Chievo Verona, ossia LA PIU' GRANDE EQUIPE DI MURATORI, PIASTRELLISTI, ELETTRICISTI DI TUTTI I TEMPI, come sarcasticamente (ma senza rancore) definisco, in quanto raramente (o forse mai) nella storia della serie A italiana una squadra con un tasso tecnico, sulla carta così modesto, è riuscita a mantenere per undici anni (salvo piccola interruzione nel 2007-2008), il posto nell'olimpo del calcio nazionale. Con l'"aggravante" di non aver mai avuto un "passato" (sino al 1994 non sapeva neanche cosa fosse la serie cadetta), una tradizione calcistica di un certo spessore, né tanto meno una tifoseria degna (numericamente) di tale nome (e in questo si distacca dall'Avellino, squadra che più ha somigliato, nelle altre componenti, al Chievo VR, tra la fine degli anni '70 e la seconda metà degli anni '80), in quanto formazione rappresentativa di un quartiere veronese di "ben"4.500 abitanti (come dire la nostrana "Palestro - Plebiscito").
Proprio per tali componenti "penalizzanti", nella storica promozione in serie A del 2001, i "soloni" della stampa sportiva nazionale davano per spacciata la squadra, destinata ad una pronta retrocessione, con un ultimo posto dato per cosa certa.
E invece, la società presieduta dal giovanissimo ragionier Luca Campedelli, non solo sin dalle prime battute di campionato inizia a difendersi bene, ma va al di là delle più fantasiose aspettative, trovandosi incredibilmente al primo posto in serie A alla fine del girone di andata e chiudendo la stagione con un sontuoso quinto piazzamento che le valse l'Europa. Traguardo europeo riacciuffato cinque anni dopo, con i preliminari di Champions (quarto posto in classifica, a seguito penalizzazioni di calciopoli).
A distanza di undici anni lo stile non è cambiato: ancora una squadra di "illustri sconosciuti" (tranne qualcuno, come Pellissier, divenuto inevitabilmente famoso per le tante reti segnate nel massimo campionato) che si appresta anche per questa stagione a raggiungere una tranquilla salvezza.
Visto che i soloni nazionali hanno clamorosamente fallito nel sentenziare le sorti di una squadra (che qualcuno frettolosamente la dava per tramontata quando noi la spedimmo in B nel drammatico spareggio di Bologna del 27 maggio 2007), a questo punto, a distanza di diversi anni, sorge spontanea la domanda di quali siano state le componenti vincenti di questo "miracolo Chievo". A mio avviso possono sintetizzarsi in queste:
- ambiente ideale per i calciatori, privo di pressioni, che mette loro in condizione di dare il meglio di sè
- mentalità, filosofia di gioco improntata da sempre all'estremo impegno fisico in campo (i clivensi li ricordo sin dall'origine pedalare come matti per 90 minuti + recupero), nell'assoluta abnegazione a schemi e tattiche di gioco e nel "radicale" possibilismo su ogni partita, anche con l'avversario più proibitivo. Esprimendo, come meglio si può, tali componenti (per le quali sono stati sempre scelti ad hoc giocatori ed allenatori), ha saputo egregiamente compensare il basso tasso tecnico, per il quale la società non ha mai potuto farci nulla, date le limitate risorse economiche. In tal senso ricordiamo come il Chievo Vr faccia capo alla Paluani spa, società da 50 mln di euro di fatturato, sostanzialmente un terzo di quello che fa uno dei due più grossi negozi di elettrodomestici etnei e soltanto 1/8 del giro d'affari del gruppo Pulvirenti - Finaria.
- aiuto finanziario da parte delle banche "di territorio", cosa che a parità di condizioni e di caratteristiche una società delle nostre latitudini non avrebbe mai ottenuto...e qui non è il solito vittimismo meridionale, ma un dato di fatto certificabile, vi assicuro!!
Dalle nostre parti un ad un "Chievo" isolano non avrebbero dato credito (visto che il credito con la C maiuscola ha sede ahimè ormai nell'area "Padana") neanche per l'acquisto di un set di borsoni da spogliatoio !!! E poi non dovrei i.n.k.a.z.z.a.r.m.i quando vedo gente di qua che tifa ed ammira tutto ciò che è targato settentrione...
Andando alla partita di sabato alle 15,00, come possiamo sfatare questo ennesimo tabù che non ci vede mai vincitori in casa del Chievo?
Unica arma vincente può e deve essere l'affrontare sul piano fisico dal primo all'ultimo secondo i clivensi, facendoli perire delle loro stesse armi. Allineiamoci a loro in termini di corsa e di rendimento fisico. A parità di prestazione "fisica", avrà la meglio chi esprimerà un maggior tasso qualitativo. Quella infinitesima differenza che renderà un passaggio o una giocata più precisa e dunque, vincente. Correranno come matti (impressionante come hanno ingabbiato il centrocampo juventino nell'ultima gara a Torino), ricordo ancora. Non è match che darà spazio a finezze e leziosità. E in tal senso sono straconvinto di come l'Aeroplanino abbia intuito la chiave vincente della partita.
Abbracci