Non so più da quanti anni scrivo in questo forum. Forse 14 o 15 non ricordo. Alcuni utenti ho avuto il piacere di conoscerli personalmente ed immagino già come possano vivere questo momento. Si legge, tra le righe, la forza e la voglia di non arrendersi e di crederci ancora nonostante tutto, anche al cospetto di un evidenza cruda quanto brutale, di Gaspare e di Santopesaro, tanto per fare due nomi a caso, due di quelli con cui mi sono “sciarriato” per tre lustri interi a chi ce l’avesse più lungo. Si legge invece in maniera molto più esplicita, lo sconforto e la delusione di Antonio, al secolo Malato po Catania, i cui post trasudano lacrime e costernazione per quanto sta accadendo alla sua squadra. Provo e immaginare anche la profonda delusione ed il morale sotto i tacchi di Aldo, Marco Tullio, Francesco Maravigna persone che non vedevano l’ora fosse domenica per correre a sostegno della propria squadra, senza guardare a spese e chilometri, pioggia neve o tempesta. Dopo tanti anni che vi si legge, non si può non essere solidale con quanto sta avvenendo. L’augurio è che tutto possa tornare alla normalità nel più breve tempo possibile.
Non ho la pretesta di essere grande intenditore di calcio, di schemi, di formule, di tattica. Seguo questo sport più per passione per la mia squadra che per altro. Non ho ricette magiche da dare, anche perché non seguo le partite del Catania (non ho il pacchetto serie B). Che Pulvirenti possa essere poco esperto di questioni calcistiche lo si evince dai vostri post. Magari mi sento un po' più ferrato in altre vicende della vita e c'è una cosa mi lascia molto basito e non mi spiego come un uomo navigato nel mondo come Ninuzzu non se ne renda conto. Riguarda il silenzio stampa. Il non assumersi in prima persona la responsabilità totale di quanto sta accadendo, il non palesare ai tifosi i perché e i percome di tutte le difficoltà che stanno scaturendo da questa mutazione società (cantava Renato Zero: lui chi è, come mai l’hai portato con te, il suo ruolo mi spieghi qual è?), il suo nascondersi alla stampa, alle TV, in giro, sta facendo si che la tifoseria, cieca, istintiva, bruta e irragionevole come ogni altra tifoseria, potrebbe riversare sulla squadra e sui singoli giocatori tutto il proprio disappunto e tutta la propria rabbia, rendendo difficilissime e irrealizzabili anche le cose semplici, le vittorie più facili, il normale cammino che è necessario intraprendere per venire a capo di questa situazione. Immagino già quanto sarà difficile per questi ragazzi, alcuni dei quali non ancora trentenni, uscire dal sottopassaggio del Cibali sabato prossimo, con una tifoseria e una città in rivolta che gli contesta accuse e colpe comprese quelle non hanno, a parte quella di trovarsi nella squadra sbagliata. Che torni dunque a parlare, ad assumersi la responsabilità del momento, a manifestare i suoi disegni futuri e a sorbirsi le critiche proteggendo così quelli che sabato scenderanno in campo che poi sono quelli che dovranno fare il lavoro più arduo che è quello di vincere con la maglia del Catania oggi.