Casorezzo (MI), 2 Luglio 2014
Cari forensi,
oggi mi è arrivato il libro e ho dato una prima lettura veloce: grafia minuta, densità di concetti e informazioni, stile non sempre accattivante. Certo, il volume non è destinato al grande pubblico, quello delle discussioni da bar, per intenderci. Chi ci vuole capire qualcosa deve impegnarsi: non mi è tuttavia del tutto chiaro il ruolo del Locarno in questi giochi di "triangolazioni", cioè gli scambi di giocatori tra squadre sudamericane ed europee con la mediazione del club ticinese. Se ho capito bene, in Svizzera si lavano i giocatori come le banche locali fanno con i capitali di dubbia provenienza, perché laggiù si è meno sensibili al discorso dei calciatori di proprietà di terzi. Le fonti citate a piè di pagina sono articoli di wikipaedia o di quotidiani online: ovviamente chi fa queste porcate non lascia documenti che siano accessibili a chiunque e la ricostruzione di Russo si baserà senz'altro anche su testimonianze orali di varia natura più che su un improbabile lavoro di archivio. Purtroppo sul calcio italiano ci sono relativamente poche notizie, che alimentano la curiosità del lettore piuttosto che soddisfarla. Naturalmente, a me interessava ciò che vi si legge sul Catania e su Cosentino: tutto sommato, poca roba. L'autore dice e non dice, accenna: l'incontro di Taormina e poco altro. Perché Pulvirenti è definito"quello delle prodezze realizzate come proprietario della compagnia aerea low cost Windjet" (p. 290)? Russo intende dire semplicemente che questo fatto è emblematico dello spessore etico di Pulvirenti o ha stabilito una relazione precisa, soprattutto dal punto di vista economico, tra la sorte della compagnia aerea e la nuova situazione societaria del Calcio Catania?
Insieme a questo libro mi sono fatto spedire l'autobiografia di Carlo Petrini, Nel fango del dio pallone, Kaos edizioni, Milano 2010. Sicuramente un libro più scorrevole con tutti quei pettegolezzi e dettagli piccanti in cui non manca nulla: sesso, doping, scommesse. Il calcio moderno è corrotto, ma quello più casereccio degli anni '70 e '80 non scherzava nemmeno, a prestare fede a Petrini.
Cordialmente,
Marco Tullio