Da FANTAGAZZETTA
Io sono di Verona e sono tifoso del Verona, in questi anni quindi, purtroppo, ho seguito la Serie A in modo abbastanza distaccato o comunque interessato di più ai giocatori della mia rosa del fantacalcio che non ad una squadra specifica. In questi anni da osservatore, esterno e disinteressato, una società mi ha colpito più di altre: il Catania.
Gli etnei in queste otto stagioni consecutive in A, dato già di per se rilevante, guidati da un presidente-tifoso come Pulvirenti e da dirigenti del calibro di Lo Monaco prima e Gasperin poi sono riusciti a lanciare tecnici come Mihajlovic, Montella e quel Simeone fresco semifinalista di Champions e diventato ormai uno dei numeri uno nel suo mestiere. Dobbiamo sempre al Catania anche la scoperta di giocatori arrivati come sconosciuti come Vargas, Biagianti, Martinez, Gomez e Spolli e divenuti poi importanti o il rilancio di altri, come ad esempio Maxi Lopez, Andujar e Barrientos, aspettato praticamente due anni prima di poterlo vedere in campo, che sembravano sempre più lontani dal calcio che conta. Da appassionato di calcio giovanile inoltre ho sempre apprezzato i risultati della primavera rossoazzurra e i tanti buoni giocatori svezzati o in rampa di lancio, dallo sfortunato Sciacca alle nuove leve Petkovic, Barisic, Messina e Aveni. Ho ammirato anche il bel centro sportivo Torre del Grifo, inaugurato nel 2011.
Da quest'anno, per ovvi motivi, ho ricominciato a seguire da vicino e più attentamente la Serie A. Bene, della squadra apprezzata negli anni passati non c'era traccia, della squadra capace di fare il record di punti solo l'anno prima nemmeno l'ombra. Troppe differenze da un anno all'altro, troppi cambiamenti che le sole cessioni di Gomez e Lodi, dolorose si ma anche normali in una provinciale, non possono spiegare.
Forse, a causa degli oltre 1200 chilometri che separano Verona da Catania, mi perso qualcosa? Qualche dettaglio?
A questo punto, preso dalla curiosità mi ha spinto oltre. Ho iniziato ad analizzare più nello specifico la situazione e più minuziosamente i dettagli, servendomi anche di un amico catanese e di qualche sito riservato ai tifosi etnei. Ecco cos'è saltato fuori:
Dovendo scegliere un punto d'inizio non si può che partire dall'avvicendamento Gasparin-Cosentino. Il primo, stimato dirigente ex di Udinese e Sampdoria subentrò a Lo Monaco nel 2012 e proseguì la linea del suo predecessore: conti a posto, buoni acquisti (Rolin e Castro su tutti) e nessun big ceduto migliorando anche le pubbliche relazioni vero e proprio tallone d'Achille dell'ex Amministratore Delegato. Il 20 maggio 2013, dopo il record di punti del club, risolve il suo contratto per far posto al secondo, l'ex procuratore argentino Pablo Cosentino, da quel giorno in società con la carica di vicepresidente. Perchè?
Capitolo mercato, le prime tre operazioni in uscita sono molto particolari: via il migliore della rosa, il "Papu" Gomez, via il fulcro del gioco, Lodi e via il più talentuoso della Cantera siciliana, l'attaccante Barisic. Va bene, i primi due sono andati via per parecchi soldi e il terzo per giocare con continuità? Domanda spontanea. Invece no, il primo va al Metalist per soli sei milioni, il secondo viene scambiato per la scommessa Tachtsidis e il terzo prestato al Milan primavera in cambio del prestito del classe '94 Boateng. Secondo perchè!?
I due invece certi della partenza incredibilmente restano: rimane Maxi Lopez nonostante solo l'anno prima aveva dato chiari segnali di voler separare la sua strada da quella del club siciliano e rimane Barrientos dopo che il suo passaggio in Qatar era ormai già fatto. E come mai questo cambio? Siccome a pensar male spesso ci si azzecca potrebbe centrare qualcosa il fatto che il vicepresidente Cosentino sia lo storico procuratore di quest'ultimo e che poco dopo inizi a curare, non lui personalmente ma il fratello, gli interessi del primo (seguito poi anche dal compagno Castro).
