SOCIETA'
Antonino PULVIRENTI – 10: come lui nessuno a Catania. E potrei farci entrare ciò che non è calcio, ma lascio perdere. Non posso, quindi, che assegnargli il massimo dei voti. Voti che ho sempre dato e sempre darò in base ai fatti e non alle opinioni. Perchè a me interessano i fatti e non le antipatie e simpatie o, peggio, le elucubrazioni mentali da catanese tipico che vede sempre più verde l'erba altrui. E i fatti dicono che è riuscito nell'impresa di eguagliare il record di permanenze consecutive in massima serie del Catania “Clamoroso al Cibali” di Marcoccio e Di Bella. Con in più (per questo come lui nessuno a Catania!) l'aver ricostruito (la famosa scatola vuota!) e strutturato una società moderna, solida e attenta ai bilanci. Con un organigramma serio, un parco giocatori, giovanili comprese, di valore e con il fiore all'occhiello di un Centro Sportivo fra i più all'avanguardia in Europa con cui assicurerà un futuro vero a questa società aumentandone la già buona visibilità ed onorabilità nel calcio che conta. Una persona, catanese puro e primo tifoso rossazzurro, pacata e serena, almeno in pubblico, che non ostenta mai, né millanta obiettivi irrealizzabili (in questo non è assolutamente un catanese!), ma deciso quando c'è da sottolineare il suo ruolo e l'irrinunciabilità degli obiettivi societari o quando c'è da strigliare la squadra, come fece dopo l'avvilente 1 a 4 contro la Lazio. Insomma un presidente serio di una società di serie A in una città di serie Z!! E non mi riferisco solo all'amministrazione comunale e, dunque, allo stato di degrado civile e politico in cui versa Catania, ma ad una città, o almeno un buona parte di essa, che anche in questa stagione si è dimostrata profondamente immatura. Che alla minima difficoltà invece che aiutare “sdirrubba”. Dove bastano un paio di sconfitte consecutive perchè si senta in diritto di confondere il sacrosanto diritto di critica (anche durissima) con l'insulto infamante e l'illazione gratuita. Ti fanno sentire come se prima di Pulvirenti il Catania fosse stato abituato a lottare con il Milan o la Juve per lo scudetto e un posto in Champions League, e tu non te ne eri mai accorto. Eppure la realtà dice con la prossima saranno appena 15 le stagioni che il Catania disputerà in serie A!
Al che mi sono chiesto spesso e l'ho chiesto pubblicamente (e polemicamente) ad altri amici allo stadio se la nostra piazza meriti che Pulvirenti continui a "nesciri i soddi". Perchè fossi in lui, dopo tutto il fango ingoiato in questi anni nonostante i risultati pazzeschi siano sotto gli occhi di tutti, io a tutti questi maghi nel pallone, questi Oronzo Canà improvvisati a questi novelli direttori sportivi all'insegna del "Puvvirenti nesci i soddi", la soddisfazione di continuare a sputare cacca in serie A non gliela darei più. Li farei tornare nella categoria che meritano, l'Eccellenza o il CND, al massimo la C2 (oggi seconda categoria!) Quella che alcuni ricordano e rivendicano nostalgicamente (incredibile i deliri che ho sentito da certuni cosiddetti “tifosi storici”) e la farei provare a quegli altri che non l'hanno mai veramente vissuta, ma si sentono lo stesso in diritto di emettere sentenza.
Pietro LO MONACO – 6,5: ogni fine stagione gli ho messo voti molto più alti perchè lo ritengo il vero artefice di questi anni d'oro del calcio catanese. Quest'anno gli do solo la sufficenza e mezzo, perchè comunque ha raggiunto l'obiettivo stagionale, perchè ancora una volta è stato perfetto nel mercato di gennaio, e il mezzo punto in più perché quella che per i sopramenzionati allenatori nel pallone era “la squadra più scarsa della Serie A” si è salvata matematicamente con due giornate di anticipo, battendo con la Roma (in piena corsa Champions, non in vacanza!) il record di punti in A, chiudendo la bocca a chi sproloquia di stagione fallimentare. Stagione, intendiamoci, che è stata al di sotto delle aspettative (e lo ha ammesso in più occasioni lui stesso!), ma è l'aggettivo “fallimentare” che è di troppo, perchè qualcuno di questi dotti, medici e sapienti mi dica allora come definirebbe il campionato di Sampdoria, Parma, Genoa (queste ultime due hanno speso fra giugno e gennaio quanto una finanziaria dello Stato. Il Parma, peraltro, non nuovo a queste spese folli a cui corrispondono campionati mediocri, aveva pure mezza Juventus in rosa!), mi spieghi quest'altra leggenda catanese (che fa più o meno ridere come quella delle campagne acquisti e allenatori “low cost”!) dei “troppi argentini” in rosa che avrebbero determinato una stagione deludente. No, perchè allora non mi spiego come abbia fatto l'Inter con un numero pressoché simile di argentini a vincere tutto, o l'Udinese che ogni anno costruisce una vera e propria babele di razze e nazionalità, a fare campionati di alto livello.
