Ma a questo punto, sarebbe fondamentale sapere quali siano questi "gravi problemi mentali" che affliggono i calciatori del Catania (tutti quelli passati da Catania in questi due anni), così evitiamo di lamentarci delle prestazioni in campo (il calcio dovrebbe però essere questo) e delle scelte dell'allenatore, che si immolano per la nostra squadra, mentre noi li critichiamo senza un minimo di riconoscenza.
Nelson, ovviamente stiamo discutendo con passione della nostra squadra del cuore, quindi nessuna questione personale.
Io in un altro post ho tenuto a sottolineare come la penso sulle responsabilità: ciascuno ha la sua parte, importante.
Sulla situazione mentale del Catania, non so se "gravissima" come scrivi tu esagerando e con sarcasmo, ma anche altri tifosi nel forum hanno fatto notare questo aspetto già da qualche settimana, e Santo nel suo commento alla partita che ho condiviso totalmente, scrive che i nostri nel secondo tempo giocavano "terrorizzati", non credo di dire cose astruse.
Del resto anche il Catania in serie A aveva la sindrome da "trasferta" (quando vediamo in certe stagioni squadre, anche neopromosse, avere invece la vocazione a vincere in trasferta: sono statistiche oggettive), solo che - secondo come la vedo io - c'era una solidità dirigenziale tale che l'ambiente "Catania" compatto e unito dava sicurezza alla squadra, specie nelle partite in casa.
Sottolineavo la storia della sciarpa, non per il "porta fortuna", ma perché contestualmente Marcolin in quell'intervista descrive una situazione, un retroscena per me importante.
Dice Marcolin: "
Sciarpa rossazzurra che avevo addosso? Me l'ha regalata Pulvirenti che a sua volta era stata regalata al presidente da Mihajlovic quando ha allenato i rossazzurri nel 2010. Ha portato bene, adesso non posso toglierla più. Il presidente l'ho voluto con noi durante questa settimana per far sentire la vicinanza della proprietà. In questo momento mi serve la praticità e preferisco vincere 1-0 che 4-0".
A me non sembra quindi che Catania sia una situazione in cui un allenatore arriva e lavora "tranquillamente", impartendo il suo "credo" calcistico ai giocatori avendo la certezza che questi lo seguano in allenamento e in partita: quanti allenatori abbiamo cambiato in questi due anni? Tutti "asini" e incapaci?
Come si può considerare la prova di Capuano, migliore in campo domenica e disastroso appena 6 giorni prima?
Se metto assieme tutto ciò concludo che il Catania, come squadra e come singoli atleti, ha bisogno di ritrovare una situazione "ambientale" che dia sicurezza e tranquillità, cosa che nelle partite in casa il tifo del Massimino contribuire a creare in maniera determinante. Se poi la condizione fisica migliora - come a me pare stia avvenendo - se rientrano gli infortunanti importanti, quest'obiettivo lo portiamo a casa.
E poi l'anno prossimo si vedrà.