"Nell’ultima partita avrei dovuto avere un po' di coraggio nel rivoluzionare la squadra ma sarebbe stata una mancanza di rispetto e di riconoscenza nei confronti di chi mi aveva portato alla finale"
Rispetto, riconoscenza... il solito verbo italiano, dove la meritocrazia è aliena.
Grazie di che? Di avercelo ricordato un'altra volta, Marco?
No, grazie di aver costruito una squadra, in genere ed ovviamente esclusa la finale, di vincere giocando un calcio decente e non basato solo sulle ripartenza.
Anche a me e' andata bene così.
P.S. A chi e' appassionato di statistica chiederei di paragonare il numero di Champions Legue complessive nel palmares degli spagnoli, allenatore compreso, con quello dei nostri che, se non erro devono essere tre, due Pirlo ed una Thiago Motta, il differente modo di affrontare una finale, potrebbe anche spiegarsi con l'abitudine a gioca certe partite.
Celebre è diventato il cu.lo di Sacchi e altrettanto celebre e per di più vincente quello di Lippi. Vogliamo parlare del cu.lo di Prandelli? Di una Spagna che all'andata si è ritrovata le praterie con il nano Giaccherini schierato a terzino? Di una Croazia altezza media 1 e 85 che si è ritrovata a palliarsi il nano Giaccherini sulla fascia sinistra?
Sulla finale velo pietoso, quello che è successo è evidente.
Mai visto un allenatore così scarso sbagliare totalmente la finale, regalando la sconfitta più pesante di sempre alla nazionale ed essere pure difeso così. Nella vita ci vuole fortuna. VIVA PRANDELLI!
Templare, il mio post non è in contrasto con il tuo, perché esprimi concetti condivisibili.
Però credo opportuno fare alcune riflessioni.
Innanzitutto, l'idea di schierare Giaccherini è stata talmente infelice da indurre lo stesso Prandelli a metterlo in panca, fargli slacciare le scarpette (ai miei tempi si chiamavano scarpette, non scarpini
) e non farlo giocare per le restanti partite del torneo. Come puoi notare, ha cambiato idea, almeno questa. Sugli errori nella finale, abbiamo già avuto modo di esprimerci tutti.
Anche il vincente Lippi commise alcuni errori nel 2006, sicuramente ricordate anche voi lo schieramento iniziale di quella nazionale, con Zaccardo a destra e Zambrotta a sinistra. Poi il pacchiano autogol contro gli USA e Zaccardo finì il suo torneo, spostando Zambrotta a destra e promuovendo titolare Grosso a sinistra (per sua fortuna, proprio Grosso sarà determinante). Per non parlare dell'infortunio di Nesta, che portò Lippi a schierare titolare Materazzi (per sua fortuna, anche Materazzi sarà determinante). E non vorrei soffermarmi sulle qualificazioni “per il rotto della cuffia” delle squadre di Bearzot ('82) e Sacchi ('94).
Tutto questo per dire che Prandelli, nonostante gli errori, ha saputo gestire un gruppo su cui contavano in pochi e ha portato la squadra in finale meritatamente e giocando due partite di buon livello, qualitativamente migliori rispetto a quelle di altre selezioni proposte in passato.
Tirando le somme, Prandelli ha fatto cose buone ed errori grossolani. Ma le cose buone che ha fatto (ad esempio, inventare un gruppo e saperlo gestire) sono quelle più difficili.
Noi non abbiamo mai avuto una squadra tecnicamente superiore alle altre. La nazionale è “una squadra da torneo”, che si esalta durante la competizione, anche per merito di una buona tradizione tattica e dello spirito di agonismo che abbiamo quando giochiamo a football.
Per il resto, la squadra che ha stravinto sui nostri, non è solo centrocampo e ti-tic ti-toc, bensì una squadra con una difesa che subìto un solo gol, quello realizzato da Di Natale.