e tutta to famiglia!!
Tu giornalista continui a scrivere che amministro la società senza trasparenza, che non ti mando tesserati nella tua trasmissione? Si a tia non ti piaci u pilu su caz.zi toi...nto culu a tia e tutta a to famiglia.
Come vedete infattamente non serve la lotta ma il dialogo. E non solo tra addetti ai lavori. Serve il dialogo anchemente tra istituzioni e cittadini, tra amministrati e amministratori, tra rapiti e rapitori, tra truffati e truffatori, tra 'ndrangheta e camorra, tra assassini e assassinati... tra cor.nuti e figghji i but.tana: dialogo! La parola d'ordine è dialogo! Scusabilmente scusatemi. Mi sono fatto prendere la mano. Dovevo dire quelle quattro put.tanate. Adesso va di moda fare i buoni, tanto la gente crede a tutte le caz.zate che gli dici. Insommamente, infinemente e concludibilmente, il 2014/15 è stata una stagione di luci ed ombre. Per cui, contando in un rilancio nel 2016, sintetizzo: 'nto cu.lu a Palazzi! E già che ci siamo, 'nto cu.lu anche a voi!
Nino Cetto Pulvirenti