Per la seconda volta nella storia della serie A, il campionato non partirà regolarmente. La causa: lo sciopero dei calciatori ...
Premesso che chi scrive, ritiene davvero che la stragrande maggioranza dei calciatori siano dei ragazzini viziati, in questo caso le cose non sono come appaiono. Usando i calciatori come specchietti per le allodole, pare esserci in atto, una lotta politica tra lega e federazione.
Facendo riferimento al possibile contributo di solidarietà indicato nella recente manovra finanziaria del governo; i politici non si sono lasciati sfuggire l'occasione per distogliere il biasimo popolare sulla loro casta, additando al pubblico ludibrio un'altra casta, quella dei calciatori.
In merito a quest'ultimo punto - Dura lex sed lex ! Se hai firmato un contratto in cui ti impegni a pagare una cifra netta, poco importa se ci sono nuove tasse o detrazioni. In realtà nel primo governo Berlusconi, l'aliquota IRPEF massima fu portata dal 43% al 39%, non mi pare che nessun presidente abbia riconosciuto il 4% di guadagno fiscale ai propri dipendenti che avevano concordato una retribuzione netta ...
Invece nei contratti stipulati con gli atleti, come accade a noi comuni mortali, in cui la retribuzione è indicata come "lorda", eventuali aumenti di tasse o detrazioni, hanno un immediato impatto sulla busta paga del dipendente.
Ad oggi pare che le grandi abbiano creato contratti in cui le retribuzioni sono indicate al netto; in questo caso la società agisce nei fatti come sostituto d'imposta.
La maggior parte delle piccole e medie società di serie A, hanno stipulato contratti in cui la retribuzione è indicata al lordo. In questo caso non mi pare che i calciatori abbiano posto delle obiezioni. Del resto in un modo o nell'altro, loro le tasse, come tutti i dipendenti, le hanno sempre pagate.
Traete voi adesso le vostre conclusioni. Prima di sparare sentenze e farvi manipolare, informatevi ... questo è uno sciopero ... si ma da parte dei presidenti non dei calciatori ...