Nel frattempo il mercato si chiude, oltre ai sovracitati Tachtsidis e Boateng, arrivano anche Monzon, Plasil, Guarente, Biraghi e gli infortunati di lungo corso, entrambi argentini, Leto e Peruzzi. Non arriva la punta richiesta dal mister che resta con i soli Bergessio (tra l'altro infortunatosi ben presto) e Maxi Lopez "arrivato in ritiro in sovrappeso e con problemi personali" come dirà più avanti lo stesso Presidente.
Viste le premesse il campionato parte male e già all'ottava giornata il Catania fa una mossa non da Catania, esonera Maran, il tecnico dei record, ed assume De Canio.
Con i rossoazzurri in piena bagarre retrocessione il mercato di gennaio è visto come una manna dal cielo dai tifosi rincuorati anche dalle parole di Pulvirenti "arriveranno giocatori italiani e pronti. Non arriverà invece Lodi, l'anno scorso fece il Diavolo a quattro per lasciare la città".
Arrivano l'argentino Rinaudo e il giovane Fedato, zero presenze in A in due, e quel Francesco Lodi che non sarebbe "mai tornato".
Zero esperienza ed esborso economico minimo (due erano per metà già del Catania ed il terzo arrivò in prestito), il mercato ideale per chi in sei mesi si deve giocare la permanenza nella massima serie?
Soddisfatto, a quanto pare, del suo operato, giusto dopo aver scaricato qualche colpa sull'ex tecnico Maran per via di una preparazione a suo dire sbagliata (salvo richiamarlo alla guida da li a poco) il Presidente Pulvirenti scompare completamente dai taccuini e dai microfoni dei giornalisti e del suo vice, così come dal giorno del suo arrivo, nemmeno l'ombra.
La squadra, da far suo, scende in campo come appagata, senza la cattiveria e la fame che contraddistingue chi deve trovare punti-salvezza su ogni campo. Iniziano anche gli infortuni strani come quello di Almiron che salta 8 partite per un problema muscolare, rientra contro il Livorno dove in 21 minuti segna un gol decisivo e poi scompare di nuovo per un infortunio non meglio identificato. Stesso destino per Frison che prima toglie il posto ad Andujar (nel frattempo venduto al Napoli per la prossima stagione) che fa una serie di ottime prestazioni salvo incappare in una giornata no sempre contro il Livorno, riperde il posto (ma Andujar proprio contro i suoi futuri compagni di squadra farà molto peggio) e scompare. Ufficialmente per uno stiramento che dura ormai da due mesi. Data del rientro? Sconosciuta!
Ritorna a parlare pubblicamente il Presidente. Per caricare la squadra? Per spronare l'ambiente? No, per parlare dell'acquisizione di un terreno dove far sorgere il nuovo stadio.
Per carità, bello, iniziativa lodevole.. Se non fosse per la tempistica. Pochi giorni prima infatti il credito sportivo annunciava un accordo con la FIGC nel quale si prevedono aiuti finanziari alle società per la costruzione di nuovi stadi. Alle società di Serie B. L'aiuto è solo per le società partecipanti al campionato cadetto. Sovvenzione che sommata al paracadute per i club che retrocedono dalla A fa drizzare le antenne ai tifosi più attenti.
Coincidenze? Io non credo.. direbbe Adam Kadmon al quale sarebbe da fare qualche altra domanda.
Nel frattempo la squadra, sempre più rassegnata in fondo alla classifica, è stata data in mano all'ex coordinatore del settore giovanile Maurizio Pellegrino.
Con l'obiettivo di salvare la nave che affonda o semplicemente di traghettarla verso la meta?
Ai posteri l'ardua sentenza..
« Nel calcio i soldi non bastano: è necessario avere passione, altrimenti l'arida realtà dei numeri può vanificare il lavoro di anni. » il Presidente Pulvirenti nel 2000
Fabio Groberio
con la partecipazione straordinaria di Davide Maugeri