Detto questo, tornando al motivo del “6,5”, mi ha deluso sul piano dei rapporti coi tifosi, perchè da lui mi sarei aspettato che si fosse ricordato che tra i “Figli dell'evento” (quelli che lo insultano perchè in serie A si sono scoperti tifosi del Catania e hanno paura di non vedersi dal vivo Ibrahimovic o Eto'o) e i “Sololamaglia” (quelli che lo insultano perchè fa tifosi veri, duri e puri stare sempre contro perchè ”il-catania-è-nostro”, perchè “stanco-di-essere-preso-per-il-culo-dal-signòlomonaco” e perchè “siccome-pago-l'abbonamento-più-caro-d'italia-io-parlo”), ci sono tanti, tantissimi, tifosi genuini (CHE PAGANO DAVVERO E AVVOLTE PURE A RATE!) che non fanno “scumazza” (“schiuma” per i non catanesi!) come i sopracitati, in quanto capiscono benissimo la difficoltà di fare la serie A e ancor più capiscono quanto sia preziosa salvarla prima di ogni altro possibile obiettivo, ma soprattutto conservano cara la memoria di cos'è stato il Catania prima dell'era Pulvirenti/Lo Monaco. Ecco per questi, che sono la vera forza del tifo rossazzurro (e sono trasversali in tutti i settori dello stadio!) vorrei sentire parole di maggior rispetto e tutela. Mi piacerebbe, per esempio, una rimodulazione dei prezzi degli abbonamenti per la prossima stagione, per il resto cali pure i “veli pietosi” che certuni si strameritano.
TECNICI
Marco GIAMPAOLO – 5,5: Arrivato questa estate aveva alimentato grandi speranze per un campionato che fosse la prosecuzione di quello scorso. Quello della cavalcata che da una quasi retrocessione ci portò al record di punti in serie A. Uno dei tecnici più quotati negli ambienti del calcio che conta (nonostante le sue ultime stagioni sono state tutt'altro che esaltanti!), ebbe l'approvazione di gran parte della piazza catanese (anche se oggi non ce n'è uno a Catania che “u sapeunu tutti ca non è cosa di fari l'allenatore, sulu Lomonaco no sapeva”...ma del resto non c'è ne fu uno a Catania che non sapeva già che Ferrante, Vucrinec & C. erano giocatori finiti o uno che abbia votato Scapagnini o Stancanelli, no!?), con lui in panca il Catania ha fatto 22 punti in 20 partite. Non è un dato trascurabile, ma la squadra non ha espresso mai un gioco convincente, sembrava sempre in balia dell'avversario in una sorta di equilibrio precario. Determinate è stata una preparazione precampionato sbagliata e si parlava di malumori e spaccature all'interno dello spogliatoio per via delle sue convinzioni tattiche che riteneva venissero prima degli uomini a sua disposizione. Inevitabile l'intervento della società ed il conseguente esonero.
Diego Pablo SIMEONE – 8: chiamato al capezzale del Catania malato di abulia da gioco giampaoliano, dal tecnico argentino (reduce da due campionati vinti in Argentina) ci si aspettava la stessa “scossa” che Mihaijlovc diede ai rossazzurri al suo arrivo. Invece il Catania, nonostante gli evidenti miglioramenti nella scelta degli uomini e della “lettura” delle partite in corsa, non ha mai mostrato quella furia agonistica travolgente (regalando spesso i primi tempi agli avversari) che aveva ai tempi del già menzionato tecnico serbo. Probabile la condizione in cui ha ereditato la squadra, dove si e no, per i tanti infortunati, riusciva col rotto della cuffia a varare l'undici titolare e relativa panchina. E in ogni caso dalla sua parte giocano in maniera determinante i numeri (la sola cosa che conta nel calcio!), el Cholo ha conseguito 24 punti in 18 gare , 6 dei quali in trasferta, ha eguagliato il record di Pasquale Marino in A con tre vittorie consecutive in campionato, ha battuto 4-0 il Palermo, pareggiato a Torino con la Juve e battuto la Roma in casa superando, con un turno di anticipo, il record di punti di Sinisa Mihaijlovic, ha raggiunto l'obiettivo della salvezza matematica con 2 turni d'anticipo. Il suo futuro non sarà a Catania, al momento non c'è l'ufficialità e nonostante abbia un contratto che lo lega alla società di Torre del Grifo per un altra stagione. Personalmente avrei voluto restasse, ero curioso di vederlo all'opera con una squadra costruita per lui a giugno. Mi spiace. Ma morto un papà se ne farà un altro. Mi viene solo da ridere perchè adesso chi insultava la società per averlo scelto (ritenendolo come o peggio di Giampaolo, ovviamente non capendo una beata min.chia – mi si passi il Cettoqualunquismo – di calcio!), sta insultando la società perchè non lo trattiene. Insomma siamo alle solite. Lamintarisi a Catania è megghiu do fut.tiri!!