Autore Topic: Catania: settimo anno in serie A  (Letto 1988 volte)

Offline Nelson

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Catania: settimo anno in serie A
« il: 15 Luglio 2012, 06:32:52 pm »
In pieno calciomercato, in cui non abbiamo ancora certezze su "arrivi" e "cessioni",  mi sbilancio in una sintesi di questi sei anni consecutivi in massima serie, partendo dalla novità più importante, l'avvicendamento tra l'AD e la nuova dirigenza. Un cambiamento che vale come una nuova sfida da affrontare nel nostro settimo anno consecutivo in serie A.

Dunque, in questi otto anni di gestione Pulvirenti/Lo Monaco, il Catania ha partecipato a sei edizioni di serie A e a due campionati di B, ottenendo progressivamente dei miglioramenti che hanno portato al consolidamento nella massima serie e al mantenimento della categoria senza stupire i pronostici. Questo è stato possibile sicuramente per merito della dirigenza, ben organizzata e strutturata, che ha pianificato ogni strategia correttamente e concretamente. Di certo, l'ex AD è stato un protagonista determinante, ma senza le 5 componenti da lui sempre cercate, non avrebbe potuto fare così bene. Quindi, indubbiamente, il football a Catania deve molto a Pietro Lo Monaco, ma considerarlo l'unico artefice di sei anni (adesso sette) in massima serie sarebbe un'analisi semplicistica e non corretta rispetto a quelle componenti che fanno una squadra, una Società  e un ambiente, in cui nessuno può fare tutto da solo e contro tutti. Ed è proprio per questo che senza le sue agognate 5 componenti, il nostro ex AD non potrebbe ottenere i successi che con la sua indiscutibile abilità ha ottenuto a Catania. D'altro canto, se la nostra nuova dirigenza ci farà ottenere  ancora una volta il mantenimento della categoria, vorrà dire che è stata proprio la piazza a fare esprimere al meglio gli allenatori, i calciatori (ma questo è ormai consolidato) e i dirigenti che sono stati a Catania.

Questo settimo anno in serie A è un po' una sfida, dicevo, dovuta all'avvicendamento dei dirigenti. Ma fin ora, abbiamo la certezza che chi è stato a Catania ha fatto bene, riducendosi in un forte ridimensionamento dopo la cessione,

2006-07: dopo la promozione in serie A, viene ceduto il genietto Roberto De Zerbi, uno dei protagonisti del campionato. Qualche pausa, qualche magia, ma di certo una cessione importante. Eppure, dopo pochi mesi, nessun rimpianto per la cessione. Ma a Catania ha fatto bene;

2007-08: ad inizio campionato viene ceduto Fabio Caserta. Checché se ne dica, per il centrocampo che avevamo, era un punto di forza. In alcune piazze non ha lasciato alcun ricordo, forse in altre ha giocato discretamente, ma ha fatto parlare di sé solo quando era a Catania;

2008-09: inutile dire che la cessione di Vargas a quella cifra abbia messo d'accordo tutti. Sicuramente è stata la base per il potenziamento tecnico della squadra. L'abilità nel maturare questa plusvalenza è indiscutibile;

2009-10: pian piano comincia lo svecchiamento della rosa, che aveva mantenuto la stessa struttura della squadra promossa in serie A. Ci sono tante voci che lamentano il mancato rinnovo contrattuale di Lorenzo Stovini, calciatore di alto rendimento, che ha fatto molto bene. Ma con il passare dei mesi, Spolli, ma anche Silvestre e Terlizzi, dimostrano che la scelta della dirigenza era ragionevole.
Va via anche Walter Zenga, cui il Catania aveva dato una grande opportunità (fino a quel momento l'unica opportunità concessagli in serie A); e lui se la gioca bene. Ottiene ottimi risultati (superiori alle aspettative rispetto alla squadra che allenava). Noi tifosi del Catania sapevamo che non era un genio, aveva fatto bene, ma era stato sottovalutato il contesto in cui aveva lavorato. I fatti dicono che non allena in Italia e i consensi li ottenne solo nel periodo in cui fu a Catania.

2010-11: si matura un'esagerata plusvalenza per la cessione di Martinez e inizia un periodo di oggettivo potenziamento della rosa. Rispetto a pochi anni prima, qualitativamente il Catania è altra cosa. Dispiace che Martinez non abbia dimostrato di valere almeno la metà della cifra incassata dalla Società, perché a Catania ha fatto bene.
Va via anche Mihajlovic, che, come Zenga, vuol fare un salto di qualità. Ma, anche in questo caso, il risultato lontano da Catania è deludente;

2011-12: viene ceduto Silvestre per una cifra adeguata al suo valore. A Catania metteva d'accordo tutti. Maxi Lopez a metà stagione va al Milan, ma questo non fa notizia, perché è una stagione dove si raggiunge la consapevolezza che il Catania ha valorizzato diversi giocatori per maturare plusvalenze. L'ossatura della squadra è composta da calciatori richiesti da più squadre.

2012-13: come Zenga e Mihajlovic, anche Vincenzo Montella ha interessi di alta classifica. Cosa dire, buona fortuna.

Ma di certo, l'aspetto più importante di questo settimo anno consecutivo in serie A è l'avvicendamento tra l'AD e la nuova dirigenza. Come ho già scritto, mi auguro che ci sia il filo-elettrico-conduttore (per dirla come il Trap) e il Catania mantenga la categoria, al di là di chiacchiere sulla posizione in classifica, su chi viene e chi va, cessioni, rinnovi contrattuali e calciomercato.
Mi ricordo che in passato si diceva che chi veniva a Catania deludeva le aspettative, oggi possiamo dire che è una piazza che ha migliorato regolarmente le opportunità di calciatori, allenatori e dirigenti. Ecco, mi auguro che vada ancora così.

“Pardon!”  per l'ampiezza del post.
« Ultima modifica: 15 Luglio 2012, 06:37:35 pm da Nelson »
He was like a cock who thought the sun had risen to hear him crow  (G. Eliot)

Offline vasco

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Re:Catania: settimo anno in serie A
« Risposta #1 il: 16 Luglio 2012, 11:02:32 am »
Concordo totalmente con la ricostruzione storica di Nelson. La tesi che a Catania si sia costruito l'ambiente giusto per esprimere al meglio le proprie qualità è suffragata da tantissimi elementi, come evidenziato nel post.

Io aggiungo che lo stesso vale anche per i dirigenti. Quella presunta "debolezza" che vergognosamente LM ha rinfacciato al presidente, in effetti è il primo, forte presupposto di questo tipo di impostazione societaria. Se si seglie un professionista serio e competente, si deve fare di tutto affinché possa esprimere la sua professionalità, mettendo da parte le manie di protagonismo e la voglia di apparire. Questa è la principale caratteristica del grande imprenditore.
Di ciò ha beneficiato il signor Lo Monaco e, adesso, stanno beneficiando gli attuali dirigenti a partire da Sergio Gasparin, il quale a me sembra - per ora è solo un'impressione tratta da tanti piccoli particolari - stia ripagando questa piena fiducia.

Un altro grande risultato di questi anni, che questa dirigenza dovrà assoluamente confermare, è l'aver tenuto il Catania lontano da qualsiasi scandalo scommesse e da qualsiasi coinvolgimento dei giocatori; evitando anche i pericolosi contatti fra gli stessi e gli ambienti "malsani" della tifoseria.
Spero che ciò si mantenga anche in futuro, che la nuova dirigenza sappia vigilare attentamente e alla prima avvisaglia, cacci via immediatamente, senza troppe remore e senza guardare in faccia nessuno, chi sgarra.