Io escluderei Cosentino dall'elenco delle risposte. Cosentino è il responsabile (non l'irresponsabile) del mercato e non un DS e tanto meno un AD.
Per i restanti bisognerebbe individuare i criteri di scelta. Io ne vedo due. Il criterio, rassicurante, del passato; e quello più intrigante dell'incognita del futuro.
Il passato.
Certamente Pietro Lo Monaco. E' inutile che ci giriamo intorno: gli 8 anni del Catania in serie A portano la sua firma. La realtà sportiva del Catania Calcio, con struttura sportiva ed un gran numero di calciatori in giro legati alla società, è opera sua.
Ma bisogna considerare anche tutte le condizioni in cui questo successo è maturato. Una simbiosi perfetta fra l'AD e il Presidente, basata su una fiducia assoluta dell'uno nei confronti dell'altro ("Lo Monaco è il nostro Messi". Cit. Antonino Pulvirenti). E proprio questo profondo rapporto ha reso ancor più traumatica la rottura fra i due, condotta in modo inverecondo da Lo Monaco trascinato dalla sua personalità sanguigna, diretta, con atteggiamenti da spaccone. Ciò impedisce ed impedirà a parer mio una nuova collaborazione di Lo Monaco con il Catania di Pulvirenti.
Il futuro.
Pantaleo Corvino. Di lui si conoscono le doti di talent scout ma non di gestione della squadra. A Firenze il suo ultimo anno è stato carente proprio su questo fronte. Per il resto il professionista c'è tutto, ed è un grande professionista, con lunghissima esperienza (e gavetta) e con una serie impressionante di "talenti" scoperti, portati in Italia e venduti alle grandi squadre a peso d'oro. Aspira a grandi piazze (ci sono le sue interviste di non tanto tempo al riguardo) e non credo che scenderebbe di categoria.
Guido Angelozzi. Poco da dire. Esperienza certamente, ma i risultati ottenuti in carriera non parlano certamente a suo favore. Non risolverebbe il problema del Catania. Da evitare assolutamente.
Un altro. Quando Lo Monaco iniziò a collaborare con Pulvirenti non è che fosse famoso. Pulvirenti seppe intravederne le qualità e la sua adattabilità alla nostra realtà. È stata solo fortuna di una volta?
Né passato né futuro.
Sergio Gasparin. Egli non è certamente il passato del Catania, se non per una stagione in cui ha gestito magistralmente l'esistente (ottimo) e migliorandolo nei suoi punti deboli: la comunicazione. L'impressione che si ricava dal suo lavoro di un anno a Catania è che egli, senza stravolgere nulla, volesse passare da un progetto sportivo fortemente accentrato sulla figura autoritaria dell'AD, ad un progetto rigorosamente organizzato di cui un AD autorevole, lui, tenesse saldamente in mano le fila. Aveva iniziato a lavorare sulla lacuna più grave che aveva trovato migliorando, attraverso la comunicazione, l'immagine del Catania che durante il suo periodo era salita e di molto nella considerazione della stampa nazionale (quanto erano diventati lontani i tempi della "martellata sui denti" che Lo Monaco voleva sferrare a Mourinho). Non ha avuto un futuro a Catania. Secondo me meriterebbe di riprendere e completare il progetto. E credo che sarebbe disposto a farlo anche a partire dalla Serie B.
Ho votato per lui.