Mangia esonerato. Un po' mi dispiace perchè mi entusiasmava moltissimo l'idea di un allenatore giovanissimo, alle prime esperienze, che nel giro di una stagione (l'estate, quattro mesi) si è trovato da allenatore della primavera varesina (o varesotta?), alla primavera di una grande squadra (con risultati apprezzabilissimi), ad allenatore di prima squadra in serie A. Un triplo salto in avanti che sa di guinnes. Un esordio vincente con l'Inter sembrava tracciare l'inizio di un ascesa inarrestabile. Ma non ha avuto fortuna. Anzi la sua più grande disgrazia è stata quella di capitare nella squadra peggio attrezzata per gli obiettivi richiesti e le attese della pizza. Una squadra senza il necessario anello di congiunzione tra le bende e i cerotti dei vecchi campioni, le voglie d'aria nuova di chi ancora ha tanto da dare (e da chiedere) al calcio e una pletora di giovani promesse (alcune delle quali neanche conoscono l'italiano) mandate allo sbaraglio da un presidente che ha smarrito la retta via della crescita e della programmazione per intraprendere la via dell'oro, alla ricerca del nuovo Pastore e di concretizzare quanto prima l'affare di turno per poi solcare altri oceani alla ricerca di un nuovo business. Una squadra costruita coi piedi, senza criterio, senza preventivare che tipo di gioco avrebbe dovuto svolgere e quali erano i pezzi più adeguati da prendere. A Mangia, un gran lavoratore, un ragazzo con la faccia pulita, le idee chiare e le giuste ambizioni, auguro davvero migliori fortune. Spero solo che Zamparini capisca che questa sconfitta di Mangia sia pricipalmente un suo fallimento.