Siamo tutti nervosi sulla sponda orientale, la situazione generale è quella che è, la nostra isola che non c'è sembra dissolta nel nulla, si, siamo molto nervosi. Io che "urlo" per il pallone... Non sta in cielo ne in terra.
Perché siamo arrivati a questo? Io provo a dire la mia in attesa delle vostre analisi.
Forse il problema sta nel fatto che negli ultimi nove anni ci avevamo preso gusto ad avere una società seria, che non prometteva niente di più della salvezza,è ilnostro scudetto ripetevano all'unisono il gatto e la volpe, ma promettevano non un futuro radioso, sempre il calcio Catania eravamo e siamo, sempre figli di un dio minore. Ma una crescita lenta e costante si, investimenti sostanziosi in conto capitale pure, tutte promesse mantenute, almeno fino all'anno scorso.
Certo c'era qualche voce sporadica di malcontento, (io gli ultra non li calcolo) che so qualche biondo carpentiere svedese per esempio non sopportava il guappo, ma la maggioranza si godeva il momento magico.
Poi ci fu il divorzio, io ammetto di aver temuto che il giocattolo si rompesse, ma dal cilindro al posto del coniglio Pulvy cavò un ricciolone tinto che insieme ad un allenatore esordiente ci elevarono fino all'ottavo posto, certo risultato che può far sorridere i tifosi strisciati e pure i nostri cugini occidentali, ma per noi figli sempre di quel dio di seconda fila voleva dire "essere diventati grandi"
Ma l'anno scorso la proprietà decide di cambiare tutto, cambia completamente la filiera di controllo dirigenziale, con la speranza di fare il famoso salto di qualità, lecito, ma purtroppo il melone è uscito bianco e sappiamo tutti com'è finita.
Qui una postilla la meritano i tifosi, non tanto il nocciolo duro che ha digerito di peggio, anche se fallire una salvezza fissata a trentaquattro punti e dura da digerire, ma che diecimila persone si abbonino in serie B è segno di amore, anche se a prezzi stracciati è amore.
Ma la cosa che stride con gli anni precedenti è la presunzione, l'arroganza, siamo passati dal il nostro scudetto è la salvezza, al quest'anno puntiamo alla coppa italia, (l'anno scorso) all'ammazziamo il campionato di quest'anno.
Bei proclami niente da dire, peccato che siano lanciati da gente che magari sa come trarre il massimo profitto dalla compravendita dei cartellini dei giocatori, ma che non ha la più pallida idea di come si gestisce uno spogliatoio, o un momento di crisi.
I momenti di crisi, ne abbiamo passati parecchi, dall'orrendo dopo 2 febbraio alla gestione Atzori, momenti tremendi, tragici, ma allora c'era una guida sicura fuori e dentro il campo, nel primo caso la streghetta Baiocco che faceva coraggio ai compagni prima dello spareggio, nel secondo una dirigenza che ha dato tempo ad Atzori di provare e riprovare appoggiandolo in toto prima di sostituirlo, fregandosene altamente delle nostre opinioni di tifosi, che detto per inciso, nel calcio globale d'oggi contano come il due coppe quando la briscola è a bastoni. Si sbagliava, ma si correggevano gli errori in corsa, senza isterismi. Come senza isterismi sarebbe stata accolta una retrocessione con 42 o 41 punti.
Invece negli ultimi due anni è tutto cambiato, proclami sterili, incapacità totale di gestione dello spogliatoio, carenze gravissime nella preparazione atletica e nel settore sanitario, con l'aggravante che questi erano i nostri fiori all'occhiello fino a due anni fa, il tutto spendendo due lire, mentre per ottenere questi risultati di soldi ne sono stati spesi parecchio.
Adesso ditemi voi cosa deve pensare un tifoso? Gli hanno distrutto un sogno e ripeto non parlo della retrocessione, ma parlo del passaggio in soli due anni da una società modello che con tutti i suoi difetti e limiti raggiungeva sempre i suoi obbiettivi, ad un baraccone grottesco fatto da allenatori quaquaraquà, un preparatore atletico che senza polverine miracoli non ne fa, uno staff medico visti i risultati ridicolo e uno spogliatoio che definire esplosivo è un eufemismo.
Su ditemelo, cosa deve pensare un tifoso, che forse la proprietà si è fumata il cervello?
"U Mastru"