eccola lì quella "iaggia" dei tifosi ospiti pronta a riempirsi, per la diciannovesima volta da quando siamo tornati nella massima serie, di una informe moltitudine di supporter "strisciati" pronti ad urlare a squarciagola per i loro beniamini.
"Oh my God, che lungo viaggio che hanno dovuto affrontare!" direbbe il turista, lo spettatore neutrale venuto da Manchester o da Cardiff. "due ore di macchina o di autobus, al massimo" gli verrebbe risposto. E lui, non ancora conscio delle realtà nostrane "Really?c'è una comunità di milanesi in Sicilia?" "no, mister McKenzie. Forse non ha ancora afferrato la questione". "questi sono siciliani come noi, nati in Sicilia, da genitori siciliani. Bisnonni siciliani. Trisavoli siciliani!!" . E lui, con sguardo fisso nel vuoto, dopo alcuni secondi di smarrimento risponde: "il calcio è metafora della vita. Una terra i cui figli tifano contro ciò che gli appartiene, difficilmente è in grado di risolvere i propri problemi. Ecco perché nella vostra meravigliosa Sicilia non cambia quasi nulla !!"
Li guardi Mr. McKenzie quei pecoroni, figli di una pseudo cultura dell'ipocrisia, del prega a Dio e futti u prossimo, un branco di pusillanimi che credono, si illudono di sentirsi forti, emancipati e migliori degli altri adulando ciò che si chiama Milan, Inter e Juventus, prendendo ad esempio di civiltà, di bene tutto ciò che tali squadre rappresentano e che invece per la nostra terra ha significato la più grossa truffa perpetrata alle genti della Trinacria nel corso della sua ultramillenaria storia. Quella che con l'illusione del lavoro e del benessere ha lasciato una stupenda terra irreversibilmente violentata per i prossimi decenni. Fisicamente e nella dignità. Si faccia un giro, Mr. McKenzie, a Priolo o a Gela, consultandone le cartelle mediche del 50% della popolazione. Vada poi a Termini Imerese. Può anche bastare. Ma loro non capiranno mai, neanche se un loro parente morisse della più incurabile malattia o miseria indirettamente causata dai cinici affari dei Moratti o degli Agnelli. Neanche se perdessero dieci volte consecutive per dieci a zero contro il Catania o il Palermo. Continuerebbero a tenere i loro insignificanti poster dentro le loro stanze, le apps strisciate nei loro telefonini. Perché nulla erano e nulla resteranno. Solo e soltanto la vergogna di Sicilia, dopo la mafia!!!