In conclusione, come vedi sono d'accordo con te e condivido ciò che scrivi (è sempre un piacere leggerti), ma da un'altra parte credo che una squadra di serie A non possa trasformarsi per l'assenza di due buonissimi calciatori, anche se si tratta di tutta la fascia sinistra. Si può peggiorare, giocare male, rischiare, ma tale disastro, secondo me, dipende da tante componenti, in particolar modo da una modesta gestione di chi sta in panchina.
Il Catania dello scorso anno era una macchina perfetta , che era stata oleata e assemblata dalla mano di Montella in ogni suo particolare. Ogni meccanismo, anche il più piccolo, funzionava e sapeva cosa doveva fare :il rospo era diventato un principe azzurro. Quegli uomini, gli stessi di quest'anno, indottrinati nella filosofia di gioco di quell'allenatore rendevano tutti al massimo : prova ne sia che Lodi al Genoa e Gomez al Methalist non hanno suscitato troppi entusiasmi nei tifosi.
Era la cura del particolare, l' applicazione degli schemi e dei compiti che ogni calciatore doveva scrupolosamente osservare ,quasi una ricerca maniacale della perfezione , il marchio di fabbrica del Catania di Montella.Era il progetto di gioco innovativo il propellente che permetteva alla squadra di compiere imprese che alla vigilia delle partite potevano sembrare proibitive.
Maran lavorò con umiltà e con saggezza proseguì sulla scorta degli schemi Montella...col pilota automatico,come sapientemente ha definito l'amico Luis .
I nodi cominciano a venire al pettine quando durante la preparazione precampionato l'allenatore deve ridisegnare schemi e moduli per cucirli addosso a una squadra che in un sol colpo gli vengono a mancare gli interpreti principali di quel gioco che tante fortune aveva procurato. I rimpiazzi, un terzino sinistro che in quattro anni fuori dall' Argentina non si era espresso secondo le qualità che gli si accreditavano, un centrale di centrocampo che ha fallito clamorosamente e un Castro "falso d'autore" che doveva sostituire Gomez .
Conclusione: il principe ritorna rospo...
Maran è un allenatore "normale" con giocatori "normali", Montella è un allenatore "super" che lavora con giocatori "normali" e li fa esprimere da "super".
La differenza tra i due? Uno(Maran) è un tradizionalista...uno dei tanti senza infamia e senza lode, l'altro (Montella) è un innovativo...che ricerca il particolare e cura i dettagli.
Praticamente perfetto.
Sono sempre stato di questo parere, lo sai, soprattutto su Montella.
Aggiungo un particolare: lo scorso anno abbiamo perso almeno una decina di punti in "zona Cesarini". Ecco, ln quel caso, secondo me, emergeva qualche limite dell'umile e pur apprezzabile Maran.
Relativamente d' accordo con Voi.
Montella e Maran sono totalmente differenti, concordo.
Ma il primo non è "super" il secondo è solo "umile".
Montella non è quel "super" allenatore che dite perchè, primo, senza i puntelli giusti entra in difficoltà, e non poca, secondo, perchè è, vero un maniaco dei particolari, ma del centrocampo; difetta in attacco, ma ha validi elementi, e, soprattutto, nella rifinitura della difesa.
Se la squadra dell' anno scorso è stato solo l' "esercizio del pilota automatico", be', non comprendo come si sia arrivati a fare più punti dell' anno precedente... le due cose cozzano.
L' anno scorso la "rillantezza" di Maran è stata quella di aggiustare ciò che con Montella non funzionava, come, ad esempio, la verticalizzazione nella finalizzazione e la tenuta in trasferta, abbiamo fatto più vittorie. Ma non credo che solo ciò che aveva impostato Montella sarebbe, da solo, bastato.
Maran rappresenta l' umiltà perchè non ha, nella propria stoffa, la determinazione del bravo allenatore di A. Non sa interpretare il ruolo dello "scovatore" del talento che in ognuno dei nostri pedatori alberga. Si ferma, cioè, all' apparenza e non arriva alla sostanza, cosa che sa ben fare Montella.
La confusione che domina in campo, al di là dei numerosi infortuni, ne è la prova. Maran non sa creare, nè ordinare ( nel senso di disporre) in campo.
Montella possiede una rosa di grande rispetto, a differenza nostra che abbiamo delle "mezze molature" da imporre come "assi" del calcio.
Siamo stati sempre così, ma la nostra potenzialità economica non ci permette altro.
Se analizziamo i nostri campionati, la differenza l' anno fatta gli allenatori con "carattere" che hanno reso dei "brocchi" dei campioni, con determinanti "virate" a metà campionato, coincidenti con il loro arrivo (Zenga, Sinisa e Simeone). Quindi, se rivediamo bene la situazione passata, su 7(?) campionati, siamo riusciti a cambiare rotta in tre a metà campionato, nel primo per il "rotto della cuffia" e gli ultimi due, con traquillità, li abbiamo chiusi in largo anticipo.
Cioè, 2 su sette, li abbiamo chiusi in tranquillità... poca roba per essere aspiranti alla metà classifica alla quale diciamo di appartenere.
Se imputo un errore alla Società, è proprio questo: quest' anno doveva assumere un allenatore dalle indubbie qualità, con carattere, che sapeva fare giocare con schemi adeguati e ben impostati la rosa a disposizione... il mercato sbagliato dalla Società, come molti dicono, per me non è la causa di questo disastro.
Per me mezzo disastro è stato determinato dal non cercare un allenatore di categoria (Maran, a mio avviso, è un buon allenatore di B)... certo non puoi cavar sangue dalle rape, ma puoi, sicuramente, fare una zuppa appetibile, e questo e ciò che a noi basta.
...e Gippì sa molto bene che, tra i fornelli, è come misceli gli ingredienti che fa la differenza.... ma la "mano" è sempre del cuoco...
o no?