Ho dato uno sguardo alla classifica di serie B, specie per quel che riguarda la zona bassa. Penso che si commenti da sola.
Bisogna necessariamente fare una distinzione: non si può non essere solidali con i tifosi rossazzurri che scrivono in questo forum. Sono anni che ci si scambiano i propri umori a vicenda, momenti di gioia, pochi, ma anche momenti tristissimi, ahimè!, i più numerosi. Le cose in casa rossazzurra non stanno andando come previsto, tutt’altro: ad oggi sarebbe retrocessa in legapro. Non provo certo appagamento nel leggere tutta la preoccupazione espressa nei loro post (spesso si è rasentata la costernazione), e non tralascio nemmeno quelli con cui non ci si càca da tempo per motivi che non sto qui a elencare perché si va in OT ma che comunque io, antipacifista occasionale, purchè le armi siano la penna e/o la testiera, alla fin fine non porto rancore a nessuno purchè non si passi per fesso.
Fatta questa doverosa premessa con annessa distinzione, focalizzo adesso l’attenzione sulla tifoseria rossazzurra in genere, quella rappresentabile non da questo forum ma dagli spalti del Massimino, quella a cui interamente dedico questo post. Il mio pensiero, in questi primi mesi del 2015, visto l’andazzo del campionato rossazzurro, visto che il sogno promozione diveniva via via sempre più flebile fino a scomparire del tutto, non è potuto non andare al quel fatidico 21/04/2013 e a tutte quelle B che in 20 mila ci sbatterono in faccia. Per dovere di cronaca, onde evitare cattive interpretazioni, faccio copio e incolla del mio pensiero espresso in questo forum in data 24 aprile 2013 inerente a quella coreografia in occasione del derby e di cosa sia lecito o non sia lecito fare, secondo il mio punto di vista, quando si ha addosso la sciarpa della propria squadra.
Ci stanno i cori, gli sfottò,i cartelloni con B, l’uovo di pasqua con "C1 tornerete", ci stanno i tifosi che urlano “serie B”, ci stanno anche le dichiarazioni scomposte e inopportune di qualche giocatore che nella circostanza veste la casacca della sua città (e mi riferisco a Rinaudo che fece storcere il naso a qualcuno con quello che disse), ci stanno i tifosi oltranzisti che augurano tutto il male possibile alla squadra rivale e ci stanno invece quelli sportivi, pansiciliani che, derby a parte, al rivale augurano le migliori fortune. (…) A fronte di tutto ciò, per me è scorretto dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, cosa si fa e cosa invece non va fatto. Ogn’uno viva il derby come meglio creda e lasci agli altri la libertà di viverlo come meglio piace. E per la serie del
oggi a me domani a te, mi appresto a scrivere quanto segue:
@stono2746 “BBBBBBBBBrendo esempio da mio BBBBBBBadre” aveva twittato poco tempo fa Stefano Sorrentino ai tifosi rossazzurri che dal web tentarono di schernirlo, augurandosi che tenessero ancora conservate quelle lettere B. E se sono state conservate, per me è giunto il momento di tirarle fuori: in quelle B c’era quello che per noi avrebbe dovuto essere (e che comunque è stato) un affronto all’opulenza sportiva ostentata negli anni precedenti (piazzamenti nel calcio europeo (rimasto un miraggio per i rossazzurri), grandi giocatori e alcuni dei quali con l’azzurro addosso, grandi nomi come Cavani, Pastore, Toni) e mai eguagliata dai rossazzurri (non hanno potuto superarci nel raggiungimento di risultati sportivi però poi li abbiamo fatti passare avanti a noi per il nostro decadimento). Quella B che ci furono sbattute in faccia il Tifoso Rosanero non l’ha vista semplicemente come una burla folkloristica, troppo riduttivo. C’era semmai espresso il marchio del disonore, dell’onta, della nostra vergogna, con impresso il nostro fallimento sportivo. Quella serie B che oggi di casa è a Catania, svergognata 20 mila volte quel pomeriggio al Massimino, rischia di smaterializzarvisi , di volatilizzarsi, portando seco l’immagine di infallibilità e di efficienza che la deduzione “autoctonia necessaria”, in antitesi con il “mercenario sfruttatore e senza cuore del nord” si è voluta promuovere e propagandare per forza quale bene indispensabile oltre che imprescindibile per la realizzazione di una realtà solida, stabile e in perfetta simbiosi con il territorio d’appartenenza. L’idea che oggi quella tifoseria concupisca ciò che ieri ha rappresentato il nostro affronto, e ce l’hanno stigmatizzato con un intero stadio che d’improvviso si era tinto di bianco (la carta) e di nero (la B), rende la nostra vendetta sportiva un succulento piatto di una prelibatezza unica. E’ proprio vero: la vendetta (vendetta sportiva, s’intende) è un piatto che va consumato freddo. Peccato, non c’è un Catania Palermo quest’anno e quindi non ci potrò andare allo stadio con il mio foglietto A4 con su scritto un bel LEGAPRO. Ma ce l’ho di sicuro nella mia immaginazione quando sento il risultato sportivo sortito dalle gare etnee.
Una menzione a Garreccio grandissimo premonitore e al contempo infausto profeta che al nostro caro utente Occasionale Rosanero che si era augurato “ci vediamo tra due anni”, ironicamente gli rispose: “sei troppo ottimista”. Vero è Garreccio, troppo ottimista, già l’anni addivintaru tri
e non si sa se cresceranno ancora.
Il Sergio che scrive al forum si può condolere dell’abbattimento morale in cui versano i cari e vecchi interlocutori di sempre (e per alcuni di loro, saranno sei, sette, otto, mi dispiace davvero). Ma il tifoso rosanero che c’è in me non può non compiacersi di tutti gli eventi sfavorevoli che stanno attraversando i tifosi rossazzurri, capitanati da quell’arripuddutu di “non faremo la fine del Palermo” (e bravo! Hai avuto ragione, non ci sei riuscito a fare la “fine” del Palermo, né ieri, né oggi). Si, quelle lettere B, chi le ha conservate ha fatto bene. Adesso servono. Adesso servono per voi! Per voi che ieri avete disprezzato ciò che oggi vi appare come linfa vitale. Occhio: la B potrebbe sfuggire anche quella. Tirateli fuori quei foglietti A4 e fatele vedere alla vostra squadra quando scende in campo. Che la salvino a tutti i costi. Un nuovo passo indietro, seguendo le (opinabili) leggi del tifo di cui, poco ma non mai, io mi avvalgo, sarebbe un nuovo scialo.