Forse l'Europa era un passo troppo lungo per questa stagione, ma vincere noi stessi, in questi ultimi mesi è stato un traguardo sempre più concreto e non secondario per importanza e valore rispetto a quella E maiuscola sfumata nell'ultima frazione di campionato.
Ricordo, quando all'età di sei anni, all'approssimarsi delle partite con Nocerina, Livorno o Salernitana, lontane anni luce dal palcoscenico della massima serie, mi sentivo raccontare da mio padre delle gesta di un luminoso Catania, di quei Prenna, Szimaniak, Calvanese o Cinesinho che facevano tremare le più titolate squadre dello stivale.
Quei nomi per una vita furono per me un motivo di orgoglio ma anche di tormento per un Catania che, stando ai bui anni '70-'80-'90 forse non avrei rivisto più, permanendo come un dolce ricordo di una raggiante città.
Domenica prossima, dopo 52 anni per l'esattezza, potremo dire, in caso di vittoria, con numeri alla mano, che QUESTO e non più quel glorioso Catania di Marcoccio e Di Bella SARA' IL PIU' GRANDE CATANIA DI TUTTI I TEMPI: maggior media punti a partita, numero di vittorie, differenza reti della storia rossazzurra.
Aspetto con grande trepidazione questo giorno. Chiedo con tutto il cuore che i giocatori facciano quest'ultimo grande sforzo, di vincere in terra granata (dove la vittoria nostra non è mai stata raccontata, stranamente, rispetto ai due successi in sponda bianconera). Voglio raccontare ai miei figli che questo e non un remoto Catania di uno sbiadito ricordo è il PIU' GRANDE. Di sempre. Spero che lassù in cielo il grande presidente ed allenatore rossazzurri siano d'accordo.
Abbracci