L'esordio di Lucas Castro avvenne nell'agosto del 2012 all'Olimpico. La partita Roma-Catania finì 2-2. La Roma pareggiò all'ultimo minuto e in pieno recupero il Pata, da poco subentrato, con un'azione personale colpì la traversa. Su quella emozionante partita avrei qualcosa da dire: già in quell'occasione si capì chi era il Pata Castro, perché c'era Antenucci libero nell'area piccola, con un assist si vinceva in casa della Roma, per la soddisfazione di tutti, in particolare mia e di qualcun altro, invece fu traversa; in secondo luogo, bisogna sottolineare la personalità del giocatore, che appena entrato in campo fu protagonista (mentre altri hanno bisogno del tempo necessario per ambientarsi e bla bla bla).
Per quanto mi riguarda, sono stato uno dei primi ad apprezzarlo, per poi cambiare idea; e senza tutti i torti. Lo chiamavo “Cavallo Pazzo”, perché lo è.
Ho cambiato idea perché dopo la prima ottima stagione, che portò alcuni importanti club a interessarsi del suo cartellino, forse per presunzione, anziché migliorare, ha fatto dei regressi. Già lo scorso anno aveva portato alle estreme conseguenze quell'egoismo che era facilmente percettibile sin dalla prima partita e che induceva Bergessio a fargli dei “cazziatoni” in campo.
Gli direi solo due cose, se potessi: evita di essere egoista, passa la palla al compagno smarcato, perché la tua virtù è quella di guadagnare metri e fare superiorità numerica, ma se non passi la palla al compagno piazzato bene, tutto quello che fai diventa fumo; non fare polemiche con gli arbitri per questioni banali, rimani concentrato e non avere quell'atteggiamento spocchioso che irrita sia gli arbitri sia i compagni di squadra. In sintesi, impara ad essere concreto. Non è facile, ma è la soluzione per diventare un buon giocatore, anziché rimanere un incompiuto fumoso “spacchiellassa” che non serve a niente.
Insomma, gli basta poco per essere un buon giocatore. E mi farebbe molto piacere, perché in questo momento è l'unico giocatore imprevedibile di questa rosa. Ma anche perché abbiamo dei bei ricordi di un Catania che fece bene e di cui lui è uno dei pochi rimasti.
Dipende solo da te.
Buon compleanno, Pata.