Italia, 18 maggio 2011. Più precisamente, Catania, 18 maggio 2011.
Si apre un’ era sportiva nuova per una città contraddittoria e, più che altro, contraddetta: si inaugura il “Torre del Grifo Village”, centro sportivo del Catania Calcio SpA; fulcro dell’ impresa e futura fucina delle sorti calcistiche catanesi e siciliane. Ma anche probabile volano economico per un paesino alle pendici dell’ Etna, non dimentichiamolo. Possiamo dirlo, con tanta soddisfazione , noi Catanesi, e, con tantissimo orgoglio imprenditoriale, la Dirigenza della Società.
130 ettari di perfezione architettonica e strutturale. Rapidamente completata, nelle mille difficoltà burocratiche, bella da vedere, incastonata in uno scenario naturale unico al mondo, minuziosamente completa da far esclamare a tanti: “stupefacente”.
L’ ordine dato: tenere i conti in regola; non sfruttare le plusvalenze per speculare; fare del calcio un investimento per il bene comune; incentivare l’ approccio allo sport per i giovani; trattare i giovani ed i professionisti allo stesso modo, affinché scompaia la sudditanza psicologica fra chi cresce e chi cresciuto è già.
Catania, città contraddittoria, madre di tanta cultura, artistica e letteraria, e città con figli artefici di tanta violenza e di malefatte infamanti; città che si sveglia attonita per tanti accadimenti e che si ritrova viva a lottare; città che cerca conforto e trova indifferenza… in uomini ed istituzioni.
Catania, città dal fascino che colpisce il cuore, ma anche madre di tanti figliastri che la maltrattano e la derubano.
Catania, città contraddizione nazionale, additata ed indicata come esempio da non seguire.
Catania, città contraddetta... vulcano di idee snobbate e sottovalutate. Catania, città che deve recepire e che, concretizzati i concetti, deve rimanere invisibile. Catania, città che se rimanesse sempre in coda, renderebbe contento chi può sempre additare, chi può trovare il capro espiatorio e la causa del proprio male… Catania città.
Catania, città che deve, ma non deve fare.
Catania, città che il 18 maggio è risorta in un sorriso di tanti ed in uno sguardo accigliato dei più… i più che dettano le regole… i più che vogliono annullare il divario fra nord e sud… i più che dicono che le Dirigenze non possono solo succhiare proventi e rimanere assenti… sì, assenti.
I più… coloro che quando devono essere presenti per sigillare un successo, sono invece assenti…
I più che snobbano gli eventi, per sottolineare il divario…
I più che dovrebbero garantire e garantirci e che l’ unica garanzia che offrono è quella che loro non provano vergogna.
Ma siamo in Italia, dove i più che regolano, sono anche i più che sregolano.
… ma c’ è Torre del Grifo, un progetto divenuto realtà concreta, piccolo fiore in una città ridotta arida e sterile in un campo coltivato con intrallazzi, malcostume ed ipocrisia dove l’ Italia, tutta, vegeta.
Torre del Grifo, esempio da seguire per molti… per i più, forse, da distruggere.
Torre del Grifo, caro Presidente Pulvirenti, io lo ribattezzerei “La Ginestra”, di leopardiana memoria, perché per i più, quei più che dettano le regole, deve rimanere solo un fiore nel deserto.
C’ erano tutti, ieri a Torre del Grifo…. mancavano i più, quelli che dettano le regole, che indicano i progetti, che sono moralisti… mancavano i più, quelli che non provano vergogna.